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Teatro Antigone. Il Pittore e la sua Musa
In un teatro dal nome di una combattente, Antigone, si è svolta una serata dedicata ad una Musa nelle vesti di una ballerina, Giulia Fabrocile, che ispira ed è a sua volta ispirata da un pittore, nella parte Maury Incen, protagonista con lei di un monologo che si situa a Parigi, un interno bohèmien in cui si potrebbe immaginare Modigliani con la moglie Jeanne, in preda a qualche delirio tra l'amoroso ed il pittorico. “A te che m'hai rubato il cuore” ha presentato lo spettacolo per soli due giorni, il 5 e 6 giugno scorsi, con la Compagnia Danza e Parola.
Cosa c'entra la Gioconda? Lo scopriremo dai racconti di Vincenzo Peruggia, che qui ha una statura diversa da quella del ladro dell'opera magna di Leonardo, che parla anche attraverso quelle “parole non dette che sono le piu' importanti”. I gesti, i versi, i lamenti del protagonista si rivolgono ad una Musa, nella parte di ballerina – classica, prima con un tutu' eburneo poi ebano – muta: si esprime col corpo, come tutte le ballerine. Ed è una storia d'amore che vediamo rivelarci sul palco, con sensibilità acuta, in atti successivi, come a dipanare una matassa fin troppo aggrovigliata, tanto da scemare in violenza.
Interludi che fissano lo spettatore rendendogli semplice l'identificarsi prima con l'una poi con l'altro: due esseri umani finalmente senza maschera, il cui volto si desta in tutte le sue espressioni, anche nei camouflage successivi che rendono intriganti gli atti. Una passione che risveglia gli animi come i corpi si agita sul palcoscenico, dai passi di danza classica fino ad una moderna interpretazione di quello che potrebbe essere il “Sogno della Gioconda”, enigma insoluto che Leonardo ha sotteso ai posteri svelando un arcano nell'arcano.
Alla fine il quadro si materializza, esponenzialmente, in due percorsi, quasi a diramare una nuova tela: la Musa ballerina diviene tutt'uno col quadro, prendendone le sembianze fin nei lunghi capelli, ergendosi sulle punte che spingono verso l'alto per far atterrare su un infinito clamore che riscalda il cuore e riabilita un furto reale quanto metaforico di un quadro che rappresenta la natura Italiana di questo genio totale.