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Stradivarius. Nell'intimità oscura di Dowland
“In darkness”: un ammaliante CD Stradivarius, distribuito da Milano dischi, nel quale il liuto di Paul Beier e la voce del controtenore Michael Chance propongono una serie di composizioni John Dowland.
Dowland (1563-1626) è stato sicuramente uno dei liutisti e compositore di scuola inglese più interessante del suo tempo. Personaggio particolare, tormentato per tutta la vita dal rammarico di non poter realizzare il suo sogno ed obiettivo, diventare musicista presso la corte reale inglese, a suo parere per una serie di ostacoli più dovuti ad azioni umane ed invidie che al semplice destino, ha lasciato una serie di raccolte nelle quali emerge la genialità e la grande sensibilità.
Nel suo errare per l'Europa ebbe modo di confrontarsi con ambienti culturali e musicali fra i più diversi ed una componente costante di malinconia ed amarezza appare come costante nei suoi brani così come nella scelta dei testi utilizzati.
Lo stesso titolo scelto per il CD, “In darkness”, sintetizza la sua visione dell'esistenza condizionata da un malessere costante ed irrisolta irrequietezza.
“...Ch'io dimori nel buio; sarà afflizione il suolo, sgomento il tetto, sprangando a me la luce lieta; nei muri di marmo, umidi in silenzio piangeranno; la mia musica, stridenti suoni d'inferno, a cacciare il sonno amico: così, sposato alle mie pene, a letto nella tomba, oh, ch'io viva morendo, finchè la morte venga...”.
Un vero e prorpio manifesto di pessimismo esistenziale, che si traduce in una musica magistralmente interpretata da Michael Chance sin dalle prime battute, nelle quali la voce, con incredibile controllo nella dinamica, si manifesta come apparendo dall'aldilà. Solo l'esecuzione e la bellezza di questo brano giustificherebbero l'acquisto del CD.
Il CD è costruito alternando brani per liuto solo a brani nei quali accompagna la voce, una sapiente alternanza nella quale, pur accostando brani appartenenti a raccolte diverse, lo stile del brano per strumento solo costituisce una sorta di preludio e preparazione al climax del brano con la voce.
La voce di Michael Chance risulta straordinariamente espressiva e particolarmente adatta per questo repertorio, ed altrettanto accurata ed efficace la lettura di Paul Beier, esaltando entrambi una delle caratteristiche tipiche della letteratura per questo organico in generale e di Dowland in particolare: una musica che non si può definire da camera e quindi necessariamente condivisa, ma al contrario quasi personale ed intima, destinata ad esecuzioni solitarie e meditative, come quando si sente il bisogno di isolarsi dal mondo con la complicità di un libro amato in un ambiente protettivo ed amico.
Musica raffinatissima, esecutori particolarmente ispirati, autore geniale: un CD da consigliare agli appassionati ma anche a chi non è particolarmente esperto di questo momento della storia della musica inglese.