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The Water Diviner. Il pozzo della vita
Il primo film di Russell Crowe alla regia, The Water Diviner, è un racconto drammatico che conduce un padre, interpretato da lui stesso, a ricercare i figli tra le migliaia di morti a Gallipoli in Anatolia (l'odierna Turchia) alla fine della devastante Prima Guerra Mondiale, nel 1919. Connor è un semplice contadino australiano che cerca di rintracciare perlomeno le spoglie dei suoi tre figli e che durante il suo viaggio conosce la bellissima vedova proprietaria dell'hotel dove alloggia, Ayshe, interpretata da Olga Kurylenko.
Il rabdomante, suonerebbe così la traduzione del titolo in italiano, è colui che trova i pozzi d'acqua sottoterra sentendoli con un rametto in superficie: lui, non solo trova l'acqua per i suoi terreni, ma riesce a sentire quali sono i luoghi dove sono morti i suoi figli, avendo le visioni devastanti di cosa è successo loro per le torture della guerra. La battaglia di Gallipoli in particolare, che ha ucciso più di 100.000 uomini tra turchi (l'impero ottomano ancora) ed alleati inglesi e australiani, si è svolta tra 25 aprile 1915 e 9 gennaio 1916, fu vinta dagli alleati ma con oltre 50.000 perdite soltanto fra questi ultimi.
Connor arriva a Costantinopoli (l'attuale Istanbul) animato da coraggio e speranza, nonostante si scontrerà subito con i dinieghi e i limiti posti dalle forze armate che sorvegliano Gallipoli ed impediscono l'accesso ai civili. In realtà Gallipoli è diventato un immenso cimitero sia per gli Alleati, sia per i turchi, ma Connor, con l'aiuto dell'Ufficiale Hasan (Yilmez Erdogan) che ammira la sua tenacia, riuscirà a cominciare a sondare il terreno, proprio come un rabdomante, alla ricerca dei ricordi trasposti nella terra.
A Costantinopoli inoltre troverà l'avvenente di Ayshe, la vedova turca di un soldato, che gli leggerà il futuro nei fondi del caffé: la bella Olga Kurylenko nella parte di una madre che vogliono costringere a sposare il fratello del marito, nonostante non lo ami. Tra lei e Connor si stabilirà una fiducia suffragata dall'amore di lui per il piccolo Orhan (Dylan Giorgiaides). Un film trascinante e drammaticamente intessuto di vita, colori lussureggianti come quelli della Moschea Blu o del palazzo di Topkapi, e perfino degli odori che si immaginano attraverso il bazar mentre risuona la musica curatissima di David Hirschfelder.