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Tricky apre Luglio suona bene. L'evil against evil dello Sprechgesang
Il trip-hop oscuramente onirico di Tricky ha inaugurato il 22 giugno 2010 la stagione estiva di Luglio suona bene al Parco della Musica di Roma. Memorabile per il pubblico tutto senza distinzioni tra platea e tribuna: alla settima canzone, agitando la mano in modo perentorio, ha fatto salire il pubblico sul palco.
La timidezza del primo a salire è durata qualche secondo, dopodiché un’ondata pacifica di gente ha invaso e attorniato i musicisti che imperterriti e per nulla stupiti, continuavano il concerto divertiti. Uno show che solo Devendra Banhart aveva potuto nella Sinopoli di qualche mese fa.
Double-bass e dark serpeggiante – ha aperto il suo Nearly God del ’96 con la cover Tattoo da Siouxsie & The Banshees – in modalità elettro-rock: alle voci con lui (Adrian Thaws per l’anagrafe, 1968 nato a Bristol, UK), una suadente e sferzante Francesca Belmont alla voce femminile, chitarra di Tristan Cassel-Delavois, alle tastiere Gareth Bowen, un’eccelsa Julia Ruzicka al basso e lo scatenatissimo Paul White alla batteria.
Uno dei fondatori dei Massive Attack nel 1987 col nickname di Tricky Kid, li ha lasciati per la carriera solista iniziata con Aftermath e la collaborazione con Martina Topley-Bird alla voce incidendo il singolo nel 1993. Due anni dopo rilascia l’album di esordio Maxinquaye dedicato alla madre omonima, morta per suicidio quando lui aveva quattro anni.
Su Maxinquaye sono già presenti i suoi maggiori successi internazionali che abbiamo ascoltato nella serata di Roma: da Overcome, Black Steel, Pumpkin fino ad Aftermath. Overcome ha lo stesso testo di Karmacoma, che ha cantato con i Massive Attack su Protection del 1994, ne riportiamo un passo:
Take a walk take a rest, a taste of rest/ Don't wanna be on top of your list,/Monopoly improperly kissed – fai una passeggiata, rilassati un pò/ Non voglio stare in cima alla tua lista/ Monopolio impropriamente baciato (trad.mia)
Da Nearly God del 1996 ha tratto Poems, mentre una delle memorabili, la seconda della serata, è stata Psychosis con cui ha inscenato una personificazione di Cristo, battendosi il microfono sul petto:
Sometimes the Rhyme has no meaning: unless you give it meaning/ He's falling, slowly falling, Jesus Christ – Qualche volta la rima non ha senso: a meno che tu non gli dia senso/ Sta cadendo, lentamente cadendo, Gesù Cristo (trad.mia)
Il suo canto parlato, lo Sprechgesang, che trova le sue radici in Arnold Schönberg ed il suo Pierrot Lunaire (1912), porta dentro ramificazioni dell’aggressisività dei suoi testi, tutti venati di un’angoscia tipica delle cittadine periferiche inglesi: il suono di Bristol si avvicina molto a quello che accadeva invece a Brixton a fine anni ‘70 (sobborgo di Londra dove si sparavano tra neri e bianchi – come ben cantavano i Clash nell’omonima Guns of Brixton). Lo stesso nuovo singolo Council Estate, dall’ultimo album Knowle West Boy mixato con Roads dei Portishead, ecco cosa dice:
They call you council estate
They call you 'can't go straight'
They call you crime rate
They call you 'can't go straight'
And you're bending all the rules
You can't be who you be 'cos you're not who you are,
Remember boy you're a superstar
Ti chiamano proprietà del comune/ ti dicono che non puoi tirare dritto/ ti chiamano tasso di criminalità/ e ti stai piegando a tutte le regole/ Non puoi essere ciò che sei perché non sei ciò che sei, ricordati ragazzo che sei una superstar (trad. mia)
Questo spiega molto chiaramente sia la gente chiamata sul palco sia la gente sotto il palco: e non è un caso che abbia suonato uno dei suo pezzi più violenti, Ace of Spades dai Motörhead, proprio mentre tutti lo osannavano a cinque centimetri di distanza.
Tricky ha suonato per due ore esatte cominciando alle 21.51, il ritardo dovuto alla pioggia battente nel pomeriggio, ed ha terminato alle 23.51 con l’estesissima e ipnotica Vent:
can't stand to feel
hate to feel
gone insane
hijack a plane
don't push me cos i'm close to the edge
i'm tryin' hard not to lose my head
can hardly breathe
non posso sentire/ odio sentire/ divento matto/ dirotto un aereo/ non spingermi perché sono vicino al picco/ sto provando sul serio a non perdere la testa/ quasi non riesco a respirare (trad. mia)
Uno spettacolo messianico, rituale, di estrema compenetrazione col pubblico fin dall’inizio: una vera e propria performance condivisa fino all’ultimo sospirato (per cantato e per desiderato) brano. Chiude un cerchio che le ventate di fumo e di luce ottenebravano un poco, quel giusto che le rendeva trasparentemente e geometricamente irreali, un viaggio tra i Poems di Girls ed il Puppy Toy ancora da Knowle West Boy in una Evolution Revolution Love che lui vuole combattere “evil with evil” (male con male): you have to try and then say if you wanna.