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Sesso, politica e menzogne senza pudore. Nulla di nuovo dunque nello spettacolo “Se devi dire una bugia dilla ancora più grossa”, andato in scena al Teatro Comunale di Casalpusterlengo (Lodi) domenica 13 novembre 2011. 

Pur essendo il seguito di un altra opera firmata da Ray Clooney, la quasi omonima “Se devi dire una bugia dilla Grossa”, la farsa è perfettamente godibile a sé stante e segue il noto schema della commedia degli equivoci. Protagonista è l'Onorevole Riccardo De Mitri, ministro della Repubblica, interpretato da un credibile Antonio Catania. Il personaggio, tanto inquietantemente realistico che potrebbe venire dalle cronache politiche di questo macabro presente, si trova in una suite d'albergo (pagata dal governo) in attesa della sua amante, cui presta il volto Miriam Mesturino.

L'idillio amoroso è turbato dalla scoperta di un (presunto) cadavere che rischia di provocare uno scandalo non da poco. Per fortuna c'è Girini (Gianluca Ramazzotti) il segretario tuttofare del ministro, pronto ad immolarsi per la causa (anche se con una certa riluttanza) e a tentare di salvare il salvabile.

Se mi avessero chiesto durante l'intervallo un parere sullo spettacolo avrei senza dubbio risposto in modo positivo. Fino a quel punto la trama è un effervescente delirio di situazioni buffe e confuse, impreziosite dall'ottima mimica e dall'espressività di Gianluca Ramazzotti, che da solo vale il prezzo del biglietto.

Purtroppo a pesare negativamente sul tutto c'è la durata complessiva che, sfiorando le due ore, rende oltremodo ripetitivo lo schema dei continui fraintendimenti, perché il gioco dell'equivoco è tanto efficace quanto fragile e un reiterarlo a dismisura finisce per neutralizzarne l'effetto comico. Un vero peccato perché nella sua leggerezza lo spettacolo risultava piacevolissimo. Poi l'effetto minestra annacquata ha guastato un po' il sapore.