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Scorie in libertà.Indagine sul nucleare in Italia
Il regista Gianfranco Pannone, sulla scia del genere documentaristico a cui si dedica dal 2008 con "Il sol dell'avvenire" e con altre produzioni negli anni successivi, con il più recente "Scorie in libertà" fa luce sulla vicenda del nucleare in Italia, con particolare riferimento alla città in cui lui stesso è cresciuto e ha vissuto per molto tempo, Latina.
Il film – documentario è stato proiettato in anteprima streaming su "MyMovies Live!" lunedì 8 ottobre, in corrispondenza con la sua proiezione a Roma al Cinema Aquila e già presentato in concorso alla XV° Edizione dell'Environmental Film Festival, Cinemambiente, tenutosi dal 31 maggio al 5 giugno 2012 a Torino.
Il film prende in esame, infatti, una realtà tanto attuale e importante, quanto ancora così poco affrontata e compresa fino in fondo, legata alle condizioni di vita umane e ambientali della nostra penisola.
Il regista stesso è anche il primo interprete del proprio documentario, svolgendo il ruolo attivo di intervistatore di persone comuni e di specialisti di diverso tipo, ma anche di commentatore delle informazioni raccolte perchè, come in ogni indagine, è necessario poi trarre conclusioni e riflessioni, a maggior ragione quando si tratta di realtà tanto vicine.
Pannone, attraverso filmati del tempo, considerazioni proprie e degli abitanti del posto, traccia con precisione la vicenda del nucleare presso Borgo Sabotino, vicino alla città di Latina, dove venne costruita una centrale nel '63, sulla scia dell'ottimismo e dell'esplosione economica seguita alla Seconda guerra mondiale, che aveva determinato un interesse crescente nei confronti di questa forma di energia.
Proprio nei pressi della centrale nucleare, inoltre, nei primi anni '80 fu costruito il primo reattore sperimentale e queste due installazioni, presentate dai media come punto di partenza per un grande sviluppo economico e quindi migliori condizioni di vita, determinarono un generalizzato senso di fiducia e euforia per gran parte della popolazione, come testimoniano in prima persona alcuni abitanti del posto e un imprenditore che a suo tempo aveva realizzato buoni guadagni.
Sull'altro lato, però, sia esperti sia ricercatori di diverso tipo, ma anche gli stessi agricoltori e pescatori del posto, iniziano a notare cambiamenti sotto molti aspetti: dall'aumento di casi di tumori rispetto ad altre zone alla diminuzione della resa agricola dei territori coltivati, fino alla scoperta di una nuova razza di cefali che presentano vere e proprie malformazioni della struttura corporea.
Inevitabilmente, per quanto si tratti di fenomeni diversi tra loro, vengono ricondotti al grande inquinamento atmosferico e ambientale, aumentato considerevolmente dopo la costruzione della centrale nucleare.
Nel 1987 poi, un referendum stabilisce lo smantellamento degli impianti e fa comprendere una nuova sensibilità popolare rispetto a tale argomento, che farà sentire ancora una volta la sua voce nel 2010, quando di nuovo viene raggiunto il quorum per il rifiuto del nucleare in Italia.
Nonostante queste vittorie, però, restano aperte molte questioni e problematiche legate allo smantellamento dei rifiuti e delle scorie, il prezzo da pagare del grande sviluppo economico e industriale che aveva fatto seguito alla costruzione della centrale.
Il documentario di Gianfranco Pannone, realizzato dal regista in prima persona e costituito da molteplici voci e contributi, presenta l'indagine sulla vicenda del nucleare anticipando le diverse considerazioni con il riferimento alle leggi dell'ecologia, spesso dimenticate.
E, nonostante le particolari luci artificiali provenienti dalla centrale siano state, negli anni '80, fonte d'ispirazione artistica per un pittore del luogo, come afferma il regista in ultima analisi, la realtà del nucleare in Italia non può essere considerata realmente finita con lo smantellamento degli impianti.
"Il baule rimarrà pieno di scorie, non solo nucleari, ancora per un po'...". Le parole di Pannone fanno riferimento sì ad una situazione vissuta direttamente, ma soprattutto ad una realtà comune, risultato di responsabilità collettive e di indifferenze delle generazioni passate e non solo, su cui questo documentario fa luce, lasciando agli spettatori il compito di trarre proprie considerazioni.