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Suburra ovvero l'etica dell'empietà
Assistere ad un film sulla Roma rovesciata come nella locandina del film Suburra a firma di Stefano Sollima - tratta dal libro di Giancarlo De Cataldo e con la sceneggiatura di Stefano Rulli e Sandro Petraglia -, il giorno dopo le dimissioni di Ignazio Marino da Sindaco di Roma, fa pensare. Strano che non faccia pensare poi molto i protagonisti e costruttori di quell'architettura filmica che indaga fra l'altro proprio Mafia Capitale ed i suoi notevoli allacci col potere centrale: vedi Parlamento.
Durante la conferenza stampa, infatti, c'è stato poco tempo per le domande, vista l'enorme prima fila del mediatore che soprattutto incensava il film appena visto dalla platea, cosa che oltremodo azzerava la critica. Sono riuscita a “spillare” una domanda per prima solo perché mi sono “catapultata” appena aperto (e poi richiuso) lo spazio ed ho chiesto: “Il 12 novembre 2011 (il giorno dell'Apocalisse in Suburra) è il giorno della caduta del Governo Berlusconi (delle sue dimissioni), qual è il motivo della scelta di questo giorno? La domanda è per gli sceneggiatori in primo luogo.” Mi risponde Sandro Petraglia dicendo: “Non è un riferimento ad un particolare governo ma ad una situazione in fase di scoppio: è un'analisi del male dall'interno, senza nessun eroe positivo e senza nessuna salvezza, un'etica empia quella che si propone nel film”.
La Suburra nell'antica Roma era il luogo malfamato d'incontro tra malavita, politica corrotta, prostituzione: tutto questo viene mostrato ampiamente nel film dove le donne hanno solo lo statuto di tossiche (Viola impersonata da Greta Scarano) e compagne di un boss, oppure di escort (Giulia Elettra Gorietti nella parte di Sabrina): altro non v'è per loro in un film misogino e sul malaffare di una città eterna di cui solo Pasolini poteva riconoscere la poesia nelle periferie. Film scuro che riassume le vicende di un politico che ritrae l'UDC Mele da una parte, con la sua vicenda della prostituta quasi morta per overdose nel 2007 che lui non voleva portare all'ospedale per non rimanere coinvolto; dall'altra, uno dei politici corrotti con Mafia Capitale, Carminati e tutta la malavita che staziona nelle periferie, Ostia in primis e Casamonica in ascesa. Un ritratto che sullo sfondo offre le prossime dimissioni del primo prelato della Chiesa, ossia Papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) in realtà avvenute ben due anni dopo, nel febbraio 2013.