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Der Rosenkavalier. Un musical florilegio
Abbagliati dalla luce bianca delle colonne, nell’allestimento della coppia Squarciapino-Frigerio siamo introdotti tra le braccia di due amanti in tenero atteggiamento: la Marescialla Principessa di Werdenberg ed il suo giovane amante il Conte Octavian Rofrano; rispettivamente Lisa Houben e Irini Karajanni mezzosoprano più tardi en travesti. In sottofondo i due temi centrali di entrambi gli amanti, contraddistinti dall’impeto orchestrale tra il trillare di flauti e il girovagare ansioso dei corni. Il topos centrale della caducità del tempo è presto disfatto dalle sagge parole della Marescialla che caccia Quinquin (il soprannome di Octavian) non appena ode l’arrivo di una visita, temendo il profilarsi del marito. Octavian, l’amante adolescente, e del tutto irruente, rimane, travestendosi da cameriera e affascinando il rozzo Barone Ochs nelle vesti di Mariandl.
I blocchi sinfonici di questa Commedia per la musica, nelle stesse parole di Strauss, proseguono intervallati da giovani e ridenti valzer che soltanto nel finale illanguidiscono per sottolineare la fine dolceamara. Sulla falsariga di Falstaff di Verdi (e prima di Shakespeare) e del Bourgeois gentilhomme di Molière, Hugo von Hofmannsthal costruisce un testo perfettamente armonico alla musica, innestandovi inoltre degli episodi, come quelli della burla a danno del goffo Ochs, integrati piacevolmente nel clima della Felix Austria di Maria Teresa.
Giunto a teatro nel 1911, nello stesso mese in cui fu ultimato da Strauss e diretto da Max Reinhardt, rappresenta uno dei capolavori di Strauss il cui perno che dà il titolo all’opera, Il cavaliere della rosa appunto, è stato abilmente inventato dallo scrittore ex novo. La consegna di una rosa d’argento come promessa di matrimonio da Ochs (valoroso basso Kurt Rydl) alla giovane Sophie (Anna Maria Dell’Oste), figlia dell’arricchito Faninal (Peter Weber), è alla base dell’intreccio che scatena prima l’innamoramento corrisposto tra Sophie e Octavian, ed immediatamente poi la burla dei due intriganti italiani Annina (notevole Mariella Guarnera) e Valzacchi (Cesare Ruta).
Splendidamente nella parte e con il physique du rôle adeguato, Lisa Houben danza struggentemente con la voce, in particolare nella scena finale del terzetto con Anna Maria Dell’Oste poco aggraziata nella parte di Sophie, ed un a volte poco chiaro nella dizione Irini Karajanni come Octavian. Nel complesso uno spettacolo strepitoso con la regia attenta ad ogni variazione di Nicolas Joel, ripresa da Stephane Roche e allestito in coproduzione con il Théâtre du Capitole di Tolosa. Il Maestro Gelmetti all’inizio poco tedesco nella conduzione, entra in simbiosi con l’opera e ne ricama per intero le variazioni senza soluzione di continuità nel tessuto sinfonico, evidenziando l’affinità stilistica tra i motivi centrali dell’introduzione, della Marescialla e del Barone Ochs di Lechernau.