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Sils Maria. Il volto epico del Maloja
Un luogo epico come quello di Sils Maria, in Engadina, nella Svizzera che immaginiamo nelle foto di paesaggi naturalmente innevati, le cui cime si stendono su tramonti da fiaba, dove Nietzsche soggiornò nel 1881- mentre elaborava Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali (tit. orig. Morgenröte. Gedanken über die moralischen Vorurteile) - è di per sé un paesaggio filmico. Se aggiungiamo la storia di un'attrice di grande talento e successo, Maria Enders, interpretata dall'eccellente Juliette Binoche – una parte che le si staglia a pennello – , diretta da Olivier Assayas (ricordiamo Carlos), abbiamo un dramma teatrale trasposto in un film dai leggendari sfondi sul Passo del Maloja.
Maria Enders è la musa di Wilhelm Melchior, drammaturgo tedesco veramente esistito (Amburgo 1935-2010), controverso ed il cui dramma più importante, Maloja's Snake, Il serpente del Maqloja, prende il titolo dallo strano fenomeno di una vasta nuvola a forma di serpente che occupa l'intero passo omonimo, e si vede all'alba preannunciando il brutto tempo. Maria dovrà prendere il premio per Wilhelm di cui sarà avvertita della morte mentre si reca in Svizzera per ritirarlo. Accanto a lei l'assistente Valentine, interpretata da Kristen Stewart (la saga Twilight) che impersonerà, per aiutarla nella recitazione, la parte che era di Maria vent'anni prima.
Lo strano amalgama tra le due donne, la Binoche ora con l'età di Helena, l'altra protagonista del Maloja's Snake, che stenta ad interpretare per un misto di cause, tra cui la difficoltà nell'accettare l'età che avanza, trasforma il clima del film in un'esplosione continua, totalmente a favore della vera attrice – nella realtà e nel film – che è Juliette Binoche, magnifica in ogni inquadratura. Vent'anni prima Maria/Binoche interpretava infatti il ruolo di Sigrid, la sfacciata adolescente che affascina Helena e poi la spinge al suicidio abbandonandola con estrema spietatezza. Questo episodio, la scena centrale del film, sarà il suo climax a specchio: i doppi delle donne e dei ruoli non si fermano a Helena/Binoche e Sigrid/Stewart, coinvolgendo la nuova protagonista di Sigrid, nella realtà l'attrice diciassettenne Chloë Grace Moretz, che nel film si chiama Jo-Anne.
Lo scontro generazionale è forte quanto quello tra persone che hanno raggiunto una maturità artistica – e probabilmente in parte lo erano già allora in nuce ci viene da pensare -, e coloro che invece interpretano i ruoli perché osannati dagli adolescenti e quindi imposti dalle grandi produzioni: il paragone con la saga Twilight di cui è stata interprete Kristen Stewart con scivolo di tradimento del partner di allora Robert Pattinson con il regista Rupert Sanders (sposato con Liberty Ross), è l'esatto specchio scuro e reale di Joe Anne ed il giovane scrittore scrittore Giles, sposato con un'altra. Uno specchio che ritrae quasi passo passo quel che è successo nella realtà: tradimenti, sofferenze dei traditi e false apologie dei traditori. D'altronde è evidente che sulla scena, realmente, e proprio perché “non ha tempo”, come afferma l'illuminato e giovane regista che lei riceve in camerino, c'è solo la Binoche.
Gran film per Assayas, in cui si scorgono dei paesaggi - con la musica flessuosa del Canone di Pachelbel in sottofondo - già resi in un arcano bianco e nero nel 1924 da Arnold Fanck con Cloud Phenomena of Maloja, che non fanno che farci riflettere sull'età che passa e lascia dei segni indelebilmente belli solo su alcune, dotatissime, attrici senza tempo.