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Accademia Filarmonica Romana. Gli indifferenti Parole e musiche da un Ventennio
Il racconto di Fabrizio Gifuni, il canto di Monica Bacelli, il pianoforte di Luisa Prayer: tre grandi artisti, insieme, per far vivere una storia che parla di noi. In occasione delle iniziative del Giorno della Memoria, l’Accademia Filarmonica Romana presenta al Teatro Olimpico giovedì 24 gennaio alle ore 21 (matinée per le scuole ore 11) Gli indifferenti. Parole e musiche da un Ventennio.
Nato nel laboratorio della Filarmonica Romana dalla generosità di tre grandi interpreti per la Giornata della memoria dello scorso anno, lo spettacolo ha riscosso un successo tale da meritare una platea più vasta.Grazie a un attento e approfondito lavoro di ricerca e documentazione, Monica Bacelli, Luisa Prayer e Fabrizio Gifuni – quest’ultimo insignito nel 2012 del Premio Gianmaria Volonté – mettono insieme i materiali dell’epoca, articoli di giornale, diari privati, documenti storici, telegrammi, musiche e canzoni, spaziando da Gobetti a Montanelli, da Toscanini a Mascagni, e passando per le parole e le musiche di Strauss, Tosti, Pizzetti, Gadda, Calamandrei, Casella, Respighi, Castelnuovo-Tedesco…
Si interrogano sulle parole scritte e la musica suonata durante il Ventennio, quale fu il ruolo della stampa ufficiale e di quella clandestina, come reagirono o come si accomodarono gli intellettuali del nostro paese mentre in Italia e in Europa si produceva una catastrofe delle coscienze prima ancora che politica… E citano, ad apertura di spettacolo, parte dell’articolo scritto all’indomani del 25 luglio 1943 da Raffaello Ramat, intellettuale fiorentino, antifascista, che per il n. 10 della rivista Argomenti pose in primissimo piano la responsabilità negativa degli intellettuali italiani che non si erano opposti al fascismo anzi, si erano fatti strumento della capillare opera di propaganda del regime: “Il saggio critico, l’articolo di giornale, l’informazione politica etc. insomma il 90% di quanto si scrive, esula dal campo della fantasia pura: ed ha per fine l’orientamento del pubblico, la diffusione di principi, di idee, di opinioni che formano la cultura media di una nazione. Gli scrittori hanno per gran parte tradito questo loro compito e han mostrato quale terribile arma di diseducazione politica può essere la penna. Sono stati servi pagati per diffondere la menzogna, obbedirla con la più sporca retorica, insinuarla con le arti mezzane così potenti presso gli ingenui”.Un’occasione per interrogarsi sul senso del proprio lavoro, sul passato e sul presente, dando vita a un concertato civile contro l’indifferenza che rinnovi il valore e il significato dell’esperienza del ricordo.
Biglietti: 30, 25, 20 euro (più diritto di prevendita). Riduzioni per studenti (con la Log-In Music card), scuole e associazioni.
Info: tel. 06-3201752, email promozione@filarmonicaromana.org