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Ypsilon. Il pianoforte di Debussy secondo Takahiro Yoshikawa
Claude Debussy: opere per pianoforte. Un CD Ypsilon international, distribuito da Milano Dischi, interpretato da Takahiro Yoshikawa. Nel gennaio scorso, su queste pagine, al termine della recensione del primo CD realizzato da Takahiro Yoshikawa, un CD beethoveniano ottimamente realizzato ed interpretato, avevamo auspicato di poter ascoltare quanto prima un'altra registrazione in programma del giovane pianista giapponese, dedicata ad un mostro sacro del '900 europeo, Claude Debussy, curiosi di scoprire la lettura di un autore così impegnativo dal punto di vista non solo tecnico, ma anche, e forse soprattutto, estetico.
Desiderio appagato con l'uscita del secondo CD del catalogo di questa etichetta fondata dallo stesso Yoshikawa, registrazione che comprende splendide pagine: la Suite Bergamasque, Estampes e le due serie di Images.
Pagine che contengono alcuni dei brani più conosciuti in assoluto di Debussy, come, per esempio, il “Clair del lune”, “Jardin sous la pluie” o “Poisson d'or”. Brani che godono di meritata popolarità ma che spesso sono decontestualizzati e svincolati rispetto alla successione che hanno nelle rispettive raccolte. In occasioni come queste, nelle quali sono correttamente eseguiti nella scansione prevista dall'autore, è possibile coglierne ulteriori caratteristiche.
Per quanto ci riguarda, l'ascolto di una registrazione dedicata a Debussy provoca un immediato richiamo ad altre registrazioni storiche e di riferimento, che hanno accompagnato e sonorizzato momenti della vita e dello studio: su tutte alcune memorabili di Benedetti Michelangeli e Dino Ciani. L'ascolto è pertanto particolarmente attento. Interpretare Debussy non è soltanto un modo di suonare, ma anche un modo di pensare la musica. Musica complessa e tecnicamente impegnativa in alcuni casi, certo, ma la correttezza nell'esecuzione non è sufficiente se non è supportata da un approccio profondo con il senso estetico di Debussy, innovativo e sconvolgente come forse nessun altro autore.
L'esecuzione di Yoshikawa è pianisticamente impeccabile, dimostrando un controllo delle dinamiche, un suono e padronanza tecnica già evidenziata nella registrazione beethoveniana. Queste caratteristiche sono in questo caso a nostro parere adeguatamente utilizzate per mettere in evidenza le caratteristiche della scrittura debussyana, alternando, quando necessario così come richiesto dall'autore, momenti nei quali è necessario un nitore ed una precisione assoluta sia nel tocco che nella scansione ritmica a momenti nei quali invece tutto si basa sulla qualità e tipologia del suono, sul sapiente dosaggio del pedale e nello scorrere delle idee musicali sia in evidenza che nascoste all'interno di altre.
I brani scelti per questo CD riassumono e richiedono l'utilizzo di tutte queste caratteristiche. Fra i molti, ecco quindi il già citato “Clair de lune” rarefatto ed onirico, o “Mouvement”, che scorre gioioso ed inarrestabile come un torrente di montagna, ma anche l'altrettanto efficace nel suo fluire “Jardin sous la pluie”. Senza voler inserirsi sulla querelle della definizione di Debussy come impressionista o simbolista, come del resto lui voleva essere considerato, registrazioni come queste, nelle quali i brani, a prescindere dal suggerimento più o meno velato che l'autore dà sul riferimento a mondo reale, consentono agli ascoltatori di calarsi in un mondo sonoro che diventa personale, nel quale questa musica sonorizza le proprie sensazioni e stati d'animo.
Anche in questo caso dovremmo concludere auspicando di ascoltare un'altra registrazione di Yoshikawa, a quanto ci risulta dedicata a Schumann. Con un'altra riflessione, però, e cioè a dire non chiedendoci “come suonerà” ma “cosa suonerà”... Dopo il Beethoven, anche con questo Debussy ha dimostrato di avere molto da dire e di poter affrontare senza timore repertori e confronti con blasonati interpreti del presente e del passato.