Shine. L'omaggio al crazy diamond dei Pink Floyd Legend

Articolo di: 
Teo Orlando
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Il 3 marzo del 2020, esattamente due giorni prima dello "stato di emergenza" dichiarato dalle autorità per l'epidemia del Covid-19, abbiamo assistito alla première dello spettacolo dei Pink Floyd Legend al Teatro Olimpico, intitolato Shine. Pink Floyd Moon. Viaggio nel mondo della luna. Quella che ormai si è affermata come una delle più quotate cover band  (o meglio, tribute band) del quartetto di Cambridge, guidata con piglio sicuro da Fabio Castaldi, si è avvalsa della collaborazione del celebre coreografo/regista russo-belga Micha van Hoecke per creare un lavoro che, partendo dal celeberrimo brano "Shine on You Crazy Diamond" (comparso sul disco del 1975 Wish You Were Here) in cui i quattro Pink Floyd, Roger Waters, Nick Mason, Richard Wright e David Gilmour, rendono omaggio al loro compagno Syd Barrett, esplora poi altre indimenticabili canzoni della leggendaria band inglese, ormai considerata insieme la fusione perfetta di psichedelia e di progressive e anche la versione più "popolare" di ogni ponte tra musica rock e musica classica. Lo spettacolo si è svolto nell'ambito Giornate della Danza dell’Accademica Filarmonica Romana, che ha visto, sotto la direzione di van Hoecke, la compagnia di Daniele Cipriani con Denys Ganio come guest star.

Barrett allora si era perso nelle regioni sconosciute della “luna”, intesa come malattia mentale (in inglese i "lunatics" sono i dementi)per cercare di dipanare questo filo tra follia e sanità, le musiche, come ha sottolineato il coreografo, ci propongono poi "un viaggio che, nell’immaginario collettivo, è legate alla giovinezza interiore di tutti noi". Il suono psichedelico e ipnotico accompagna quindi un corpo di danza che riverbera nei passi e nelle movenze simmetriche le geometrie astrali con cui i Pink Floyd cercarono di delucidare il "diamante pazzo", il lunatic che aveva, per così dire, perso il senno sulla luna, simbolo eterno di poesia, fantasia e della vita stessa.

Gli accordi di sintetizzatore (notevole anche l’uso di strumenti vintage, come il celebre moog) e poi di chitarra elettrica filtrata introducono in modo inconfondibile “Shine on You Crazy Diamond”, celebre brano dedicato al “diamante pazzo”, il co-fondatore dei Pink Floyd, Syd Barrett. Il suono che la chitarra di Alessandro Errichetti emette è meno condizionato dal virtuosismo rispetto a quello di David Gilmour, diventando quasi solenne: gli accordi sono prolungati e dilatati. Si aggiungono poi via via gli altri strumenti: il basso elettrico, la chitarra e le tastiere. Il canto non è privo di intensità, benché non sempre modulato secondo l’espressività dell’originale. Rispetto alla performance precedente rimpiangiamo un po' la presenza del violoncello di Rossella Zampiron, che però è efficacemente compensato da un sax tenore, che porta alla conclusione della prima sezione del brano. Sullo schermo intanto si sono succedute riprese di provenienza incerta: immagini delle highlands scozzesi, un bambino, Syd Barrett da giovane; una donna gitana introduce scene di campagna, forse una festa campestre.

Del resto, i primi successi dei Floyd sono il risultato dell'ampio gruppo di influenze musicali e letterarie di Barrett, che, come ha scritto Nicholas Schaffner, uno dei massimi esperti di musica progressive e psichedelica, "percolavano nel calderone del suo subconscio per riemergere in una voce, un suono e uno stile che erano unicamente quelli di Syd" (Saucerful of Secrets. The Pink Floyd Odyssey, London, Delta, 1991, p. 35). E lo stesso Nietzsche, hanno osservato altri critici, avrebbe potuto dire che Barrett "ha ceduto la sua soggettività nel processo dionisiaco" (La nascita della tragedia, sezione §5). L'esperienza di Barrett della realtà cruda ha frantumato la sua individualità mentre era inondato dall'eccitazione di una frenesia dionisiaca. Nacque così il primo full-length album della band, The Piper at the Gates of Dawn.

A seguire, un pezzo ipnotico e ossessivo come "One of These Days", qui suonato con un crescendo che ricorda un po' il "Bolero" di Maurice Ravel. E degno complemento è "Welcome to the Machine", con la riproduzione sintettizzata inquietante della marcia di un tram che conduce forse in un lager.

Il frontman torna alla chitarra elettrica a cui si aggiunge il sax per le prime note di “Us and Them”: assistiamo a un dialogo serrato con il sassofono, dove però quest’ultimo tende a prevalere, con accordi che necessiterebbero di maggiore armonizzazione.

Dalle atmosfere di metà anni '70 si passa all'inizio degli anni '80, con "Mother", tratta da The Wall: il brano, appassionato e drammatico, viene qui suonato con un incedere granitico e tonitruoante, con il corpo di danza che lo scandisce di par suo con metallica precisione.

Dopo un paio di brani tratti dall'ultima produzione pinkfloydiana (A Delicate Sound of Thunder), si torna a The Wall, con la commercialissima "Another Brick in the Wall Part 2", suonata, a onor del vero, in maniera impeccabile, con un coro femminile che ne riproduce l'acida melancolia. Come ha scritto George Reisch (Pink Floyd and Philosophy), in questi brani si evidenzia come le strutture di base della società, la casa, la scuola e l'esercito, erigano le barriere fondamentali che eliminano le possibilità di qualsiasi conciliazione. Ognuno a suo modo si interdice la comunicazione autentica. Come in Camus, la casa e la madre non sono ciò che più si desidera. Nella vita, la madre di Camus era "perennemente malinconica" e quella di Waters era persa dietro le proprie idee e non c'era nemmeno per suo figlio. Camus inizia Lo straniero con l'indifferenza di Meursault per la notizia della morte della madre quel giorno. In The Wall, la madre di Pink non ha mai comunicato con lui, non gli ha mai permesso di mettere in relazione le sue emozioni con lei; anche lei era morta per lui. Le canzoni "Mother" e "The Trial" mostrano il suo desiderio di tenerlo al sicuro, come un bambino non cresciuto. Anche la moglie, che rappresenta la casa dell'adulto, non trova un'autentica armonia con il marito. In "Nobody Home", Pink si lamenta della sua incapacità di comunicare con lei: "Quando cercherò di contattarla al telefono, non ci sarà nessuno in casa".

Nella successiva “The Great Gig in the Sky” (in origine una sorta di “song with no words” sulla morte, affidata ai vocalizzi di Clare Torry), l'atmosfera tetra viene in parte riscattata dalle coriste che danno vita a una splendida e intensa performance che non fa rimpiangere l’originale, mentre sullo schermo scorre un video con scene acquatiche.

Segue la seconda parte della suite "Shine on You Crazy Diamond" proposta in una forma abbreviata e con il sublime assolo finale di sax che avremmo voluto durasse qualche minuto in più, tanto era struggente e decadentemente sublime.

Il concerto si conclude con due bis: il dittico “Brain Damage/Eclipse”, che viene eseguito con grande espressività, e in stretta connessione audiovisuale con il brano precedente, e la riproposta di "Another Brick in the Wall". Un omaggio davvero ben riuscito, che grazie anche alle coreografie, va ben al di là di una semplice esecuzione da cover band.

Pubblicato in: 
GN18 Anno XII 12 marzo 2020
Scheda
Titolo completo: 

Accademica Filarmonica Romana

SHINE
PINK FLOYD MOON. Viaggio nel mondo della luna
Teatro Olimpico, 3 marzo 2020

Coreografia e regia Micha van Hoecke
Solisti e corpo di ballo Compagnia Daniele Cipriani
Musiche dal Vivo Pink Floyd Legend

Direzione Musicale Fabio Castaldi, Maitre du ballet Stefania Di Cosmo, Assistenti al coreografo Miki Matusse e Stefania Di Cosmo

Pink Floyd Legend | SHINE – Pink Floyd Moon Setlist

1) Shine on You Crazy Diamond, parts I-V (Wish You Were Here)
2) One of These Days (Meddle)
3) Wish You Were Here (Wish You Were Here)
4) Welcome to the Machine (Wish You Were Here)
5) Us and Them (The Dark Side of the Moon)
6) Mother (The Wall)
7) What Do You Want from Me? (The Division Bell)
8) Marooned (The Division Bell)
9) The Happiest Days Of Our Lives/Another Brick in the Wall part 2 (The Wall)
10) Nobody Home (The Wall)
11) The Great Gig in the Sky (The Dark Side of the Moon)
12) Shine on You Crazy Diamond, parts VI-IX (Wish You Were Here)
Bis:
13) Brain Damage/Eclipse (The Dark Side of the Moon)
14) The Happiest Days Of Our Lives/Another Brick in the Wall part 2 (The Wall)