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The Vatican Tapes. Io sono l'Anticristo
Si potrebbe pensare che The Vatican Tapes si riferisse agli ultimi scandali rivelati dai giornalisti di stanza al Vaticano, invece il film di Mark Neveldine tratta di altro, ovvero di uno dei dogmi della Chiesa cattolica: il Male, anzi, il Diavolo in persona esiste e cerca di riconquistare la Terra (che a noi sembrerebbe in realtà già invasa abbastanza dal Maligno, sic!) attraverso una delle sue personificazioni più frequenti – al cinema e non -, l'Anticristo.
Diffuso in filosofia da Friedrich Nietzsche nel 1895 come generatore di basilisco, il cristianesimo è il vero controvalore secondo la sua concezione filosofica che vede in Gesù Cristo l'unico cristiano tradito dai suoi apostoli prima, dai seguaci del Cristianesimo poi. Niezsche difatti identifica nell'Anticristo il redentore che promulga l'insegnamento iniziale ben lontano dall'essere quella “perversione” del cristianesimo che lotta contro la “volontà di potenza” e sacrifica gli esseri umani ad una vita di stenti e debolezza, adornandoli di valore.
Aldilà del senso filosofico, quello che diede la Bibbia all'Anticristo con l'Apocalisse di San Giovanni è ciò cui fa riferimento il film come i vari capitoli di The Omen (La profezia, 1977, diretta da Richard Donner), che ha avuto due seguiti ed un remake: La maledizione di Damien (Damien: Omen II, Don Taylor, 1978) e Conflitto finale (The Final Conflict , Graham Baker, 1981), scegliendo poi per il bimbo un nome, come quello di Damien, dai diretti paralleli letterari con Thomas Mann ed il suo omonimo racconto.
Il paragone musicale viene subito in mente con Diamanda Galas, che fa veramente paura quando canta Io sono l'Anticristo con la sua voce da cinque ottave, scura e jazzata.
Come fa paura la seconda parte del film che ho trovato con un Michael Peña nella parte di ex soldato diventato sacerdote, Padre Lozano, subito riconoscibile; ed una fanciulla con i tratti di Olivia Taylor Dudley, nel ruolo di “Angela”, nome topico, che si aggira come in The Ward (Il reparto, 2010) di John Carpenter.