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Stradivarius. Nostalgiche suggestioni nordiche
Un cd come questo pubblicato da Stradivarius con GliArchiEnsemble, non può che avere questo titolo: Suggestioni, io aggiungerei nordiche, partendo da Carl Nielsen, Grieg, poi Sibelius, ed in ultimo la carte blanche a Čajkovskij col suo Souvenir de Florence. Stradivarius ha editato questa incisione di raffinata prospettiva nordica tardo ottocentesca, che lima quei rigori invernali con gusto squisitamente romantico e nostalgico.
La formazione che si è incaricata di questa esecuzione è cameristica e siciliana e si chiama Gli Archi Ensemble: gli undici musicisti si dividono in tre violini primi, tre violini secondi, due viole, due violoncelli ed un contrabbasso. La continua collaborazione col Teatro Massimo di Palermo e le stagioni inaugurate con la RAI di Palermo, oltreché l'esperienza internazionale nell'ambito del Sidney Italian Festival, in Cina, Brasile, Argentina e Uruguay tra le altre, rendono l'ensemble, formatosi dieci anni orsono, fluido e ben sincronizzato nell'interpretazione della flessuosità di un suono che tutto deve alle sue sottigliezze timbriche, al fraseggio, ai glissandi struggenti degli archi.
Il primo brano che ascoltiamo è del danese Carl August Nielsen (1865-1931) , la Little suite op. 1 FS6 (1888) in la per archi: originalmente nata come quintetto d'archi, fu ampliata da Nielsen su suggerimento del suo maestro, Niels Gade. La suite inizia con un lento ostinato, il Preludium, su tema lirico-elegiaco probailmente rielaborato da una canzoncina ascoltata da Nielsen durante la sua infanzia. L'Intermezzo si evolve con un valzer piacevolmente esuberante che diviene un Allegro con brio nel Finale che all'inizio riportava il tema elegiaco del Preludio, stemperandosi poi in un'animata sonata di cui la struggenza sottile è sottolineata dal nostro ensemble.
Le Melodie n. 1 e n. 2 op. 53 (1891) del norvegese Edvard Grieg (1843-1907) sono state arrangiate da due canzoni del folklore norvegese: la prima, Norsk, in origine aveva il titolo di Fyremal (Lo scopo) e fu scritta nel 1880; la seconda, Det første Møte, ovvero Il primo appuntamento, è presa da una canzone del 1870 ispirata ad una poesia di Bjørnstjerne Martinus Bjørnson (autore dell'inno nazionale norvegese e direttore del Teatro di Bergen). I toni sono elegiachi e della seconda melodia, che proviene dalla raccolta The Fisher Maiden op. 21 (da una novella di nuovo del poeta Bjørnson), esistono pregevoli versioni per canto, una delle migliori con la Flagstad. L'arrangiamento per orchestra data 1890.
In principio l'Andante Festivo di Jean Sibelius (1865-1957) era stato composto nel 1922 per quartetto d'archi per inaugurare i 25 anni delle segherie Säynätsalo. È solo nel 1938 che il compositore finlandese ne adatta la partitura per orchestra d'archi e timpani ad libitum, dirigendolo alla radio lui stesso nel 1939. Il flusso melodico e cantabile è continuo ed intervallato da dei rubati, concependo una tela corta ma intessuta di solennità che arricchì la festa del il matrimonio della nipote Ritta Sibelius nel 1929.
Il meraviglioso incipit del Souvenir de Florence Op. 70 di Pëtr Il'ič Čajkovskij (1892), omaggio del compositore russo a Firenze e all’Italia che visitò per la prima volta nel 1878, è un sestetto dall'intarsio raffinato quanto trascinante, che il russo ha finito di comporre nel 1892 nella sua versione definitiva. Vi si riconoscono sia temi dal folklore russo sia del belcanto italico con un esplosivo Allegro con spirito iniziale dalle suggestioni coinvolgenti: si prosegue con un Adagio cantabile e con moto tradotto espressivamente da un duetto tra violino e violoncello, che ritrae quasi una serenata. Le intense variazioni che lo sottendono condurranno ad un Allegretto moderato danzante dal profilo ritmico che sfocia nel finale Allegro con brio e vivace che si nutre di contrappunti con un finale virtuosistico che rimane impresso quanto l'esecuzione densa di scriniature interpretative de GliArchiEnsemble, di cui consigliamo vivamente l'ascolto anche delle altre incisioni disponibili.