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Il nuovo film del regista cubano Ernesto Daranas Serrano nato all'Havana nel 1961, si intitola Sergio & Sergei, con sottotitolo esplicativo: Il professore e il cosmonauta (astronauta nella nuova “nomenclatura”), in quanto si tratta di una stranissima relazione via “radio” o “filodiffusiuone" che dir si voglia aldilà degli usuali circuiti, tra un cubano filosofo marxista, e l'ultimo astronauta dell'appena decaduta Uniome delle Repubbliche Socialiste Sovietiche nel 1991. Naturalmente, il tutto è avvenuto mentre Sergei il cosmonauta si trovava nel mezzo dello spazio a bordo della navicella spaziale MIR.

Con due attori di per sé simpatici, entrambi cubani, Tomàs Cao (Sergio) ed Héctor Noas (Sergei, in russo traslitterato Sergej), che per puro caso entrano in contatto via etere, ed un attore americanissimo come Ron Perlman nella parte di Peter dagli Stati Uniti, il film si dipana in modo strampalato come la vita dei due reduci dal totalitarismo comunista, di Castro da una parte, di Stalin baffone dall'altra.                                        Nel mentre viene dipanata la matassa dei problemi reali, noiosamente reali, come quelli della vendita furtiva delle zattere da attraversamento fino agli Stati Uniti; oppure della distilleria di alcool fatta in casa per sbarcare il lunario e permettere a Sergio di comprare il latte per la piccola Mariana (Ailìn  De La Caridad Rodrìguez), la figlia ricciolosa e simpatica.

Purtroppo una delle pecche del film, che crea anche situazioni surreali mentre Sergio è tampinato dall'imbranato Ramiro, mandato dalla polizia cubana a scoprire i suoi eventuali traffici illeciti con gli USA, è che si mostra un po' lento nel procedere e questo annoia un po'; per il resto si tratta di una favola immaginifica su un mondo ormai scomparso ed inghiottito dalla velocità e dal digitale.