Sinfonia per Hagen. L'Angelo del Terribile

Articolo di: 
Livia Bidoli
Sinfonia per Hagen
 

L'Angelo del Terribile che viene evocato dal regista Kornél Mundruczó citando Rilke come epigrafe iniziale al film: “Tutto ciò che è terribile ha bisogno del nostro amore”, da subito traduce la nostra discesa negli inferi che propone questo White God - Sinfonia per Hagen, il Dio Bianco che non ha requie, né pietà per i suoi consimili e tanto meno per i suoi soggetti, come gli animali.

Il Dio Bianco del titolo originale, simbolo e specchio delle terribilità del supremo e allo stesso tempo di ciò che vogliamo sconfiggere come esseri umani attraverso il nostro libero arbitrio, nel film lo vediamo tradotto in una bambina: una straordinaria Zsófia Psotta nella parte di Lili, un nome che con la sua doppia “l” ci evoca la liquidità di un mondo che scivola alla deriva, e che si confronta coi più deboli, con quelli che amano isntitivamente, come gli animali, in un modo parossisticamente feroce. Viene in mente anche la Waste Land di Thomas S. Eliot: “Keep the dog far hence, that's friend to man”, che tradotta dice così: tieni il cane lontano – dallo scavare sotto la neve l'aridità spirituale post prima guerra mondiale – perché lui è amico dell'uomo – e quindi gliela sottoporrebbe in tutta la sua sostanziale essenza per fargliela affrontare. Ed ancora ci sovviene la caratteristica mitica del cane, dell'antico Anubi come di Cerbero: il cane è uno psicopompo, ovvero colui che mette in comunicazione col mondo dei morti, e dai morti, dalle Elegie Duinesi rilkiane citate all'inizio dal regista Mundruczó, ci si risveglia solo con la musica, con i canti di Orfeo (i celebri Sonetti a Orfeo di Rilke), che suona la lira, mentre nella pellicola la bambina, che fa parte di un'orchestra, incanta il suo cane e lo tranquillizza con la tromba.

Iniziatico ed esistenziale, il film si snoda come un percorso all'inferno del cane Hagen, abbandonato dal padre di Lili per non pagare una nuova esosa tassa sui cani meticci; in un'Ungheria che somiglia tanto ad un qualsiasi altro paese europeo dove i diritti sociali vengono sempre più sottomessi alla logica del risparmio, Lili viene crudelmente separata dal suo cane (interpretato prima da Luke e poi da Body quando si incattivisce) e comincia anche lei ad andare alla deriva di un'esistenza senza senso perché senza un amore veramente incondizionato, che è quello che provano l'uno per l'altra il cane e la bambina.

Lo sfondo musicale è un commentaire ben chiaro: László Gálffi, nella parte del direttore d'orchestra, fa le prove con le Rapsodie Ungheresi di Franz Liszt e l'enorme energia struggente evocata dai due brani risuona durante tutto il film a ricordarci che, come recita la Prima Elegia duinese:

Perché il bello non è che
l’inizio del tremendo, che sopportiamo appena,
e il bello lo ammiriamo così perché incurante
disdegna di distruggerci. Ogni angelo è tremendo.

(Denn das Schöne ist nichts
als des Schrecklichen Anfang, den wir noch grade ertragen, 
und wir bewundern es so, weil es gelassen verschmäht,
uns zu zerstören. Ein jeder Engel ist schrecklich.)

Lasciamoci consolare dalla musica, che sia il motivetto di Lili alla tromba, o che sia la lira di Orfeo, perché nemmeno noi sappiamo se siamo vivi o morti:

Gli angeli (si dice) spesso non sanno
se vanno tra vivi o tra morti. L’eterna corrente
trascina sempre con sé per i due regni
tutte le età e le copre col suono.

(Engel (sagt man) wüßten oft nicht, ob sie unter
Lebenden gehn oder Toten. Die ewige Strömung
reißt durch beide Bereiche alle Alter
immer mit sich und übertönt sie in beiden.).

 

Pubblicato in: 
GN20 Anno VII 9 aprile 2015
Scheda
Titolo completo: 

White God - Sinfonia per Hagen
GENERE: Drammatico
ANNO: 2014
REGIA: Kornél Mundruczó
SCENEGGIATURA: Kornél Mundruczó, Viktória Petrányi, Kata Weber
ATTORI: Zsófia Psotta, Sandor Zsoter, Lili Horváth, Szabolcs Thuroczy, Lili Monori
FOTOGRAFIA: Marcell Rév
MONTAGGIO: David Jancso
MUSICHE: Asher Goldschmidt
PRODUZIONE: Proton Cinema, Pola Pandora Filmproduktions, Filmpartners
DISTRIBUZIONE: Bolero Film
PAESE: Germania, Ungheria, Svezia
DURATA: 119 Min

Uscita al cinema 9 aprile 2015

Premio della sezione Un Certain Regard al 67°Festival di Cannes

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