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Venezia Barocca. Onde armoniche tra trii e sonate
L'Ensemble Guidantus condotto da Marco Pedrona al violino (uno Sgarabotto del 1930 copia di un Guarnieri) ha inciso un cd di rara fattura e dedicato alla Venezia Barocca per antonomasia di Antonio Vivaldi, come titola in bella posta. L'etichetta che ha editato questa preziosità su strumenti originali è la Calliope e annoto subito che la formazione, con due violini, un liuto ed un violoncello, è arricchita dal cembalo e dall'organo portativo (il primo è un Marioni del 2000; il secondo, un Vincenzo Chiesa del 1992) di Piero Barbareschi.
La produzione vivaldiana qui posta sotto la lente d'ingrandimento dell'incisione dal vivo, è quella appartenente alle composizioni delle opere V, VI e VII,- le sonate sono siglate tutte come opera V - come ci informa lo stesso curatore del libretto, Piero Barbareschi, qui in doppia vece, di musicista e “librettista” (curatore, ovviamente), autonomamente “miscelate”, potremmo dir così, dall'editore vivaldiano. Non sono le uniche però, vi sono i Trii tutti composti intorno al 1730 e le Sonate per violino composte dal sommo tra 1715 e 1730.
La brillantezza vivace del suono, notevole fin dall'inizio con la Sonata per violino e continuo in Fa maggiore Op. 5/1, RV 18, contrraddistinta come le seguenti da un largo introduttivo, appartiene sia alle sonate da chiesa sia da camera, senza distinzione specifica. Il primo dei due Trii, il Trio sonata per violino, liuto e Basso Continuo in Sol minore, RV 85, - l'organo portativo di Barbareschi si insinua espressivo nel flusso tra violino e liuto - nel larghetto diventa leggerissimamente struggente, quella vena che scorgeremo negli archi evoluta ad un livello raffinato di circospezione nel fraseggio, come se camminasse a passi felpati sul suono.
Appunti di danza si notano tra le sonate mentre il Concerto per liuto, due violini & continuo in Re maggiore, si contraddistingue vivaldianamente nel largo espressivo e meravigliosamente caratterizzato dall'onirica propensione a viaggiare sulle onde di questa Venezia che appare e scompare come una presunta sirena in tutte le composizioni, armonicamente suffragate dal timbro dell'Ensemble Guidantus diretto da Marco Pedrona con una sicura e lieta conduzione, nelle acque dei canali ritratti in musica dal sommo barocco.