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Stradivarius. Ciampi e Tricomi nel Rinascimento
Interessante questo CD Stradivarius, distribuito da Milano Dischi, che attira l'attenzione già per il titolo: Ruzìr – Arie e balli popolari del XVII secolo nelle trascrizioni per strumenti a tastiera. Esecutori Fabiana Ciampi all'organo (anzi, agli organi, come vedremo in seguito) e Fabio Tricomi, violino, flauto diritto e da tamburo, tamburo e tamburello.
La tipologia degli strumenti usati ed anche il nome Ruzìr connotano e collocano cronologicamente il repertorio. Ruzìr è infatti la storpiatura dialettale del nome Ruggero, personaggio dell'Orlando Furioso, che si identificava con una melodia popolarissima ed utilizzata da molti compositori rinascimentali. Da qui l'efficace idea di raggruppare nel CD una serie di composizioni di autori diversi che avessero come denominatore comune l'utilizzo di melodie che rappresentavano, per quei tempi, dei veri e propri hit conosciuti e cantati o ballati ovunque in Europa.
In sorta di hit parade dell'epoca ecco quindi il “Ballo di Mantova”, “Ruggiero”, appunto, l'”Aria della Monica”, la “Bergamasca”, l'”Aria di fiorenza” ed, in ultimo, una “Battaglia”, termine che indicava una precisa tipologia di composizione con un caratteristico andamento movimentato e ritmicamente incalzante.
Prima di aggiungere qualche considerazione sui brani ottimamente eseguiti da da Fabiana Ciampi e Fabio Triconi un'altra precisazione che rende ancora più interessante il CD. Come detto nelle prime righe Fabiana Ciampi, organista, utilizza più organi, così come Triconi alterna l'uso di strumenti a fiato, il violino o le percussioni. La location della registrazione è la Chiesa della SS Trinità a Bologna che è caratterizzata dalla presenza di ben quattro organi storici, tutti attualmente restaurati ed utilizzabili, con i risultati timbrici ed espressivi che è possibile apprezzare in questo CD. La presenza di più organi, generalmente due, non è rara nelle grandi chiese storiche italiane. Questa caratteristica ha del resto influenzato la nascita e lo sviluppo di forme musicali ben precise nelle quali l'alternanza e la contrapposizione era la base espressiva di forme vocali e strumentali nel rinascimento prima e nel barocco poi. Anche Bologna possiede diverse chiese con queste caratteristiche e splendidi strumenti. La chiesa della SS Trinità rappresenta però un'eccezione proprio per aver conservato al suo interno addirittura quattro strumenti con diverse caratteristiche.
Passando ai brani, la suggestione ed il fascino sono immediati sin dall'ascolto della prima traccia. Ciampi e Tricomi trasportano l'ascoltatore in un mondo tanto lontano quanto però piacevolmente familiare delle corti rinascimentali e dei cantori di strada, delle feste popolari come delle cerimonie nelle corti.
Il sapiente utilizzo delle combinazioni timbriche del'organo di volta in volta utilizzato affiancato ora dall'arcaico timbro del flauto dritto o dall'universale e senza tempo suono del violino oltre alle percussioni che rendono subito vitale e danzante la melodia eseguita rendono l'ascolto estremamente piacevole e creano una sorta di curiosità nel desiderio di scoprire, terminato un brano, quali caratteristiche riserverà il successivo.
Ognuno potrà stilare una personale classifica di gradimento, ma credo sarà per molti una piacevole sorpresa scoprire come alcune di queste melodie facciano parte ancora oggi di un repertorio conosciuto. Su tutte il “Ballo di Mantova”, ancora presente oggi nella tradizione popolare bolognese ma che ha ispirato nel tempo molti compositori (utilizzato per esempio da Smetana come tema nella “Moldava” e soprattuto come base melodica per l'inno nazionale israeliano “Ha Tiqvah”). Oltre a questo, trascinanti e realmente incarnazione di uno spirito danzante popolare i brani “Ruzir” che dà il titolo al CD e la “Bargamasc”, così come il malinconico “Almande de la nonette” di anonimo olandese sull'Aria della Monica riporta in un contesto più intimo e poetico. Il mondo delle corti rinascimentali appare nella maestosità e pomposità del “Ballo del Granduca” di Sweelinck o nel “Bayle del Grande Duque” di anonimo spagnolo entrambi sullAria di Fiorenza.
La “Battaglia” di Storace conclude trionfalmente questo florilegio, e la perizia ed il gusto con i quali Fabiana Ciampi e Fabio Tricomi hanno fatto rivivere queste composizioni un tempo così popolari, provocheranno negli ascoltatori, ne siamo certi, la nascita di “tarli musicali” che faranno riecheggiare e, chissà, forsanche fischiettare qualcuna di queste melodie, decretando la loro immortalità nonostante giungano da un mondo sicuramente distante cronologicamente e per la struttura sociale, dimostrando come il linguaggio musicale possa attraversare il tempo senza nulla perdere in piacevolezza e freschezza.