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Stéphane Hessel. A conti fatti con la vita e la poesia
A conti fatti…o quasi è il nuovo libro di Stéphane Hessel, autore del recente pamphlet Indignatevi!. Il libro è stato tradotto da Sergio Arecco ed è edito dalla casa editrice Bompiani. Stéphane Hessel è nato nel 1917 a Berlino e, stabilitosi in Francia nel 1925, ha viaggiato per il mondo intero nel corso della sua carriera diplomatica. Fu un combattente del movimento France Libre durante la Seconda Guerra Mondiale, poi deportato a Buchenwald.
Stéphane Hessel è stato segretario della commissione ONU che ha elaborato la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Sempre molto attivo in diverse associazioni militanti, è stato ricompensato con numerosi premi e nel 2006 ha ricevuto la Legion d’onore. È scrittore e poeta, nel 2011 ha pubblicato con enorme successo in Italia e in Francia il pamphlet Indignatevi!.
A conti fatti…o quasi racconta il viaggio mentale che il poeta ha fatto nel corso della sua vita, soffermandosi soprattutto sugli incontri che lo hanno segnato particolarmente, come ad esempio quello con con Edgar Morin, o quello con Jean-Paul Dollé. Il libro è strutturato in undici capitoli, in ognuno di essi sono presenti dei titoli che rimandano alla narrazione, preceduti da poesie di vari autori (come ad esempio Johann Wolfgang Goethe, Rainer Maria Rilke, Guillaume Apollinaire) che fanno da cornice alla narrazione dei suoi piacevoli discorsi e pensieri.
Il lessico usato è semplice, limpido e chiaro, caratterizzato per lo più dall’ipotassi, ossia da un periodare di ampio respiro, ricco di subordinate. Il libro ruota attorno ai lunghi momenti trascorsi dal poeta assieme agli amici che ha incontrato nella sua vita e si incentra soprattutto sull’importanza dei valori e dei princìpi che l’uomo ha perso e continua a perdere. La morale che vuole trasmettere il saggio è che l’uomo, per emergere dalla sofferente arroganza della quotidianità, deve semplicemente “indignarsi” di ciò che gli accade attorno, ma fare ciò non significa negare l’esistenza delle qualità e vedere solo la negatività, bensì creare una ricca struttura di convincimenti etici (come afferma lo scrittore ).
Inoltre, l’autore si sofferma molto sugli errori compiuti nel corso della storia dell’uomo perché spera che questo lo porti a riflettere e a non ripeterli. Lo scrittore afferma che non bisogna solo “indignarsi” bensì si dovrebbe creare uno stimolo che ci spinga a migliorare sempre di più. Quindi, dopo l’indignazione, occorre costruire un’architettura di fondamenti come l’amicizia, la lealtà, l’amore, insomma tutti quei princìpi su cui la filosofia e la poesia si basano.
Stéphane Hessel spiega in maniera discorsiva che per fare ciò bisogna “tornare al passato” per poter progredire in meglio. Il saggio è caratterizzato anche da attente e splendide osservazioni che sembrano in una prima lettura ovvie, ma che dopo diverse riletture diventano il fulcro e la chiave su cui si dovrebbero, per quanto possibile, basare le fondamenta della nostra società, come quando l’autore dice che tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. (note di p. 24)
A conti fatti…o quasi invita il lettore a prendere sempre una posizione di fronte alla vita, a non lasciarsi divorare dal malessere quotidiano dell’inettitudine, bensì a cercare ed animare giorno dopo giorno quella luce della consapevolezza che esistiamo e dunque a credere di più in noi stessi e nelle nostre potenzialità.