Ritter Dene Voss. Quadri familiari

Articolo di: 
Micaela Latini
Ritter Dene Voss

Ritter, Dene, Voss, una delle opere teatrali più intense di Thomas Bernhard,  viene proposta fino al 2 novembre al Teatro India di Roma, con la magistrale regia di Piero Maccarinelli, e con tre grandi stelle del palcoscenico: gli attori Manuela Mandracchia, Maria Paiato e Massimo Popolizio.

I protagonisti dell’opera, scritta nel 1982, sono i tre fratelli del titolo (due sorelle antagoniste e un fratello), appartenenti a una ricca famiglia austriaca (i Worringer). Al centro della vicenda sono i complicati rapporti che si instaurano tra i tre, così come tra ognuno di loro e l’orizzonte di appartenenza.

Il titolo dell'opera viene tratto dal cognome dei tre attori scelti dal regista Claus Peymann per la prima: Ilse Ritter, Kirsten Dene e Gert Voss, anche se di fatto la pièce non riguarda i tre famosi attori, quanto piuttosto la famiglia dei Wittgenstein. E infatti – come si può leggere nel testo dell’opera, edito dalla casa editrice Ubulibri nella prestigiosa traduzione di Eugenio Bernardi – Bernhard dedica la sua fatica a Ludwig Wittgenstein e a suo zio Paul. Non è l’unica occasione nella quale Bernhard trae spunto dalla biografia wittgensteiniana per disegnare i suoi personaggi. Nel romanzo Correzione, il protagonista, un filosofo-architetto-matematico di nome Roithamer, è ideato sulla figura del famoso pensatore austriaco. Nel racconto Goethe muore (1982), Wittgenstein svolge ancora un ruolo di primissimo piano. Paul Wittgenstein è inoltre il protagonista di un romanzo autobiografico e molto celebre di Bernhard: Il nipote di Wittgenstein (sempre del 1982).

Molte somiglianze di famiglia si possono riscontrare tra la famiglia Worringer e i Wittgenstein, a partire dalla passione per il teatro e per la musica, al riferimento al soggiorno in Norvegia, e al tema della malattia mortale del padre, un ricco industriale. Che poi Voss, il protagonista maschile, non sia altro che un “Wittgenstein con la maschera”, lo dimostrano i continui riferimenti alle sue vicende biografiche, alle sue opere (un trattato logico), nonché l’allusione a una serie di figure (il dottor Frege, in primis) che hanno costellato la sua esistenza.

Ma, al di là dei più o meno celati riferimenti esterni, la pièce di Thomas Bernhard presenta molti motivi che caratterizzano la poetica di Bernhard, e che ne fanno una delle migliori espressioni della produzione austriaca del Novecento: il rapporto di amore-odio nei confronti dell’Austria, la connessione tra genialità e follia, la perverse e vincolanti dinamiche familiari, lo schiacciante peso dell’eredità sia materiale sia simbolica con la quale, dopo il delitto di “essere gettati nel mondo” (in una famiglia, in un paese, in una tradizione) si ha necessariamente a che fare.

È soprattutto intorno al nodo tematico dei “vincoli alla tradizione familiare” che s’incentrano i motivi di Ritter, Dene, Voss: "Quanto abbiamo sofferto sotto questi orribili quadri": è questa una sentenza di Voss, che fornisce l’incipit all’opera teatrale. I quadri altro non sono che i ritratti da famiglia Worringer, che affollano le pareti della casa e che la rendono una sorta di mausoleo. Sarà Voss, in una delle più belle scene della pièce, a rovesciare i quadri, a metterli sotto sopra, alludendo quindi ad una necessaria rielaborazione del radicamento alle origini.

Nella sua ottima interpretazione, Maccarinelli ha saputo restituire quel delicato e difficile equilibrio che fa di Ritter, Dene, Voss un paradigmatico esempio di tragicommedia. E non è cosa da poco, visto che l’opera bernhardiana è stata spesso troppo frettolosamente etichettata come “tragedia”. Ma, per dirla con il titolo di un suo breve racconto, Non è una tragedia, non è una commedia, quanto semmai un paradossale “cortocircuito” tra le due dimensioni.

Pubblicato in: 
GN1/ 3-17 novembre 2008
Scheda
Autore: 
Thomas Bernhard
Titolo completo: 

Ritter Dene Voss
Teatro India dal 21 ottobre al 2 novembre
Traduzione Eugenio Bernardi
Regia Piero Maccarinelli
con Massimo Popolizio, Maria Paiato, Manuela Mandracchia

Anno: 
2008
Vedi anche: