41° Festival della Valle d'Itria. La Medea secondo Fabio Luisi

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Medea in Valle d'Itria

Mercoledì 30 luglio, nell'ambito della 41° edizione del Festival della Valle d'Itria, è stata messa in scena, in prima rappresentazione assoluta nell'edizione critica di Paolo Rossini, la Medea in Corinto di Johann Simon Mayr, con la prestigiosa direzione di Fabio Luisi alla guida dell'Orchestra Internazionale d'Italia e con Davinia Rodriguez nel ruolo di Medea e Michael Spyres in quello di Giasone.

Il mito di Medea: uno dei più conosciuti, celebrati e rappresentati nella letteratura teatrale e musicale occidentale, assurto a simbolo, nel bene e del male, delle conseguenze che l'amore corrisposto o negato può provocare nell'essere umano e nella sua mente. Il mito di una donna che è anche maga. Ma l'amore stesso non è in fondo frutto di un incantesimo mentale e spirituale che soggioga due individui?

Opera importante nel repertorio del primo Ottocento, rappresentata per la prima volta a Napoli nel 1813 e replicata per anni in Italia ed all'estero, consente di scoprire le notevoli doti dell'autore in un ambito culturale, un territorio ed un periodo nel quale era inevitabile il confronto con illustri compositori.

La scelta del testo, di per sé impegnativa, necessita di un edificio musicale adeguato sia nella rappresentazione del dramma, sia nel sottolineare le caratteristiche psicologiche dei personaggi. Simon Mayr - opinione questa espressa dai critici dell'epoca sin dalla prima rappresentazione - dimostra di possedere una tecnica strumentale ed un gusto timbrico di prim'ordine riuscendo, sia nelle parti strumentali, sia in alcune arie con strumenti solisti obbligati che dialogano con le voci, sia con l'uso della massa corale a sostenere lo scorrere della vicenda. A nostro parere i risultati migliori per articolazione e svolgimento sono ottenuti nel secondo atto.

La sinfonia dell'opera, svincolata come materiale tematico da quanto comparirà in seguito, dimostra, come già detto, la sicurezza dell'autore nella scrittura. La lettura accurata di Luisi, assecondato nelle intenzioni da un'Orchestra concentrata e precisa, ne ha sottolineato ogni particolare predisponendo l'ascoltatore, così come previsto e nelle intenzioni dell'autore, a vivere l'articolata vicenda melodrammatica, scatenando l'applauso del pubblico al termine dell'appassionante esecuzione.

Già nella sinfonia, così come nel resto dell'opera, è emersa l'idea registica di Benedetto Sicca di utilizzare con frequenza la presenza e le coreografie di Riccardo Olivier, coreografie e movimenti scenici che hanno coinvolto anche lo spazio della platea e che sono diventati parti importanti nella realizzazione drammaturgica e non solo elementi visivi accessori o secondari. Questa scelta ha permesso di mantenere essenziale la scenografia di Maria Paola Di Francesco, sostanzialmente invariata a parte la scomparsa di un prato fiorito che però, svelando un pavimento a specchio, ha consentito suggestivi effetti con la riflessione delle luci curate da Marco Giusti.

Commento ricorrente nelle critiche ottocentesche era la lunghezza di alcune sezioni ed anche, come conseguenza della scelta di usare sempre recitativi accompagnati, la continua “tensione” musicale che poteva mettere in difficoltà sia la tenuta tecnica ed espressiva dei cantanti, sia il grado di attenzione del pubblico. In effetti, anche per noi ascoltatori moderni tale impostazione potrebbe creare problemi. In quest'occasione, come detto, la scelta di utilizzare sia la massa corale, sia i ballerini in maniera importante ha creato ulteriori motivi di interesse, anche se in certi casi ha forse provocato dubbi sull'identificazione dei personaggi in scena e sullo svolgimento della vicenda arrivando anche ad una certa ripetitività e prevedibilità nei movimenti dei ballerini e dei movers

Le doti tecniche ed espressive possedute da Davinia Rodriguez e Michael Spyres, ma anche da Creonte-Roberto Lorenzi e Creusa-Mihaela Marcu, hanno regalato agli ascoltatori momenti di grande musica. A tal proposito, una considerazione ed anche un auspicio è che nelle prossime edizioni del Festival sia possibile utilizzare, così come avviene in altre simili occasioni, la proiezione del testo del libretto sulla parete alle spalle della scena. In questo modo, specialmente per opere come questa non di repertorio ma con libretti importanti, verrebbe data la possibilità al pubblico di apprezzare ulteriormente lo svolgimento immergendosi ancor più in profondità nelle pieghe del tessuto drammaturgico.

Si accennava alla perizia di Mayr nella scrittura musicale. Dimostrazione concreta in questa Medea la presenza di alcune arie di grande suggestione ed efficacia con strumenti solisti in dialogo con i protagonisti: nel primo atto l'aria di MedeaSommi Dei” nella quale è emersa la poesia e la bellezza del suono del violino della spalla Giuseppe Carbone, il duetto tra Medea e GiasoneMira...” con il violoncello di Massimo Tannoia, l'affascinante aria di CreusaCaro albergo” nella quale la scrittura dell'arpa (l'ottima Elena Piva) è degna di un concerto per strumento solista ed orchestra. Oltre a queste sezioni, costante la presenza e la perizia degli elementi della “colonne d'harmonie” dell'Orchestra, cioè dell'intera sezioni dei fiati (flauti, oboi, clarinetti e fagotti), frequentemente utilizzata da Mayr a sostegno delle arie.

Come detto, a nostro parere il secondo atto nella costruzione è particolarmente ben  riuscito. Ottimamente eseguita la sezione finale dell'opera. L'uso del coro in dialogo con Medea, non solo per lo stile ma anche per la resa drammaturgica, ricordava analoghe sezioni mozartiane.

Si è detto della direzione sicura ed accurata di Fabio Luisi dell'Orchestra Internazionale d'Italia. Doveroso citare anche gli altri protagonisti:  Egeo-Enea Scala,  Evandro-Paolo Cauteruccio, Ismene-Nozomi Kato, un ottimo cast perfettamente equilibrato nell'attribuzione dei ruoli e nell'interpretazione. 

Atrio del Palazzo Ducale riempito sino all'ultimo posto disponibile, diretta Rai RadioTre, evidente apprezzamento del pubblico e calorosi applausi a tutti i protagonisti al termine. La magia della Medea di Simon Mayr è stata ricreata sotto le stelle ed una splendente luna piena di una tiepida notte estiva pugliese.

Pubblicato in: 
GN37 Anno VII Numero doppio 13-27 agosto 2015
Scheda
Titolo completo: 

41° Festival della Valle d'Itria

Martina Franca 15 luglio-4 agosto

30 luglio 2015

Martina Franca – Palazzo Ducale

Johann Simon Mayr

Medea in Corinto

Direttore Fabio Luisi