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Teatro Argentina. Peppe Servillo racconta l'Histoire du soldat
Nella stagione della Accademia Filarmonica Romana al Teatro Argentina un programma insolito e intrigante è stato proposto dall'Ensemble Roma Sinfonietta diretto da Fabio Maestri, che ha visto la partecipazione di Peppe Servillo.
Due pezzi solistici hanno aperto il concerto il primo interpretato dal bravo Luca Cipriano è stato i Tre pezzi per clarinetto solo di Stravinskij, è una breve composizione di quattro minuti. È legato al Histoire du soldat perché Werner Reinhart, buon clarinettista dilettante per cui fu composto, che aveva finanziato il primo allestimento dell'Histoire du soldat; furono eseguiti la prima volta a Losanna l'8 novembre 1919 da Edmond Allegra. Il clarinetto indicato (in la nei primi due, in si bemolle nel terzo) è il Boehm, il primo dei Tre pezzi, "sempre p(iano) e molto tranquillo", è una monodia imperniata sulle note gravi dello strumento, solo nella conclusione aumenta la velocità e l'intensità. Il secondo pezzo brillante, non ha alcuna sbarra di battuta, come in una improvvisazione, ricca di fioriture è nella parte centrale più pacata. Il terzo pezzo estroso e brillante con continue variazioni ritmiche è stato accostato, al Tango e al Ragtime dell'Histoire.
Il secondo Elogio per un’ombra per violino solo di Goffredo Petrassi è un omaggio ad Alfredo Casella che lo aveva sostenuto nei suoi esordi internazionali. All’inizio Petrassi era stato un classicista e questo aveva creato una “affinità elettiva” tra lui e Casella, in seguito la costante ricerca espressiva del compositore lo aveva portato ad esplorare generi diversi quali la musica sacra, la musica sinfonica e infine quella cameristica con personali soluzioni dodecafoniche. Questo a solo per violino del 1971 appartiene alla tarda maturità artistica, caratterizzata da un interesse per le formazioni da camera. Il ritorno al classicismo di questa composizione di 12 minuti è nel ricordo di Casella, la composizione ha una struttura ABA, è aperta e chiusa da un Adagio malinconico, mentre la parte centrale Quasi presto è stato definito da Massimo Mila un “contrappunto alla Scarlatti”, Marco Serino ne è stato il bravo interprete.
La terra del rimorso di Marcello Panni è una seducente e trascinante esplorazione di alcuni temi popolari del Salento. Ora, però, lasciamo la parola all’autore che di questa composizione dice:” Nel mio trascorso incarico di direttore dell’Orchestra Tito Schipa di Lecce ho realizzato a più riprese l'Histoire du soldat di Stravinskij, con le prime parti dell’orchestra. Per completare il programma ho avuto l’idea di trascrivere per l’insolito ma geniale gruppo di sette solisti (violino e contrabbasso, clarinetto e fagotto, tromba e trombone più un percussionista) alcuni fra i più popolari motivi della musica di tutti i tempi, che ho raccolto poi sotto il nome generale di Pop songs, arrivandone a scriverne una quindicina in due anni. L’idea di Stravinskij che scrive la sua Storia per una orchestrina da fiera durante i tempi bui della Grande Guerra usando materiali attinti ad altre culture (jazz, folk corali etc.) mi ha ispirato per una serie di ri-creazioni di melodie d’opera o di canzonetta, verdiane, belcatistiche o religiose, purché siano nelle orecchie di tutti, seguendo in questo la lezione di Berio, che all’arte della trascrizione ha dedicato molto del suo lavoro. Per questo i Popsongs sono dedicati “allo spirito di Stravinskij e all’anima di Luciano Berio, maestri insuperabili”. I tre pezzi raccolti sotto il titolo La terra del rimorso formano una composizione a sé nel ciclo dei Popsongs, e sono basati su melodie molto note nel Salento”. La coinvolgente esecuzione dell' Ensemble Roma Sinfonietta sotto la direzione di Fabio Maestri ha entusiasmato il pubblico presente che ha lungamente applaudito autore ed esecutori, una speciale acclamazione è stata tributata al bravissimo Sandro Pippa alla tammorra.
L'Histoire du soldat, che ha chiuso il concerto e pezzo forte del programma, è un'opera da camera in un atto composta da Igor Stravinskij nel 1918 su libretto in francese di Charles-Ferdinand Ramuz. Fu rappresentata al Teatro Municipale di Losanna per la prima volta il 28 settembre 1918, diretta da Ernest Ansermet. Il soggetto si basa su due fiabe popolari russe (Il soldato disertore e il diavolo e Un soldato libera la principessa) tratte dalla raccolta di Afanas'ev, pubblicata fra il 1855 e il 1864. È una composizione profondamente antimilitarista concepita per il teatro di strada come rappresentazione itinerante, prevede un organico ridotto: violino, contrabbasso, clarinetto, fagotto, cornetta a pistoni, trombone e un batterista, più il direttore, a cui si aggiungono: il narratore, due attori e due ballerini. La riduzione dell'organico strumentale fa sì che le parti, siano solistiche e richiedano solisti di altissimo livello, l’Ensemble Roma Sinfonietta ha assolto la difficile impresa con grande bravura sotto la guida esperta e autorevole di Fabio Maestri. In perfetta sintonia con l’orchestra, la trascinante narrazione, di Peppe Servillo, che ha curato la riduzione del testo e ne ha posto l'accento sulle radici popolari, usando il napoletano per il soldato e l'italiano per il diavolo, che incarna il potere, è stata salutata da lunghi applausi per tutti gli interpreti.