Supporta Gothic Network
Tutti i nostri desideri. L'onere del(l'indotto) desiderio
Vi sono film che riescono a descrivere le situazioni esistenziali più dolorose e drammatiche ed a cogliere con sguardo lucido e critico le contraddizioni del nostro modello di sviluppo occidentale. Tutti i nostri desideri, con la regia di Philippe Lioret, film tratto dal bellissimo libro di Emmanuel Carrère Vite che non sono la mia, appartiene a questo genere di cinematografia impegnata e colta.
Nel film viene raccontata con atmosfere poeticamente sospese tra la malinconia e la rassegnazione, una vicenda umana molto commovente. Claire è una giovane donna che esercita la professione di magistrato nel tribunale civile della città in cui vive. Abita in una casa confortevole con il marito Christophe ed i suoi due bambini.
Nell’asilo frequentato dai suo figli, Claire incontra la mamma di due bambini divenuti amici dei suoi figli, il nome di lei è Celine. In seguito, mentre Claire si trova in tribunale ad esercitare la sua funzione giurisdizionale, compare dinanzi a lei Celine, convocata e citata in tribunale, poiché è ritenuta inadempiente e responsabile di non avere restituito ad un istituto di credito alcune somme di denaro, che aveva ottenuto in prestito.
Claire, dopo aver esaminato le condizioni del contratto sottoscritto da Celine, accortasi del tasso di interesse eccessivo imposto a Celine, che è precaria, ha due figli ed è stata abbandonata dal marito, decide ad annullare il contratto, con una decisione inaspettata, suscitando le proteste dell’avvocato che rappresenta l’istituto di credito.
Per questa decisione Claire subirà da parte dei suoi superiori una dura censura. Mossa dalla compassione per difendere Celine, che le appare una donna sola e in difficoltà, incarnando nel film la mentalità consumistica occidentale da cui sono soggiogate tutte le persone al di là della loro condizione sociale, si rivolge ad un giudice suo collega, il cui nome è Stephane.
Con Stephane Claire instaura una profonda amicizia, e ben presto il loro rapporto sarà rinsaldato da un sodalizio professionale volto ad affermare il valore supremo della giustizia nel rispetto della procedure giuridiche, impedendo agli istituti di credito di realizzare profitti elevati a danno dei soggetti deboli ed indifesi come Celine.
In realtà Claire si identifica nella situazione dolorosa di Celine, poiché anche sua madre, durante la sua vita, pur di esaudire i suoi desideri indotti dalla società dei consumi - criticata dalla scuola di Francoforte e da Herbert Marcuse, celebre è "L'io ad una dimensione" -, ha contratto debiti vivendo al di sopra delle sue possibilità.
Claire, dopo avere avuto un malore in tribunale, scopre di avere un cancro. In preda all’angoscia apprende dai medici di avere poco tempo da vivere, e malgrado sia consapevole del suo tragico destino, rifiuta le cure, poiché non vuole che il suo aspetto fisico venga alterato e modificato. Decide di non rivelare al marito Christophe la notizia dolorosa della sua malattia.
Proprio durante uno dei molti viaggi in macchina con Stephane, Claire chiede al suo amico di raggiungerla in riva a un lago. In questo luogo dove regna la pace suprema, Claire, che presagisce la sua fine, evoca il tempo delle sue vacanze estive, quando felice viveva in tenda dinanzi al lago in compagnia della sorella, di cui non ha più notizie.
Soprafatta dalla nostalgia del periodo della sua infanzia si immerge nelle acque del lago ed ha un malore. Stephane la porta in ospedale e scopre che Claire è malata e rifiuta le cure. Nel film colpisce il sodalizio umano che si crea tra questi due personaggi, che hanno in comune l’ideale della giustizia.
Stephane confermerà la decisione di Claire di annullare il contratto di Celine, anche se la cassazione francese emetterà una sentenza a favore degli istituti di credito. Per questo motivo, mentre le condizioni di salute di Claire si aggravano ed è costretta a restare in degenza in ospedale e lontano dalla sua famiglia, Stephane si rivolge alle istituzioni comunitarie, per chiedere un parere sull'ammissibilità giuridica di contratti che prevedono condizioni onerose a carico di soggetti deboli economicamente.
La sua istanza verrà accolta e non potrà darne notizia a Claire, che muore senza conoscere l’esito della loro coraggiosa battaglia legale.
Questo film, profondo ed intenso, rappresenta, da un lato, le ingiustizie evidenti nel sistema ecconomico occidentale, in Europa in particolare, dovute alle crescenti diseguaglianze economiche; e dall’altro lato, l'umanità di persone che credono nei sentimenti come Claire e Stephane, per i quali l’amicizia e la compassione per chi soffre, e, soprattutto, l’ideale nobile e supremo della giustizia umana sono i soggetti primari che decidono della loro vita.