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Stradivarius. L'arte della trascrizione secondo il Wanderer Guitar Duo
L'ascolto, e la scelta, di un CD può essere condizionato da diversi fattori, che vanno dalla curiosità per un repertorio conosciuto o sconosciuto, dalla perizia e fama dell'esecutore ma anche dalla casualità con la quale si fanno delle piacevoli scoperte. Il CD Stradivarius “Der Wanderer”, distribuito da Milano Dischi, registrato dal Wanderer Guitar Duo appartiene senza dubbio alla categoria delle piacevoli sorprese.
Due interpreti giovani e talentuosi, Giacomo Copiello e Michele Tedesco, sostenuti dall'entusiasmo e dalla curiosità che è sempre motivo di gioia osservare nelle nuove generazioni di musicisti, hanno registrato un interessante CD contenente, oltre a quattro brani originali di Mertz, una serie di trascrizioni di importanti autori romantici: Brahms, Schubert e Franck.
L'arte della trascrizione è antica ed intrigante, ma può essere arma a doppio taglio. Trasportare e riversare in un ambito timbrico diverso brani concepiti in un certo modo dagli autori può snaturare e dequalificare l'ascolto, lasciando una sgradevole sensazione di incompiutezza. Nel passato in certi casi la trascrizione era molto utile: nel secolo XIX trascrivere per pianoforte a quattro mani delle sinfonie di Beethoven, per esempio, consentiva la divulgazione e la conoscenza ad un pubblico più vasto di quello che frequentava le sale da concerto, non esistendo ancora i moderni mezzi di registrazione e riproduzione. Superata questa limitazione, la trascrizione assunse un significato diverso e forse più interessante: dimostrare come alcuni autori “funzionassero” in ogni caso, grazie alla genialità delle idee musicali, armoniche o formali.
Il Wanderer guitar duo applica perfettamente questo concetto, scegliendo prima di tutto autori che sono al di sopra di qualsiasi rischio di delusione per la bellezza della loro musica: Brahms, Schubert e Franck, ed i secondo luogo esaltando, grazie all'ottimo livello tecnico in possesso, anche particolari che nelle versioni “originali” possono sfuggire. Inoltre la formazione in duo consente in ogni caso una possibilità di varietà timbrica e dinamica aumentata rispetto alla chitarra solista, concetto che può sembrare ovvio e banale ma che non sempre è realizzato e sfruttato con buoni risultati. L'utilizzo infine di strumenti storici contribuisce ulteriormente alla creazione di un'atmosfera sonora di grande suggestione ed efficacia.
Autori al di sopra di ogni sospetto, si diceva. Le tracce propongono il Brahms quasi accademico delle variazioni tratte dal Sestetto op.18 e lo Schubert inquieto del lied Der Tod und Mädchen ma anche geniale nel corposo Quartetto in sol minore D171. L'ascoltatore esperto o neofita potrà esprimere la propria graduatoria di preferenza per questi brani nei quali forse la trascrizione, non per deficienze tecniche o espressive degli interpreti, ma per oggettivi limiti timbrici della chitarra rispetto al quartetto d'archi, risulta meno convincente nel Quartetto schubertiano, che mantiene in ogni caso indubbio fascino ed oggettiva bellezza.
A nostro parere però il brano che da solo giustifica l'acquisto del CD è la trascrizione del Preludio, Fuga e Variazioni op.18 di Franck. Non se ne abbiamo a male i colleghi organisti, ma questa affascinante composizione scritta per armonium non trova la massima esaltazione con il timbro dell'organo. Già la trascrizione per pianoforte di Harold Bauer evidenzia lo charme e l'immediata piacevolezza del brano. La trascrizione per due chitarre di Matanya Ophee dà l'impressione di aver trovato il timbro ideale per che merita un brano così concepito. L'attacco del tema iniziale con il malinconico basso discendente, ma anche il breve fugato e la ripresa del tema iniziale variato solo ritmicamente con uno scorrevole disegno di semicrome conquistano immediatamente l'ascoltatore, grazie anche all'inappuntabile esecuzione di Giacomo Copiello e Michele Tedesco.
Il cd termina con quattro brani, originali in questo caso, di Mertz, autore ottocentesco, nei quali è confermata la cura e la perizia con i quali gli esecutori affrontano anche brani di repertorio.