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38° Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano. Carmen, la gitana
Carmen, il personaggio del racconto di Prosper Mérimée, fu reso immortale dal capolavoro di Georges Bizet, da quel momento è diventato fonte di ispirazione per diverse interpretazioni: nel teatro, nel cinema e nella danza, anche utilizzando la musica di Bizet. Il 20 luglio 2013 il teatro Poliziano ha ospitato la prima assoluta di Carmen, la gitana, una versione che è più vicina alla novella di Mérimée.
Chiara Villa, che ha curato la drammaturgia e i dialoghi a partire dal racconto e dal testo del libretto di Meilhac e Halévy, pensando alle ridotte dimensioni del teatro Poliziano ha scelto di creare lo spettacolo basandosi sulla novella di Mérimée, e ha immaginato che fosse proprio lo scrittore a narrare la storia. Dopo il preludio è lo scrittore, il bravo e versatile attore, Francisco Gil, che ha sostenuto anche la parte di Zuniga, a introdurre il pubblico nell'azione.
Come nell'opéra-comique ci sono i dialoghi parlati, in italiano, che si alternano al canto in francese. Si vede cosi Micaela che cerca Don José, la seduzione di Carmen, il suo arresto, la sua fuga, il successivo incontro nella bettola di Lilas Pastia, diventato donna, l'incontro con Escamillo, la lite con Don José, la predizione della morte dalle carte, l'inutile tentativo di Micaela di distogliere Don José dalla sua ossessione e infine l'uccisione affrontata consapevolmente dalla donna.
La morte è sempre presente rappresentata dalla bara rossa collocata in fondo al palcoscenico, ai cui lati gli attori e cantanti si cambiano e aspettano il loro turno senza uscire di scena. La scena creata da Chiara Villa e Stefania Coretti è scabra con pochi elementi ma molto evocativa dell'atmosfera cupa del racconto, della sordida bettola di Lilas Pastia e dell'ambiente criminale che è lo sfondo della storia. In questa visione drammaturgica si sono perfettamente inseriti i bei costumi di Stefania Coretti.
Una drammaturgia concentrata, basata sul testo, senza le aggiunte presenti nell'opera, che rispondevano al gusto dell'esotismo dell'epoca con le grandi scene che evocano una immagine convenzionale della Spagna, cosa che ha conseguentemente portato all'assenza delle parti corali. Lo scorrere dell'azione è stata fluido e avvincente anche per l'ottimo lavoro fatto dalla regista con i giovani cantanti che si sono calati nella loro parte rendendola convincente.
L'adattamento musicale della musica di Bizet è stato realizzato da Pierre Thilloy che ha voluto dare un colore popolare, in questo caso italiano, ma che potrebbe cambiare in un paese con differenti tradizioni popolari. Un adattamento che si è fuso perfettamente con l'azione senza semplificare l'impegno vocale. Vincent Monteil ha efficacemente diretto i bravi i musicisti dell'orchestra, che ha unito:i docenti della scuola di musica, i giovani della scuola di Bordeaux e una violinista del conservatorio di Manchester.
Il cast era formato da giovani cantanti all'inizio della carriera, tra cui ricordiamo Lilia Tripodi, che fa parte dell'Operavenir di Basilea in Svizzera, una Carmen di grande presenza scenica e vocale. Bene Anaïs Mahikian, è stata una dolce Micaela e una sfrontata amica di Carmen. Completavano il cast vocale: Sunggoo Lee, proveniente dall'Opera Studio Opéra du Rhin, come Don Josè e Sévag Tachdjian come Escamillo. Bravi anche gli attori Jeanne Barbieri come Lilas Pastia e Francisco Gil come Mérimée e Zuniga. Uno spettacolo godibile e coinvolgente che è stato molto applaudito dal folto pubblico presente nel teatro.