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Teatro Petrolini. Tu che ne pensi? E la commedia dei rapporti
L'amore e l'amicizia ai tempi della crisi sono grovigli di sentimenti resi ancora più confusi dall'incertezza dell'oggi. Ciò che si ha sembra non bastare mai. Ciò che si vorrebbe sembra troppo distante. Eppure agli occhi degli altri le soluzioni ai nostri problemi appaiono sempre alla nostra portata. Solo che non le vediamo, nascoste dietro l'ostacolo più grande e più invisibile: noi stessi. È quello che accade nella commedia Tu che ne pensi?, scritta da Antonello Coggiatti, in scena al Teatro Petrolini di Roma dal 22 gennaio al 3 febbraio 2013, in cui le tre giovani amiche protagoniste si ritrovano per mettere sul tavolo le loro matasse emotive, sperando in consigli che le aiutino a sbrogliarle.
Chiara (Martina Zuccarello) ha ripreso a frequentare Marco (Nico Di Crescenzo), il suo storico ex-ragazzo, il quale, benché ancora innamorato, stempera il fuoco dell'antica passione dietro una più rassicurante quanto impacciata amicizia. Giorgia (Silvia Santoro) vorrebbe sfondare come attrice, ma non si accorge che il suo rapporto con il fidanzato Giulio (personaggio solo evocato) e il migliore amico Tiziano (Antonello Coggiatti) è una recita a parti invertite. Infine Valeria (Ania Rizzi Bogdan) non capisce che il motivo per cui non riesce a lasciare il fidanzato fedifrago e rigira-frittate Michele (Francesco Balbini) non è perché lo ami troppo, ma perché l'abitudine le tiene nascosto il fatto che non lo ama più.
Ciascuna di loro ha la soluzione pronta ai problemi delle altre, ma non ai propri. E quando ognuna di loro tenta di mettere in pratica i consigli delle amiche, la situazione sembra aggrovigliarsi ancora di più.
Dall'altra parte i ragazzi tendono ad agire di testa loro, guardando alla propria immagine ultravirilizzata (Michele) o destabilizzata (Marco) come unico punto di riferimento emotivo. Solo Tiziano cerca il sostegno di un amico, finendo però per errore col confidarsi al telefono con un estraneo (che alla fine si rivela essere proprio Marco). Quando infine le tre storie dei protagonisti si intrecceranno inesorabilmente fra di loro, le matasse interiori, quasi magicamente, finiranno per sbrogliarsi, in un happy ending che si mantiene saldamente sui binari della coerenza, evitando l'insidiosa tentazione della sorpresa a tutti i costi.
Quello che fa di Tu che ne pensi? una commedia brillante e di grande attualità è il ritmo travolgente, figlio di una scrittura frizzante e ricca di nuances e di una recitazione elettrizzante e coinvolgente, in grado di tradurre perfettamente le curve emotive dei personaggi. Praticamente ogni scena è un contenitore quasi inesauribile di momenti esilaranti (ma anche, soprattutto nelle scene fra Ania Rizzi Bogdan e Francesco Balbini, di una ben dosata drammaticità), modulati attraverso variazioni linguistiche e vocali – come gli inserti in dialetto o le alternanze di registro – sempre ben calibrate, su una gestualità frenetica ma mai esasperata (su tutti Martina Zuccarello e Silvia Santoro), su una gestione dei tempi comici di rara precisione e su una regia (Gianni Corsi) che tiene insieme le fila di uno spettacolo improntato su un'efficace essenzialità di messa in scena.