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Richard Strauss. L'inattingibile divino di Die Frau ohne Schatten
Il teatro di Richard Strauss, al pari della produzione sinfonico-orchestrale, si muove spesso tra poli opposti, sprofondando nel mito assoluto, nel divino inattingibile (e potrebbe essere il caso del DVD in questione), nella vicenda contemporanea legata ad aspetti quasi mondani, o nel sublimare il quotidiano in una metafora di caducità e irreparabile perdita, quale il celebre Rosenkavalier.
Con Die Frau ohne Schatten (La Donna senz'ombra) l'attenzione del compositore è attratta dall'intreccio complesso e delicatissimo dei rapporti tra uomo e donna, in un caleidoscopio di colpe, privazioni, incomprensioni, dolcezze e desideri rintracciabili con facilità nel nostro vivere d'ogni giorno. Il tutto sormontato dall'ambientazione esotica, caratteristica per il primo Novecento, influenzato da un Oriente più vagheggiato che reale, e dal complesso di simboli che oscurano la vicenda spostandola così dal piano orizzontale dello scorrere umano, a quello verticale del legame con il divino e l'esoterico.
E' così che si trasforma in percorso di formazione: i vari personaggi, l'Imperatrice, la moglie del tintore Barak, lo stesso tintore si muovono dall'assenza di conoscenza e comprensione della vita, sino alla piena visione di essa fino all'accettazione l'uno dell'altro. Attorno ad essi si muovono le forze oscure della nutrice e dei sortilegi che colpiscono i tre personaggi alla ricerca del proprio equilibrio naturale.
La musica di Strauss vira dall'opulenza della Salomé e dalla spietata violenza di Elektra verso uno scorrere naturale di suono e parola, per cui si odono ampie frasi cantabili, alternate a brevi semifrasi, spezzate, frante, sorrette dall'orchestrazione raffinata ed elegante ben evidenziata dalla sapiente bacchetta di Wolfgang Sawallisch.
Il celebre direttore tedesco, tuttora vivente seppur lontano dal podio da ormai vari anni, era esperto ed appassionato divulgatore di tutta la produzione straussiana. Di solito più attento a rendere con chiarezza quanto stava eseguendo piuttosto che ricercare significati nascosti e nuances innovatrici, con la Donna senz'ombra regala una concertazione elegante ed intelligente, sempre al servizio delle esigenze del canto, equilibratissima nei piani orchestrali e nel far emergere le singole sezioni della splendida orchestra bavarese facendo così risaltare il vario intrecciarsi tematico, distinto tra strumenti apportatori di suoni di luce e altri tendenti a incupirsi nei suoni di buio e notte.
Lo spettacolo, ripresa dal vivo dell'esecuzione giapponese risalente al 1992, ha un cast di ottimo livello, sia nella parte dell'Imperatrice, affidata a Luana De Vol che della nutrice, Marjana Lipovsek, entrambe sottoposte allo sforzo di essere quasi sempre presenti lungo tutto lo scorrere dell'opera. Interessante l'Imperatore di Peter Seiffert sontuoso, afflitto ed autorevole ove necessario, elegante nonché del tutto a proprio agio nella tessitura il tintore Barak, eseguito da Alan Titus. Meno a fuoco vocalmente, ma ottima interprete ed intelligente attrice la moglie del tintore, Janis Martin. Validi parimenti gli altri comprimari.
La regia di Ennosuke Ichikawa si basa sull'arte scenica del teatro Kabuki. Tradizionale, come sempre allorchè il direttore era Wolfgang Sawallisch, non tende a sperimentare nuove vie di rappresentazione, ma a sottolineare l'aspetto magico, divino della vicenda e il suo complesso simbolismo, dividendo nettamente il quotidiano umile della casa del tintore, dall'onirico, buio e atemporale dell'Imperatore, nutrice ed Imperatrice.
Spettacolo che a suo tempo ebbe meritato successo è oggi riproposto fortunatamente in DVD (con sottotitoli anche in italiano). Ottima occasione per addentrarsi nel visionario mondo teatrale straussiano.