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Into the Woods. La legge del desiderio
La meraviglia fiabesca di Sondheim giunta al cinema con la Disney, porta un capolavoro alla platea più grande fuori dal teatro: sullo schermo le immagini di favole riunite di Into the Woods, in quel bosco che sempiterno rappresenta la soglia della fantasia, in canti e colori, personaggi intramontabili che vanno da Cappuccetto rosso alla Strega della porta accanto, coi capelli azzurri di Meryl Streep in un'interpretazione da Oscar, tra i sommovimenti tellurici scatenati dalla gigantessa, fino ai capelli d'oro di Rapunzel, ed al ballo di Cenerentola.
La legge del desiderio, tutto comincia con “I wish” nel prologo che spiega il legame tra fagioli magici, cappuccetto rosso, una mucca bianca come il latte, principi e il fortissimo desiderio di un figlio ostacolato dalla maledizione della strega dai capelli blu. L'incontro in mezzo al bosco ricorda anche un film di tutt'altro tipo, La congiura degli innocenti di Hitchcock (The Trouble with Harry, 1955), di tutt'altro tenore, in cui tutto avviene al centro del boschetto su una collina: qui al posto del cadavere di Harry è un fiorire di elementi magici ed anche inquietanti che nascono nel passato, come ci racconta l'odiosa strega interpretata da Meryl Streep, che trae il dado per dare il via allo scatenarsi degli episodi – tutti legati tra di loro – del musical nato nel 1986 con le musiche di Sondheim ed il libretto di James Lepine. Dopo il debutto nel Old Globe Theatre di San Diego, Into the Woods si appropria subito dei palcoscenici di Broadway ed una cascata di Tony Awards lo celebrano con migliore colonna sonora, miglior libretto, e miglior attrice protagonista (Joaanna Gleeson all'epoca).
Nel musical cinematografico della Disney abbiamo la bravissima Emily Blunt nella parte principale della moglie del fornaio, che ammiriamo sia nella prima che nella seconda ed ultima parte (dividiamo virtualmente il film in due parti come il musical era diviso in due atti). Le canzoni originali – alcune edulcorate dai loro significati reconditi a sfondo sessuale per adattarlo ad una platea di bambini, come Agony intonata dai due principi sulle cascate – sono tutte interpretate dagli attori e piuttosto bene: per quanto riguarda recitazione e doti canore premiamo sicuramente in testa Meryl Streep, la grande attrice non mente mai e dona una grande caratura al personaggio della strega con i capelli blu; seconda ma di poco Emily Blunt, e bravo sia il principe che il fornaio interpretati rispettivamente da Chris Pine e James Corden. Una lode a parte per il lupo mannaro di Johnny Depp che sembra vestito da Vivienne Westwood e gioca perfettamente la sua parte di “divoratore” di bambine “allupato” dalle sue “tenere carni”, contrapposto al fornaio che qui gioca la parte del cacciatore liberando Cappuccetto rosso (la pingue e ghiotta Lilla Crawford) dalla pancia del lupo come vuole la versione dei Fratelli Grimm (al contrario della prima di Perrault in cui, come favola con una morale, lei rimaneva nella pancia del lupo come monito a non “deviare” dal sentiero ma non solo, per le altre bambine: per approfondimenti.)
Certo la lettura psicoanalitica delle fiabe è piuttosto presente – e meno la Morfologia della fiaba di Propp (Vladimir Ja. Propp, Morfologia della fiaba. Le radici storiche dei racconti magia, Newton Compton, Roma, 2003.) quella di Bruno Bettelheim naturalmente, che ha ispirato Sondheim soprattutto per le quattro favole scelte: Cappuccetto Rosso, Jack e il fagiolo magico, Raperonzolo e Cenerentola, però l'inquietudine è sommersa, e tutto è come colorato di rosa (rosseggiante ogni tanto!). Una delle scene più ardite, quella del tradimento (non starò a spoilare dicendo di chi), è subito punita, e la gigantessa pure, sarà abbattuta. Il fornaio è divertente quanto imbranato ma non troppo nella parte del cacciatore che libera cappuccetto rosso, e a Cenerentola, come nell'originale, saranno gli ucccellini ad aiutarla a raccogliere le lenticchie, ed andrà per ben tre giorni di fila al festival (la festa al palazzo del principe). Belle le voci di tutti, superlativa la musica ed il concatenarsi degli eventi nel mezzo del boschetto fatato: divertimento assicurato.