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Stradivarius Alto. Kabalevsky e le sue composite perle russe
L'etichetta inglese Alto attraverso Stradivarius diffonde un cd che riassume molto compiutamente parte dell'opera di Dimitri Kabalevsky, con la Russian Cinbemtographic Symphony Orchestra diretta da Mnatsakanov Walter e Anatoli Sheludiakov al piano, possiamo descrivere un ritratto di questo compostore russo contemporaneo di Prokofiev e Shostakovic e che, al contrario di loro, non è stato colpito dalla mannaia delle denunce per formalismo di Stalin.
Meno sperimentatore dei due maestri russi, Kabalevsky è nato a San Pietroburgo nel 1904 (spentosi a Mosca nel 1987) in piena epoca sovietica, e fu tra i fondatori dell'Organizzazione dei compositori dell'Unione Sovietica: nel 1940 ha aderito al Partito Comunista e, di certo meno avventuroso nella scrittura musicale e per carattere, finì comunque nella lista dei “colpevoli” sovvertitori della musica russa allestita da Andrej Zdanov nel 1948, epperò facendo ammenda di questi “inconsulti errori” scampò la censura aggiudicandosi anche due premi Stalin
Nonostante questo, Kabalevky si mostra altresì di levatura nella composizione e le influenze dei colleghi – portati di anno in anno dalle stelle alle stalle dal regime staliniano – si ravvisano subito come anche quelle dell'”occidentale” Ciajkovskij, specialmente dei Winter Dreams nell'Ouverture patetica che introduce alla lettura musicale, nondimeno al Piano Concerto n.1, che ci è sembrato particolarmente compiuto nella realizzazione. Gli effetti brillanti colpiscono e rendono l'ascolto piacevolissimo: delle perle iridate sbocciano al fraseggio del pianoforte di Sheludiakov (1957) che svela le influenze di Prokofiev e soprattutto delle ombre di Rachmaninoff nella sua tragicità surmonatata da una marche funèbre che ritma il secondo movimento (Moderato), introdotto da un primo più lieve. E' solo nel Vivace marcato del terzo movimento che si rischiara l'atmosfera e l'ostinato riverbera una speranza su un tema profondamente russo e carico di lirismo raffinato.
Il Poema sinfonico op 65 'Spring' (1960, che raccoglie materiale già presente nella colonna sonora del film “The Sisters”, stilla letteralmente rugiada dalle sue note: un fraseggio caudato di valzer con una struggenza nell'animo. Nella seguente Rapsodia per piano e orchestra su “School Years” op.75 (1963) si ode un che di americano – pensiamo ad Aaron Copland - ed un touche naïf tipico della musica per bambini che componeva in quel periodo.
La suite per orchestra The Comedians op 26 (1940) viene qui presentata nei suoi dieci brani principalmente conosciuti: fu scritta da Kabalevsky poco prima di iscriversi al Partito Comunista, tra 1938-39, e l'ispirazione deriva dalla commedia per bambini dello scrittore ebreo Mark Daniel, sulla storia di alcuni attori ambulanti. Il paragone diretto è naturalmente alla musica per balletto Gayane o la Masquerade di Aram Khachaturian, - con quest'ultima viene spesso assemblata in cd - per l'estrema leggerezza e raffinata compostezza della musica che si scopre di una rifinita fattura, come nelle piacevolissime marcette e nel celebre Galop.
La Russian Cinbemtographic Symphony Orchestra diretta da Walter Mnatsakanov mostra la sua perizia di lunga data insieme ad un tocco soave e squisitamente russo come quello del piano di Anatoli Sheludiakov.