Supporta Gothic Network
Teatro Greco di Siracusa. Tripudio per l'esordio espressionista di Medea
Sono migliaia le persone provenienti da tutto il mondo che ogni anno si riversano tra maggio e giugno tra le rovine del Parco Archeologico di Siracusa, per assistere al Ciclo delle rappresentazioni classiche organizzato dalla Fondazione Inda (che quest’anno compie il suo 101° anno di vita).
Alla prima una vera e propria ovazione per Valentina Banci e tutto il cast di Medea di Seneca; si è infatti chiuso con un tripudio, al Teatro Greco lo spettacolo diretto da Paolo Magelli. Sono state oltre 4 mila le persone che hanno assistito a un piccolo evento considerando che l’opera scritta da Seneca non era mai stata messa in scena nell’ambito degli spettacoli classici allestiti dalla Fondazione Inda.
L’esordio assoluto è stato affidato al noto regista Paolo Magelli che ha parlato di: “una tragedia di grande attualità che ripropone situazioni con le quali conviviamo oggi”. Un testo moderno che presenta “non una maga cattiva ma una donna coraggiosa, una novella Ulisse che ha aperto le vie del mare, una donna fatta impazzire dall’amore e ferita a morte dall’abbandono di Giasone”.
Il ruolo di Medea è toccato alla bravissima Valentina Banci che, per quasi due ore rimane in scena affrontando più che brillantemente una dura prova fisica e psicologica. I personaggi di questa tragedia che scava nella testa di Medea, si muovono in una scena pensata dal genio creativo di Ezio Toffolutti (che ha curato anche i costumi), ricreando un microcosmo immobile, funereo e dai precisi tratti dark, ispiratosi chiaramente all’espressionismo tedesco, sembra quasi di vedere muoversi e rivivere in scena inquietanti protagonisti dei quadri di Otto Dix.
A curare le belle musiche è stato Arturo Annecchino, mentre sul palco sono saliti insieme alla Banci anche Filippo Dini (un poco convincente Giasone), Daniele Griggio (un crudele Creonte), Francesca Benedetti (una forse troppo altera Nutrice).
Per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico (la Fondazione Inda appunto) la stagione 2015 si è aperta con grandi numeri, perché nelle prime tre serate sono state 10.600 le persone che hanno assistito alla messa in scena delle tragedie Le Supplici di Eschilo, Ifigenia in Aulide di Euripide e Medea di Seneca. Un numero in crescita rispetto alla stagione 2014, quella del centenario, quando nelle prime tre giornate le presenze erano state 9.500.
Per quanto riguarda invece il testo, Magelli ha arricchito la traduzione di Giusto Picone con un brano del drammaturgo e poeta tedesco Heiner Müller delineando “una creatura martoriata dentro la quale inizia una guerra tra due io, quello lunare che la spinge alla riflessione e alle contemplazione dell’anima e quello solare che le impone la distruzione di tutto”.