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Take Shelter. Un thriller d'atmosfera per Jeff Nichols
Dopo aver conquistato la critica internazionale con la sua sorprendente potenza visiva, Take Shelter fa il suo atteso ingresso nelle sale italiane, grazie al ritmo incalzante della messa in scena e alla notevolissima interpretazione dei suoi protagonisti. Scritto e diretto da Jeff Nichols (Shotgun Stories, Mud), la pellicola entra a pieno titolo nel filone dei thriller psicologici, portando sul grande schermo, con sapienza ed efficacia, gli allucinati disturbi della psiche umana, scossa da terrificanti visioni apocalittiche e da oscure catastrofi imminenti.
L’opera è stata accolta con grande entusiasmo al Sundance Film Festival 2011, al Festival Internazionale di Toronto 2011 e al Festival di Cannes 2011, aggiudicandosi il Gran Premio delle Giuria nell’ambito della Settimana Internazionale della Critica e del Premio Fipresci.
Curtis LaForche (Michael Shannon) è un uomo tranquillo che vive in una piccola cittadina dell'Ohio, assieme alla moglie Samantha (Jessica Chastain) e alla figlia Hannah, sorda dalla nascita. La famiglia LaForche conduce una vita modesta, Curtis è operaio mentre Samantha è casalinga e sarta part-time, ma il denaro per le spese quotidiane e l'assistenza sanitaria di Hannah non basta mai. Ciò nonostante sono una famiglia felice. Un giorno Curtis inizia ad avere delle terribili visioni su violente tempeste, che decide di tenere per sè. Ma con l'aumentare delle allucinazioni, l'uomo inizia a comportarsi in modo ossessivo, arrivando a costruire un rifugio nel cortile per proteggere la sua famiglia dalle minacciose tempeste. Il comportamento apparentemente inspiegabile di Curtis genera tensioni nel suo matrimonio e conflitti con gli altri abitanti della comunità.
Jeff Nichols ci regala un buon thriller d'atmosfera, rappresentando bene il senso d'impotenza dell'uomo di fronte alla forza potenzialmente distruttrice della natura. Ben riuscita la dialettica tra il bene, rappresentato dalla luce spirituale della famiglia, e l’oscurità e il senso di apocalisse, rappresentato dalle fasi buie della psiche. Un film tuttavia che si affida senza dubbio più all'estetica dell'angoscia (evidente sin dalle prime inquadrature) che a un vero e proprio approfondimento psicologico.