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Tersicore. Perle russe sulle punte e sulle dita
La straordinaria coppia formata da Svetlana Zakharova e Vadim Repin ha calcato il palcoscenico dell'Auditorium Conciliazione in due serate spettacolari per perfezione e brillantezza: i galà del 21 e 22 dicembre hanno aperto alle stelle russe il Natale romano per la rassegna Tersicore ideata da Daniele Cipriani.
Con lo spettacolo Pas de Deux for Toes and Fingers, i due astri della danza e del violino, Zakharova e Repin, coppia anche nella vita privata, hanno condiviso una kermesse di eccellenza accompagnati dall'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini fondata da Riccardo Muti nel 2004; dai primi balletini del Bolshoi di Mosca, Vjaceslav Lopatin e Mikhail Lobukhin; Vladimir Varnava dal Marinskij di San Pietroburgo; Johan Kobborg dal Royal Ballet di Londra. Anton Barakovskij, siberiano come Repin, è suo assistente e primo violino anche lui.
Le prime note sono distillate dall'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini – giovani maestri selezionati da prime parti di rilievo internazionale e presieduta da Muti - sul primo movimento dal Divertimento in re maggiore KV 136 del più armonico tra i compositori, il suono straordinario creato da Wolfgang Amadeus Mozart rivela un clima di perfetta rarefazione in cui il pubblico entra in sintonia in una magia che introduce al primo pas de deux. Svetlana Zakharova incede con il primo ballerino del Bolshoi, Mikhail Lobukhin, sulla perla barocca di Tomaso Albinoni: l'Adagio dal Concerto per oboe in re minore op. 9, in cui Repin svela la sua prima adamantina interpretazione. La coreografia Distant Cries a cura di Edward Liang, modulata su linee geometriche in cui la parte maschile di Lobukhin svela in rilievi plastici le linee flessuose di Zakharova, è di potente impatto centrale, quasi in contrapposizione con la dolce estenuazione del repetita musicale.
Il Concerto per violino e orchestra d’archi n. 1 in re minore, secondo e terzo movimento fa rilucere le corde del Guarnieri del Gesù del 1639 di Vadim Repin con inusitata e tenera clarità virtuosistica, in accordo sincronico con l'Orchestra Cherubini che dirige per l'intera soirée. La mistica di Arvo Pärt con Fratres (1977), suggella le trame della relazione agognata dalle mani di Zakharova flesse verso l'alto e volte verso un legame immaginario, sui passi della straordinariamente espressiva coreografia del giovane Vladimir Varnava che danza con lei, incontrandola in un pas de deux intitolato Plus.Minus.Zero, e racconta quanto allontanano i rituali del quotidiano di città.
Il Tambourin Chinois op. 3 di Fritz Kreisler risplende con spirito tzigano per introdurci all'eburneità dell'abito di Svetlana Zakharova sui passi di Revelation con la musica di John Williams (unica musica registrata) e la coreografia Motoko Hirayama, che sembra riflettere certe figurazioni à la Graham, per ardite geometrie con l'unico aiuto di una piccola sedia azzurrina, e su note singole che esplodono in melodia trascinante. Una coreografia che ha colpito Zakharova fin dalla prima volta in Giappone ed ha voluto rendere sua rappresentazione struggente della modernità, così Le cygne di Mikhail Fokine da Le carnaval des animaux di Camille Saint-Saëns, rivela la sua intimità classica con la danza. Due manifesti per uan danzatrice che solca il tempo in avanti ed indietro, come Borges in uno dei suoi tempi paralleli.
Con Johann Sebastian Bach riconosciamo un doppio talento all'unisono: il Concerto per due violini e orchestra in re minore BWV 1043, secondo movimento, ha visto Vadim Repin duettare con Anton Barakovskij, su un accordo perfetto che i due siberiani riscaldano con la loro interpretazione di una levità assoluta. Il violino zigano di Repin riprende in soitudo la Csárdás di Vittorio Monti ed ancora Estrellita (arr. Jascha Heifetz) di Manuel Maria Ponce per un finale che ha il suo apice nella coreografia di Johan Kobborg per La ronde des lutins sulle note di Antonio Bazzini, Scherzo fantastico, op. 25. Un allegro connubio a tre per i ballerini: Svetlana Zakharova, Vjačeslav Lopatin, Johan Kobborg che scherzano con Vadim Repin, che riesce a dirigere anche loro, con piccole stoccate furtive e ironiche, arricchendo il ballo di un touche de comédie che sussurra auguri en danse per una platea del tutto entusiasta per l'intera kermesse e la sciarada finale.