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La Spezia. Le Radici unconventional di Bosso e Brunello
Venerdì 13 febbraio, alle ore 21.00 al Teatro Civico della Spezia, il secondo concerto del ciclo “Concerti a Teatro” edizione 2015, organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia, ha proposto un affascinante concerto con Mario Brunello al violoncello affiancato da Ezio Bosso al pianoforte.
Se già la lettura nel programma di sala dei nomi di questi artisti ha provocato forte interesse per la fama e l'universalmente riconosciuta eccellenza, l'ascolto del concerto ha suscitato l'entusiasmo del pubblico che ha affollato il Teatro Civico.
Il programma non era tradizionale, intendendo con questo termine la frequentazione di un repertorio tipico per questa formazione, ma presentava un percorso musicale che offriva una visione della musica del nostro tempo, con brani di Pärt, Cage e dello stesso Bosso, importante esponente a livello internazionale della corrente compositiva minimalista.
“Radici”: questo il titolo dato alla serata dagli esecutori i quali, alternandosi con interventi verbali prima dellle esecuzioni, hanno efficacemente illustrato quali fossero state le idee e le motivazioni che li hanno spinti a costruire questa proposta artistica. Bosso, in particolar modo, ha sintetizzato in poche parole la propria visione estetico-musicale la quale, in adesione ai principi della musica minimalista, utilizza semplici mezzi ed un linguaggio mai aggressivo ma sempre coinvolgente ed armonicamente gradevole, nel quale il dialogo fra i due strumenti si integra e si fonde scambiandosi spunti ritmici e melodici.
Il concerto è stato aperto con un brano di Arvo Pärt che è ormai un classico: “Fratres”, in questa occasione nella trascrizione dello stesso Pärt per violoncello e pianoforte, che ne ha elaborato diverse versioni, nel quale è subito emersa la straordinaria e conosciuta abilità strumentale di Brunello il quale, con l'apparente facilità che è propria solo dei grandi interpreti, ha affrontato con sicurezza la complessa scrittura, sostenuto perfettamente da Bosso, straordinario ench'esso nel controllo timbrico e nella cura delle dinamiche.
A seguire una geniale suite ideata e trascritta da Bosso: “John Sebastian Cage Suite”, nella quale si sono alternate trascrizioni di brani di Bach di due corali e di due invenzioni a due voci con le “Six Melodies” di Cage, scritti in origine per violino ed eseguiti da Brunello in questo caso con un “violincello”, come da lui stesso definito, cioè un violoncello piccolo accordato come un violino. Prima dell'esecuzione Bosso ha spiegato come l'accostamento dimostrasse, oltre ad evidenziare la straordinaria espressività e perizia di Brunello nell'eseguire Bach, in che modo si chiudesse un cerchio nella storia compositiva e come si passasse dalle origini, dalle radici appunto, ai nostri giorni, utilizzando uno schema di alternanza di due voci, di due linee melodiche, che accomunano la scrittura bachiana e quella di Cage.
Dopo aver regalato momenti di grandissima suggestione con la Suite, l'esecuzione di un brano fuori programma, tratto da quella straordinaria composizione che è il Quartetto della fine dei tempi di Messiaen, scritto durante la reclusione in un lager, ha anticipato il brano conclusivo del concerto, la Sonata n.1 per violoncello e pianoforte di Bosso, nella quale sono emerse con chiarezza le caratteristiche compositive dell'autore: adesione e rispetto di forme fondamentali nella storia del linguaggio musicale come quello della “sonata”, linguaggio armonico essenziale ma efficace, micro ripetizioni e variazioni delle idee musicali in adesione ai principi della musica minimalista, capacità di trascinare e coinvolgere l'uditorio in un percorso musicale ed emotivo progressivamente sempre più intenso, sino a scatenare entusiastici applausi e ripetute chiamate in scena al termine dell'esecuzione, in un'atmosfera di gratificazione collettiva e sincera attestazione di ammirazione per la bravura degli esecutori.