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Verona. Celentano sbanca l'Arena
E’ finita la kermesse di due giorni di Adriano Celentano: l’uomo che con il suo canto ha riportato entusiasmo e calore non solo nell’Arena e nella città di Verona, ma in tutta l’Italia. Lo spettacolo, dal titolo ROCK ECONOMY si è svolto nell'Arena di Verona nelle due serate dell'8 e del 9 ottobre alle 21. L'Arena era esaurita in ogni ordine di posti per un totale nelle due serate, di oltre 23 mila spettatori e Celentano aveva messo in vendita seimila biglietti di gradinata ad 1 euro l'uno.
Ed inoltre altre 300-400 persone fuori dell'arena erano rimaste a guardare lo spettacolo su un grande schermo. Lo spettacolo è stato trasmesso da Canale 5 per ambedue le serate, dopo che la Rai, alla quale era stato offerto, lo aveva rifiutato. Numerosi i big dello spettacolo venuti ad applaudire Adriano Celentano che mancava da un suo spettacolo da 18 anni.
Adriano ha dovuto preparare una trentina di canzoni e qualche volta si è dimenticato qualche verso ma il pubblico, sempre entusiasta, lo ha sempre applaudito. Qualche perplessità nella prima serata per quella specie di siparietto a cui era stato invitato l'economista francese Jean Paul Fitoussi, affiancato dai giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Ma si è concluso in un flop fra i fischi del pubblico. La presenza di Gianni Morandi nelle due serate ha avito la funzione di moderazione e di filtro.
Classe 1938, 75 anni il prossimo 6 gennaio, Adriano Celentano è riuscito ancora una volta a sbancare l’Auditel e accendere il caldissimo pubblico all’Arena di Verona l’8 e 9 ottobre 2012. La diretta di Canale 5 è stata uno di quegli eventi che rimangono nella storia della televisione. Rock Economy ha messo in luce più l’artista Celentano che il personaggio, lo spettacolo in due serate è stato più incentrato sulla musica che sui “sermoni”. Un concerto in due tappe, prevalentemente, con intermezzi “parlati” incentrati sulla salvaguardia dell’ambiente e della bellezza. La reazione del pubblico ad Adriano cantante è stata fenomenale, un’Arena così calda probabilmente non si era mai vista. Dopo 18 anni di assenza dai palchi prettamente musicali la voglia di Celentano artista era veramente tanta. Nota di merito per l’ospite fisso Gianni Morandi, bravo tanto a cantare quanto a riportare il suo amico sui binari quando ha rischiato di perdersi un po’…
Due serate all’insegna del tutto esaurito in un’Arena gremita e palpitante...dove voci, volti e striscioni si mescolavano in una specie di simbiosi col palcoscenico dove sembrava ergersi in una nuvola l’antico imperatore Adriano...
Un tempo la plebe gridava “Hic sunt leones”...ieri sera la gente gridava :”Canta!”...E lui cantava...fra sorrisi e lacrime, ripescando dal suo repertorio, mai tramontato, mescolando la poesia con l’amplificazione, i balletti futuribili e il talk-show sull’economia, le sortite di Morandi e la vista apocalittica delle telecamere che sfrecciavano in alto verso il cielo nero punteggiato di luci, attraversando l’Arena come magici insetti.
Un Adriano carismatico, sorridente, a tratti volutamente infantile, dinoccolato, impassibile, redivivo dopo 18 anni di silenzio ufficiale: catalizzatore di rimpianti sopiti, scatenati da un tumulto di efficienza e, a tratti, di poesia.
Nella prima serata c’era il fascino dell’attesa, in cui si mescolavano partecipazione e insofferenza per quel piccolo siparietto fatto da un esperto economico Jean Paul Fitoussi, che parlava e si capiva solo lui e di due giornalisti, del calibro di Gianantonio Stella e Segio Rizzo, messi lì come due belle statuine. Il siparietto era buono nelle intenzioni, ma assolutamente inutile nell’economia dello spettacolo. La gente voleva sentire cantare Adriano e tutto il resto era un peso.
La scenografia, i costumi, le luci, gli effetti, il balletto, con l’orchestra di 18 elementi diretta da Fio Zanotti, messi lì per creare spettacolo, immagine, volume, colore, rumore, ma il vero spettacolo era Adriano, lo spettacolo era la sua presenza e la sua voce.
Gente intorno a me cantava e piangeva, gridava e pregava, si alzava e si sedeva, come spinta da una forza invisibile repressa per tanto tempo. Più intensa, più partecipata, più godibile la seconda serata. E’ bastato che partissero le prime note di “Un mondo in mi7”, del lontano 1966, perché il pubblico s’infiammasse.
E poi l’Adriano predicatore, in un monologo a tratti commovente: “Dobbiamo ritrovare la comunione e la bellezza”, ha detto, con intenzione profetica: "..perchè solo la bellezza salverà il mondo!" Veramente commovente la canzone “L’arcobaleno”, pare dedicata a Lucio Battisti, ma valida per ognuno di noi. Ed ancora dice: ”Io quante cose non avevo capito, che sono chiare come stelle cadenti...” Adriano sparisce oltre il portone fra la luce e il fumo. Ora lo spettacolo è finito, si spengono le luci...si smonta la complessa macchina da guerra che ha tenuto impegnata la città per molti giorni: i 23 mila spettatori che hanno gremito l'Arena sono tornati alle loro case. Rimane la domanda: “Ma Adriano, ritornerà?”