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Teatro Kismet. Il malato immaginario ovvero le Molière Imaginaire
Al Teatro Biblioteca del Quarticciolo di Roma, il 27 e 28 gennaio 2011, il Teatro Kismet ha presentato la sua interessante e divertente versione de Il malato immaginario di Molière, accolta favorevolmente dal pubblico che ha applaudito calorosamente, la recensione si riferisce alla recita del 27.
Nell'adattamento e riscrittura prima e con la regia poi, Teresa Ludovico ha evidenziato la forte influenza esercitata dalla Commedia dell'Arte sul Teatro di Molière. All'inizio dello spettacolo Pulcinella, simbolo della Commedia dell'Arte, ci annuncia che da lungo tempo è al servizio del drammaturgo, questa affermazione ci riporta ai primi testi comici di Molière in cui Sganarello - maschera comica inventata dall'autore - è protagonista de Il Medico volante e Il Medico per forza.
È come se nell'ultima commedia si chiudesse il cerchio: Tonietta, la serva, infatti è un tipico personaggio della Commedia dell'Arte e qui incarna il buon senso popolare. Pulcinella quindi interpreterà Tonietta ma, prima dell'inizio dello spettacolo, ci avvisa che è la quarta replica ed è preoccupato per Molière, che per primo interpretò Argante - il protagonista del titolo - e che sta male ma vuole andare in scena lo stesso. Un'allusione alla morte del grande drammaturgo durante la rappresentazione de Il malato immaginario, su quella poltrona che ancora adesso è gelosamente conservata alla Comédie-Française.
L'acuta riscrittura della Ludovico mantiene i pilastri fondamentali drammaturgici e lo svolgersi coerente del testo: perfettamente delineati sono la sferzante ironia verso i medici ed i farmacisti, sempre odiati da Molière, attraverso la forza comica della commedia; ma anche l'ipocondria di Argante con il suo egoismo egocentrico, il suo rifugiarsi nella presunta malattia, comodo schermo per non vedere la realtà che lo circonda.
La soppressione del personaggio della figlia più piccola, e l'eliminazione di alcune scene: come quella in cui Tonietta si finge medico non incidono sulla validità della riscrittura del testo. Il bravissimo ed efficacissimo Marco Manchisi, che interpreta Pulcinella e Tonietta, diventa anche con grande disinvoltura Beraldo, il fratello di Argante, i cui ragionamenti ci ricordano che l'azione si svolge nella contemporaneità di allora, la seconda metà del 1600 in cui il razionalismo cartesiano trionfava in Francia.
Manchisi incarna due delle presenze positive e benefiche intorno ad Argante, quelle che riusciranno a smascherare gli intrighi contro il protagonista e a riportarlo alla realtà. Particolarmente efficace è anche la caratterizzazione dei personaggi positivi e benefici vestiti di bianco; in opposizione alle presenze oscure anche negli abiti neri di: medici, farmacista, notaio e soprattutto la moglie inquietante, figura che evoca la Lilith temuta dai maschi e che popola i loro peggiori incubi.
Anche la conclusione è cambiata: non è più il fratello Beraldo ad organizzare, per burla, con degli attori il finto esame di laurea in medicina per Argante, bensì è Tonietta a suggerire al padrone che, ormai, la lunga frequentazione di medici e farmacisti lo ha fatto diventare un esperto in materia, un modo per sottolineare il mutato approccio alla realtà del protagonista.
L'allestimento scenico è costituito da pedane di legno che si restringono a piramide, alla cui sommità troneggia la poltrona di Argante, centro su cui convergono gli interessi leciti e illeciti, affettivi e non degli altri personaggi. Questa soluzione svela i movimenti degli attori che si muovono sotto quando non sono in scena, per poi sbucare dalle botole quando vi rientrano, evidenziando con semplicità ma anche chiara efficacia i meccanismi della Commedia dell'Arte, riproponendo, ad esempio, il cambio d'abito a vista.
I costumi di Luigi Spezzacatene sono belli e appropriati e così il light designer di Vincent Longuemare. La compagnia è formata da bravissimi attori che, perfettamente affiatati, danno vita anche a più personaggi, oltre al citato Marco Manchisi, ci hanno colpito Serena Brindisi nel ruolo di moglie di Argante e Michele Ciprian in quello del figlio del dottore per la loro vis comica e la resa dei personaggi. Una menzione a parte per l'Argante di Augusto Masiello che con grande bravura rende tutte le sfaccettature del personaggio. La regia della Teresa Ludovico ci ha convinto per la sua coerenza e chiarezza con cui, senza tradire Molière, ha reso più comprensibile il contenuto del testo ad un ampio pubblico, non solo di ragazzi ma anche di adulti, non in possesso di precise conoscenze letterarie; un modo intelligente ed efficace di metere in scena i classici.
Le musiche dello spettacolo sono quelle scritte da Nino Rota per "Le Molière imaginaire " balletto di Maurice Bejart. Teresa Ludovico ha commissionato l'arrangiamento per fagotto e pianoforte al Maestro Michele Di Lallo - docente di fagotto al Conservatorio di Bari - che insieme a Cosimo Castellano, al pianoforte, ne ha curato anche l'esecuzione.