43° Cantiere di Montepulciano. Cimarosa gotico ed "in angustie"

Articolo di: 
Daniela Puggioni
L'impresario in angustie

L’impresario in angustie di Domenico Cimarosa (1749-1801) diretta da Roland Böer, direttore artistico e musicale del Cantiere, ha aperto con grande successo lo scorso 13 luglio gli spettacoli a Montepulciano, preceduta dalla tradizionale esibizione delle bande, quest'anno affidata alla Banda Poliziana e a quella di Rieti.

L’impresario in angustie, farsa per musica su testi di Giuseppe Maria Diodati, è un'opera di rara esecuzione;  andò in scena  per la prima volta a Napoli nel 1786 al Teatro Nuovo, ebbe un notevole successo tanto che se ne conoscono varie versioni: una ripresa nel 1791, sempre a Napoli,  una su traduzione in lingua tedesca di Goethe, che l'ascoltò a Roma nel 1787 e la fece rappresentare a Weimar nel 1791, mentre l'anno prima  Haydn ne aveva curato l'allestimento alla corte di Esterhàza.

La rappresentazione poliziana si basa sulla revisione fatta per il Cantiere da Enrico Massa sul manoscritto originale, realizzato per la ripresa al Teatro Nuovo nel 1791 ora custodito al Conservatorio di Napoli e confrontato con una edizione conservata alla Biblioteca Casanatense di Roma e una della Filarmonica di Torino. Il testo di Diodati mette alla berlina il mondo del melodramma, funestato dai problemi finanziari degli impresari e dalle pretese delle "prime donne" che comprendevano anche i castrati, indispensabili però per attirare il pubblico e quindi per fare quadrare i costi. Le "prime donne" erano in un rapporto di amore-odio con i musicisti, Benedetto Marcello (1686-1739) ne fece una disamina, feroce quanto circostanziaita nel pamphlet Teatro alla moda. Ancora  più vessati erano i librettisti, abili professionisti che doveano soddisfare le contrastanti esigenze. Goldoni, autore di molti libretti, ne scrive nelle Memorie e anche nel testo metateatrale  Il Teatro comico che,  pur incentrato sulla appassionata difesa della sua "riforma", affida alla "virtuosa" Eleonora la descrizione dei problemi del teatro musicale.

La musica di Cimarosa aderisce perfettamente al testo drammatico nel delineare i personaggi e cogliendo tutte le occasioni di comicità con la levità raffinata delle melodie e il ritmo incalzante delle situazioni buffe. Ne è un luminoso esempio il personaggi del librettista, Don Perizonio, con parti in dialetto napoletano come imponeva la tradizione della "commedia in musica", e i vorticosi sillabati, un modello che Rossini avrebbe portato all'apoteosi. Da questi brevi cenni si comprende che il testo musicale è tutt'altro che semplice da eseguire; i giovani dell'Orchestra Poliziana, molti dei quali non ancora diplomati, sotto l'attenta ed esperta guida di Roland Böer hanno risposto pienamente alle intenzioni della direzione teatrale del maestro, evidenziando tutta la spumeggiante levità e i ritmi scintillanti della partitura. L'Orchestra Poliziana ha colto un importante risultato, che avrebbe entusiasmato Henze, fondatore del Cantiere e dell'Istituto Musicale poliziano che porta il suo nome, perché si concretizzano gli obiettivi del compositore che mirano a realizzare il Cantiere con il concorso fondamentale delle forze locali. L'Orchestra Poliziana è nata nel 1992 ed è  formata da docenti e allievi dell'Istituto di Musica Henze a cui si aggiungono quelli dell'Istituto Franci di Siena e il Liceo musicale di Arezzo.

I risultati raggiunti dall'orchestra e dal cast ben scelto, omogeneo, ben preparato e affiattato sottolinenano l'importanza del periodo delle prove ormai considerato un lusso anche in teatri prestigiosi. Dioklea Hohxa, nel ruolo di Fiordispina, prima buffa, soprano giovanissima ma che ha già maturato una certa esperienza si è distinta  per la sua verve scenica, una voce limpida e morbida e una buona tecnica, qualità in cui ha brillato nell'aria "Io son placida e serena" nei due duetti con Don Perizonio. Questa opera in cui si fallisce nell'impresa di mettere su lo spettacolo dal titolo Le interne convulsioni di Pirro contro gli affetti isterici di Andromaca, tutti se ne vanno e il finale è affidato al lungo e divertente, seppur velato di malinconia, duetto tra Fiordispina e  Don Perizonio. Francesco Samuele Venuti ritornato dopo aver interpretato l'anno scorso il ruolo del Conte ne Il Mondo alla rovescia di Salieri ha confermato le sue buone doti teatrali e vocali nel ruolo di Don Perizonio, impegnativo anche per l'uso del napoletano  e per il forsenato e arduo sillabare che, vista la giovane età, confidiamo potrà migliorare.

Claudio Mugnaini si è ben disimpegnato come Don Crisobolo (l'impresario), a cui è affidata l'aria "Vado e giro ne' palchetti" è un altro ritorno, l'anno scorso fu La generala, parte en travesti. La giovane Silvia Alice Gianolla  che ha già mosso i primi passi della carriera è stata una convincente Merlina, prima donna giocosa, e ha ben reso l'aria "Il meglio mio carattere" mentre Stefano Bernardini, che può vantare una lunga militanza amatoriale come attore e cantante nei vari spettacoli del territorio a cominciare dal Bruscello poliziano è stato un efficace Strabinio rissoso protettore di Doralba. Claudio Zazzaro, giovane tenore ha ben interpretato Gelindo Scagliozzi, maestro di Cappella e la partecipazione di Vittoria Licostini, mezzosoprano, che ha ben interpretato sia vocalmente che scenicamente la parte di Doralba prima donna seria e frequenta il II anno del triennio di canto al Conservatorio Cherubini di Firenze, è frutto della collaborazione con questa istituzione .

Venendo alla regia, Caterina Panti Liberovici si è sentita talmente coinvolta da questa azione metateatrale, da "sentire l'irrefrenabile impulso" di entrare nella vicenda con un alter ego, un regista, parte ricoperta dal bravo attore Cristian Maria Giammarini. Un ruolo, ovviamente non previsto dall'originale perché in quell'epoca erano musicista e librettista a dare le indicazioni sceniche. Ha inserito citazioni di Pirandello, versi di Rostand e parole di Strehler portando le dimensioni temporali dello spettacolo a più di due ore compreso un intervallo giustificato dalla struttura impressa alla messa in scena, penalizzando però la parte musicale. Difatti il meraviglioso quintetto è stato interrotto e poi ripreso come  accade durante le prove, tutti questi fattori hanno determinato uno squilibrio drammaturgico all'economia dello spettacolo.

In questo caso pur apprezzando l'indubbia cura e attenzione che la regista ha dato allo spettacolo, grazie anche alla collaborazione di Sergio Mariotti per le scene, Alessandra Garanzini per i costumi e Chiara Lussignoli per le luci, il suo intervento è risultato dilagante, appesantendo la fruizione dello spettacolo. La scena immetteva in un inquietante contesto gotico e decadente rigettando completamente l'acuta giocosità e ironia del testo, come se ridere del fallimento di una ridicola messa in scena sia una profanazione della sacralità del teatro. Al termine dello spettacolo il pubblico presente ha riservato a tutti gli interpreti lunghi e calorosi applausi 

Pubblicato in: 
GN34 Anno X 17 luglio 2018
Scheda
Titolo completo: 

43° Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano
dal 12 al 29 luglio 2018

13 luglio 2018 0re 18.00 Piazza Grande

BANDE PER IL CANTIERE
Marcia e unione delle bande
Banda poliziana, Giacomo Valentini direttore
Banda di Rieti, Giancarlo Cecca direttore

F. Francia Topolina
G. B. Cardone Alessandra
V. Corino Primi passi

Ore 21.30 Teatro Poliziano

L’IMPRESARIO IN ANGUSTIE
Farsa per musica
testi di Giuseppe Maria Diodati
musica di Domenico Cimarosa
revisione basata sull'edizione del 1791 di Enrico Massa
Produzione 43° Cantiere in collaborazione con il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze

Caterina Panti Liberovici regia
Sergio Mariotti scene
Alessandra Garanzini costumi
Chiara Lussignoli luci
Gal Feffermann coreografia e danza
Orchestra Poliziana
Roland Böer direttore

Fiordispina (soprano) Dioklea Hohxa
Merlina (mezzosoprano) Silvia Alice Gianolla
Doralba (soprano) Vittoria Licostini
Don Perizonio Fattappane (baritono) Francesco Samuele Venuti
Don Crisobolo (basso) Claudio Mugnaini
Gelindo Scagliozzi (tenore) Claudio Zazzaro
Strabinio (basso) Stefano Bernardini
Il regista (attore) Cristian Maria Giammarini
Anonima (danzatrice) Gal Fefferman

In memoria di Emanuele Caleri, nel quinto anno dalla sua scomparsa