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Terni in prima assoluta Boletus. Intermezzo buffo di Carlo Boccadoro
Il secondo appuntamento con OperaInCanto 2012 ha offerto un abbinamento arguto e insolito: La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi, le cui due parti furono gli intermezzi de Il prigionier superbo (1733) dello stesso autore, ha avuto tra le due parti, come intermezzo buffo, Boletus, una novità di Carlo Boccadoro, in prima esecuzione assoluta, commissionata da OperaInCanto.
Se nel 1752 a Parigi la rappresentazione de La serva padrona, eseguita nella stessa sera di Acis et Galatée di Jean Baptiste Lully, fece scandalo e scatenò La Querelle des Bouffons, anche John Cage è stato, trecento anni dopo, a suo modo scandaloso. Queste sono le considerazioni espresse da Paolo Donati, presidente dell'Associazione In Canto che hanno spinto ad accostare La serva padrona ad un divertente omaggio a John Cage, nell'anniversario dei cento anni della nascita.
Il successo de La serva padrona e il fatto che non sia mai uscita di repertorio hanno prodotto,nel corso degli anni, delle alterazioni nel testo e nella musica, tali che le due edizioni disponibili Ricordi e Philarmonia sono state giudicate inattendibili dal direttore Fabio Maestri, che per questo ha fatto una revisione critica. Ha riportato alla versione originale: parole, indicazioni sceniche, indispensabili alla comprensione del senso delle frasi, e parti di musica del tutto omesse, come la parte B del duetto finale, di cui viene ripristinata la struttura A- B-A', consultando il libretto originale conservato nel conservatorio di San Pietro a Maiella e i vari manoscritti consultabili nelle biblioteche musicali.
Il testo de La serva padrona è vivace è scorrevole e propone l'eterna guerra tra i sessi, perno anche di tante commedie di Hollywood; l'autore fu Gennarantonio Federico, il librettista preferito da Pergolesi, che scrisse anche i libretti delle commedie per musica: Flaminio e Lo Frate ‘nnamorato. La teatrale e spumeggiante lettura musicale di Fabio Maestri, che ha diretto l'ottimo Ensemble Roma Sinfonietta, è stata perfettamente interpretata dalla divertente ed essenziale regia di Cesare Scarton, ambientata in epoca moderna. I bravi cantanti Dario Ciotoli (Uberto) e Damiana Mizzi (Serpina) sono stati anche ottimi attori, sostenuti dall'esilarante dal Vespone del mimo Nicola Ciulla.
Il divertente libretto di Boletus è di Giuseppe Di Leva e trae spunto da un singolare episodio della vita di Cage: la partecipazione, come esperto di funghi, nel 1959, ad una puntata di “Lascia o Raddoppia?” con Mike Bongiorno. L'idea fu di Umberto Eco e di Luciano Berio che allora lavoravano alla RAI ( Entrati vincendo un concorso pubblico !), poiché Cage che, allora collaborava con il musicista italiano, pur essendo conosciuto, aveva seri problemi economici. Quando si presentò il vestito era stato riadattato da Cathy Barberian, cantante e moglie di Berio; la vincita fu di cinque milioni di lire, una cifra notevolissima per l'epoca, che permise a Cage di tornare negli U.S.A.
Non esiste la registrazione visiva di quella puntata ma solo la trascrizione del dialogo e delle domande e su questo si è basato Giuseppe Di Leva, il librettista. Carlo Boccadoro, a cui Fabio Maestri ha chiesto di scrivere l'intermezzo, ha raccomandato al librettista di usare senza risparmio le denominazioni latine delle diverse specie di funghi, cosa che si è rivelata divertente, nel contrasto tra il compassato e imperturbabile Cage partecipante al quiz e il compositore, che in una pausa della domande ha eseguito le sue musiche davanti ad un attonito e sconcertato pubblico e più di tutti Mike Bongiorno.
Il regista, Cesare Scarton, ha usato oltre alle proiezioni di immagini tratte da un manuale di Micologia , un altro filmato, all'incirca della stessa epoca, in cui sono eseguiti gli stessi brani musicali, in cui sono protagonisti sonori tra gli altri: un frullatore, una pentola a pressione e una vasca da bagno in cui viene versata acqua con un innaffiatoio.
La musica composta da Boccadoro con brevi frasi degli strumenti, sottolinea sempre con una vena lieve ed ironica i vari passaggi, quelli in cui Cage si prepara e risponde alle domande e il commento più apertamente beffardo e provocatorio al filmato. L'organico dell'ensemble è stato uguale a quello de La serva padrona: quintetto d'archi:violini primo ( David Simonacci) e secondo (Mervit Mei Nesnas), viola (Gianluca Saggini), violoncello (Luca Peverini) e contrabbasso (Marco Piccirillo), accompagnati dal clavicembalo suonato da Silvia Paparelli.
I bravi musicisti sotto la guida esperta e brillante di Fabio Maestri hanno dato vita al divertente intermezzo. La regia di Cesare Scarton anche in questo caso è stata in totale armonia con la musica; essenziale: una scrivania da una parte simbolo della preparazione di Cage e dall'altra lo studio televisivo, identificato dalla sola presenza della valletta, la disinvolta Eleonora Pirondi, che evocava la mitica Edy Campagnoli. La voce, fuori scena, che leggeva le domande e brani del testo trascritto di Bongiorno è stata quella di Paolo Donati. Luigi Petroni, tenore, è stato un compassato ed ironico John Cage sia nella parte vocale che in quella teatrale; calorosi applausi da parte del pubblico presente al termine dello spettacolo che ha visto l'esecuzione senza intervallo delle due composizioni.