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Lo sciacallo. Ai confini della notte
Presentato come opera prima al Festival Internazionale del Film di Roma 2014, la pellicola di Dan Gilroy, celebre per la sceneggiature di The Bourne Legacy (2012) per la regia del fratello Tony, qui in veste di produttore come anche il protagonista Jake Gyllenhaal, è di estrema attualità soprattutto per quel che riguarda gli Stati Uniti dove, quel che vediamo nel film, accade veramente.
Lo sciacallo del titolo è Louis Bloom, disoccupato e ladruncolo che si improvvisa reporter non appena capisce che quel mestiere può farlo guadagnare. Capita per caso di notte vicino ad un incidente ed incontra un reporter che riprende le scene vendendole poi ad un'emittente televisiva. Ci prova pure lui e trova in Nina (bravissima Rene Russo) una spericolata direttrice in bilico di un telegiornale tra i più efferati, che gli compra servizi ai limiti delle legalità. Più saranno grand-guignol e con scene che gli altri tg non trasmettono, più lei glieli pagherà.
In una Los Angeles di strade lunghe e solo notturne svetta la Challenger rossa di Lou, che si è costruito una carriera ai danni di tutti gli altri: il cinismo dei dialoghi, gli occhi strabuzzati costantemente di Jake Gyllenhaal, ed una serie di “incidenti tempestivi” per lui, costruiscono un personaggio che affascina e che in qualche modo giustifichiamo. La sua parte umana, sebbene spietata, è coerente, e lo stesso suo bisogno ambizioso di fare carriera dal ghetto, da quel nulla dal quale origina anche il suo poco perspicace assistente Rick (perfetto nella parte Riz Ahmed), lo scagiona in qualche modo: d'altronde è Nina e la sua società in cerca di crimini e di sangue che lo premia, lo supporta e lo spinge a continuare nella sua scalata. La sua mancanza di compassione è quella stessa che rinveniamo nelle strade notturne in cui si uccidono persone come birilli, in cui una gola tagliata può essere ripresa e trasmessa coprendo il volto della vittima.
Un esordio sconcertante e che fa spalancare gli occhi anche a noi, quello di Gilroy, su un giornalismo televisivo di una zona che conosce molto bene, abitandovi con la moglie Rene Russo, e che la gira in lungo e in largo insieme a quel popolo della notte che ha dato vita al suo film (nightcrawlers sono gli habitué notturni oltre alle esche per la pesca).