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Teatro dell'Opera di Roma. Lo smalto sulle punte di Coppélia
Al Teatro dell'Opera di Roma, Coppélia, dal 30 ottobre al 7 novembre 2015, uno dei balletti più ricercati a firma di Roland Petit, ripreso da Luigi Bonino e con la direzione d'orchestra di David Garforth. Nella parte di Coppelius tre ballerini in alternanza: Luigi Bonino, Denys Ganio e Manuel Paruccini; nella parte di Swanilda si alternano invece Alessia Gay e Susanna Salvi; in quella di Frantz sono Alessio Rezza, Giacomo Luci e Alessio Coviello. Le scene ed i costumi sono di Ezio Frigerio.
Non c'è alcun dubbio che Coppélia sia, fra le creazioni di Léo Délibes (1836-1891), quella più deliziosa e che gli ha portato un sicuro e pronto successo: già con le coreografie di Arthur Saint-Léon per l'Opéra di Parigi nel 1870, - con la grandeur imperiale sconfitta dall'esercito prussiano – lo ha avviato alla stessa carriera di Minkus e a quella di Čajkovskij, suo grande ammiratore, più tardi. Roland Petit, spentosi nel 2012, è colui che l'ha sdoganata dal côté più agreste, impiantandola in uno spazio in cui Coppelius, il costruttore della bambola, è un uomo solo e cultivé, che si costruisce una compagnia vivente attraverso l'automa plasmato sulle forme e l'aspetto della giovane e peperina Swanilda.
Swanilda naturalmente è innamorata di Frantz e, al contrario della Clara del racconto di E.T.A. Hoffmann, Der Sandmann (L'uomo della sabbia, 1815), e nonostante la sotterranea inquietudine che desta l'innamoramento “cieco” di Franz per la “ragazza dagli occhi di smalto” - il titolo completo del balletto è Coppélia ou la fille aux yeux d'email -, riesce a salvarlo con un perfetto travestimento che rende “cieco” in questo caso Coppelius, così invasato dalla sua arte magica dal credere di aver veramente dato vita al suo automa.
Nelle parti principali di Swanilda e Frantz, Susanna Salvi e Giacomo Luci, che formano una coppia in sintonia perfetta: lei, smorfiosamente deliziosa nella veste di una fanciulla che vola sulle punte con malizia, e dotata di una curiosità perspicace; lui, svetta tra salti e tripli axel, in compagnia o senza di lei, in ottima forma, e abbastanza ingenuo da ricalcare precisamente il personaggio. Coppelius, il cui ritratto è interpretato da Manuel Paruccini, Primo ballerino del Teatro dell'Opera di Roma, ha una claque ben meritata: l'estrema raffinatezza con cui ricalca i passi ideati da Petit, ci convince sempre più della sua bravura che cresce con gli anni, e che ben merita il suo titolo.
Le scene all'interno dell'appartamento di Coppelius, con il ballo con la bambola, sono di intima bellezza, che quasi ci induce a compatire il personaggio in questione per il suo solipsismo, al contrario dell'odioso, Coppelius/Coppola/Spalanzani di Hoffmann. La sostituzione di Swanilda con Coppélia nel costume di quest'ultima, il suo agire come demiurgo sull'automa ora sostituito da una ballerina vera, ci fanno sorridere ed ammirare la bravura di Susanna Salvi in questa parte che è stata di Carla Fracci, come della Terabust, di Diana Ferrara e molte altre ancora.
Giacomo Luci si libra leggero sia nei balli di gruppo con il Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera, che si mostra all'altezza della prova e vezzeggiativo con le ballerine che accompagnano i soldatini nelle sciarade di danza (mazurche, valzer e galop final); sia nelle parti da solo (ha debuttato di recente in Giselle nel ruolo di Albrecht), dove ben incarna l'ingenuo Frantz, ammaliato dagli occhi di smalto dell'automa Coppélia che guarda i passanti dall'alto del suo balcone, e finalmente risvegliato dalla fiancée Swanilda alla concretezza di una fanciulla vera che in una gavotte finale sposerà.
Ottime e calibrate la regia coreografica ripresa da Luigi Bonino sui passi di Roland Petit, e sincronica con il direttore David Garforth, che ben conosce la matière de ballet, insieme alle squisite scene e ai costumi di Ezio Frigerio.