Supporta Gothic Network
Teatro dell'Opera di Roma. Bart risveglia Bella addormentata
L'8 febbraio è tornata al Teatro dell'Opera di Roma la mitica fiaba di Perrault messa in musica da Čajkovskij e con le coreografie di Jean-Guillaume Bart riprese da quelle orignali di Marius Petipa: per la prima volta al Teatro dell’Opera di Roma in qualità di coreografo ospite, Bart – nominato étoile all’Opéra di Parigi nel 2000 proprio nel ruolo del Principe Désiré -, ha mantenuto le scene ed i costumi di Aldo Buti ed ha scelto come assistente Patricia Ruanne. Sul podio, fino al 15 febbraio, si alterneranno David Coleman e Carlo Donadio; triplo cast per i due ruoli principali di Aurora ed il Principe: Iana Salenko, Rebecca Bianchi e Susanna Salvi al femminile; Claudio Cocino, Giacomo Luci e Vito Mazzeo, per il ruolo maschile.
Jean-Guillaume Bart ha mantenuto l'impianto coreografico sostanziale di Petipa, come afferma in prima persona nell'intervista a cura di Silvia Poletti, procedendo piuttosto ad una notazione "stilistica" che ha coinvolto le ricerche svolte da Vikharev e Ratmansky sugli appunti di Stepanov, questo procedimento si è svolto proprio nel senso di una ricostruzione più fedele e con quel brio che contraddistingueva proprio quelle originali. Di concerto con il maestro e assistente alla Direzione del Ballo Benjamin Pech, il primo maître Frédéric Jahn e con la stessa Direttrice del Ballo Eleonora Abbagnato, possiamo dire che insieme a loro Bart è riuscito a conferire quella "leggerezza" ed anche quella compiutezza che sprigionano in ogni scena. Uno sforzo del genere è giustamente meritorio per la prima raffinata musica sinfonica scritta per un ballo grande su richiesta del direttore del Teatro Marijinskij di San Pietroburgo ovvero La Bella addormentata nel bosco, composta tra 1888 e 1889 da Pëtr Il’ič Čajkovskij e che è stata rappresentata per la prima volta nel 1890 nello stesso teatro che l’ha commissionata.
Le incantate scene dove il palazzo viene sepolto dagli intrighi di alberi per difenderlo da possibili intrusi ad opera della Fata dei Lillà sono i romantici paesaggi a cura di Aldo Buti - come anche i costumi -, e le luci cangianti e ben dosate invece sono firmate da Mario De Amicis: in questo mondo incantato si muovono la principessa Aurora, interpretata con grande precisione e verve dalla ballerina ucraina Iana Salenko, prima ballerina dello Staatsballet Berlin, insieme al da poco nominato primo ballerino dell'Opera di Roma Claudio Cocino, in completa sintonia con lei. Una nota di merito alla Fata dei Lillà di Marianna Suriano, che svettava per accuratezza e leggiadria. La cattiva strega Carabosse, che lancia l'incantesimo del fuso al battesimo della Principessa Aurora e la pungerà sedici anni dopo – e che nelle versioni nordiche e dei Grimm fa chiamare Aurora giustamente Rosaspina - è stata interpretata molto bene da Annalisa Cianci (qualcuno ricorderà le versioni precedenti con Carla Fracci).
La sciarada di fiabe dei quadri finali è suggestiva, da Cappuccetto rosso al Gatto con gli stivali, - a tergo del matrimonio di Aurora con il Principe -: la seduzione misterica e flessuosa della Gatta Bianca di Erika Gaudenzi fa pendant alle avances del Gatto con gli stivali di Massimiliano Rizzo; altrettanto le Pietre Preziose di Susanna Salvi; Giovanna Pisani; Sara Loro e Federica Maine.
La bella addormentata nel bosco, con l'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma diretta con piglio sicuro da David Coleman propone uno dei capolavori del balletto “grande”, con rinnovato affiatamento e rigore tra i ballerini tutti, soprattutto nei balli di gruppo, ed un touche più moderno e vivace nelle coreografie e nell'allestimento, molto raffinatamente "pettinato" con leggera freschezza.