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47° Cantiere Internazionale d’Arte. Chiosa concertante
Il programma del Cantiere ha presentato quattro diversi concerti sinfonici, in questo articolo parleremo del concerto del 24 luglio e del concerto conclusivo del 31 luglio. Nel primo è stata protagonista Orchestra Poliziana nel secondo l’Orchestra della Toscana, Marc Niemann ha diretto entrambi i concerti.
Il primo concerto si è svolto nella splendida cornice rinascimentale del Tempio di San Biagio, Niemann ha diretto l’Orchestra Poliziana formata dagli allievi della Scuola di musica Hans Werner Henze di Montepulciano con alcuni docenti, insieme ad allievi dell’ISSM Verdi di Ravenna e dell’ISSM Franci Siena. Il programma è stato ben congegnato da Marc Niemann per la giovane orchestra, inoltre i brani presentati sono tutti legati in vario modo alla rappresentazione teatrale. L'Ouverture Leonora n°1 ha aperto il concerto, Beethoven compose una sola opera teatrale, il titolo iniziale doveva essere Leonora poi cambiato in Fidelio, delle quattro Ouverture scritte solo l’ultima in mi maggiore è stata adottata come usuale ouverture del Fidelio, mentre le altre sono proposte nei programmi dei concerti.
Ha chiuso la prima parte del concerto Quiet city di Aaron Copland, che nacque come musica di scena per un lavoro teatrale di Irwin Shaw, la trama presentava il confronto tra la vita di due fratelli. Il primo un uomo d’affari, l’altro un suonatore di tromba depresso, che girovaga di notte per le strade della città, col suo strumento interpreta le emozioni della gente che incontra. Copland rielaborò le musiche di scena in una Suite da concerto, con dedica a Ralph Hawkes, titolare della casa editrice Boosey & Hawkes, la composizione fu eseguita il 28 gennaio 1941 a New York dalla Saidenberg Little Symphony diretta da Daniel Saidenberg.
Gli archi disegnano un’atmosfera di desolante solitudine che evoca i quadri di Edward Hopper, emergono come solisti, il corno inglese e la tromba, ai due strumenti e in maggior misura alla tromba sono affidate le emozioni degli incontri notturni. Nieman ha posto gli strumenti solisti fuori dall’orchestra nei due bracci opposti del tempio a croce greca, il corno inglese a destra e la tromba a sinistra della posizione della compagine orchestrale, una soluzione che ha accentuato la rappresentazione dell’ambiente sonoro della città, sulla base orchestrale l’emergere dei due strumenti ne accentua la descrizione della solitudine disperata degli abitanti. Sono due parti soliste impegnative che le giovanissime e brave musiciste hanno efficacemente interpretato, Irene Fiorino, dell’ISSM Franci Siena ha suonato il corno inglese e Raffaella Farina dell’Orchestra poliziana la tromba, entrambe sono state festosamente acclamate dal folto pubblico presente.
Nella seconda parte è stato presentato l’integrale delle musiche di scena scritte per la tragedia di Johann Wolfgang von Goethe Egmont, sono le più ampie e importanti composte nel 1810 da un Beethoven nella pienezza della sua maturità artistica “soltanto per amore del poema di Goethe”. La celeberrima Ouverture immette nei temi del dramma, la lotta per la libertà fino al sacrificio della vita di un eroe, il conte di Egmont, decapitato dagli spagnoli a Bruxelles nel 1568, per gli altri brani Goethe ne indicò la collocazione scenica. Andrea de Luca è stato convincente nell’interpretazione di alcuni brani del dramma, scelti per far capire lo svolgimento della vicenda. Oltre ai brani orchestrali ci sono due Lied cantati da Chiaretta la fanciulla amata da Egmont, nel primo, militaresco, la donna vorrebbe indossare panni maschili, come Leonora nel successivo Fidelio, per combattere accanto a Egmont, il secondo, dopo la condanna a morte di Egmont, è quello del suicidio di Chiaretta, Lied è il più intenso e appassionato tra quelli scritti da Beethoven.
Signe Heiberg, soprano, si è calata nel ruolo con una interpretazione espressiva e convincente, ha una emissione limpida e luminosa e la sua voce dolce, piena e potente ha pervaso la chiesa. Il brano indicato come Melodramma è un melologo, una forma in cui la recitazione parlata ha come sottofondo la musica, il pezzo descrive il sogno della libertà che Egmont vede impersonata in Chiaretta, poi Egmont si sveglia, è in carcere in attesa dell’esecuzione, la musica diventa eroica per raggiungere il suo acme con le parole: “Proteggete con gioia ciò che vi è più caro". Il finale riprende il tema che chiude l’Ouverture. Marc Nieman ha guidato con grande autorevolezza i giovani musicisti con un ottimo risultato nella resa cromatica del suono e nell’agogica in brani così diversi. Grandi applausi hanno salutato la fine di un concerto che testimonia la felice riuscita delle idee di Henze.
Il concerto conclusivo si è svolto, come di consueto in Piazza Grande a Montepulciano ed è stato aperto da Cede pietati, dolor da Le anime di Medea di Silvia Colasanti, la compositrice più volte è stata affascinata dai miti e dalle tragedie greche. Medea è una delle più affascinanti figure femminili e il suo dilemma tra l’amore materno e il desiderio di vendetta è profondamente tragico. La musica rende incisivamente la drammaticità tragica dell’animo di Medea nei contrasti timbrici in cui predominano i colori scuri e i quelli ritmici con un uso anche ossessivo in alcuni momenti delle percussioni. La compositrice presente in sala è stata calorosamente applaudita.
Il Concerto n°3 per pianoforte e orchestra in do maggiore op.26 di Sergej Prokoviev ha visto al pianoforte la celebre concertista Mari Kodama che è stata lungamente applaudita per il suo brillante virtuosismo. Il Concerto fu composto da Prokoviev tra il 1911 e il 1921 a Chicago, il 16 dicembre 1921 con il preciso scopo di affermarsi in America come pianista e solo secondariamente come compositore, fu eseguito per la prima volta dall’'autore al pianoforte e la direzione di Frederick Stockcol. Il Terzo è il più noto dei cinque Concerti pianistici di Prokoviev, che lo dedicò a Konstantin Bal'mont, fuggito in Occidente dopo il 1917. Il concerto ha molti dei caratteri peculiari del suo stile maturo, motorio e percussivo nel ritmo mentre i temi e la colorazione armonica sono tipicamente russi. Il movimento iniziale è costruito in forma di sonata su una duplice alternanza di un Andante con un Allegro, il secondo movimento è basato su una serie di cinque variazioni su un tema in tempo Andantino connotato da un romantico effusivo lirismo, nel conclusivo Allegro ma non troppo, il tema è vitale ritmico ricco di invenzioni e di colori. Forse il direttore è stato condizionato dallo svolgimento all’aperto, ma la sua direzione è stata una corsa affannosa senza respiro che ha privilegiato la parte ritmica percussiva a scapito della cantabilità melodica con poche sfumature dinamiche e agogiche.
Il brano conclusivo è stata la Sinfonia n°3 in mi bemolle maggiore composta da Schumann nel 1846, nota fin dai primi tempi con l'appellativo di "Renana" per la sua musica ispirata alle impressioni destate nel compositore dalla regione omonima. La prima esecuzione, con l'opera ancora manoscritta, avvenne nel concerto del 6 febbraio 1851. La Sinfonia ha un carattere gioioso e solenne è l'ultima opera sinfonica scritta prima che si cominciasse a manifestare la tragica malattia che interferì prima e poi impedì la sua attività creativa. La direzione di Marc Niemann ha reso efficacemente la iridescente tavolozza timbrica e la cantabilità melodica del brano grazie anche alla bravura delle diverse sezioni dell’orchestra. Scrocianti applausi del folto pubblico presente hanno salutato la fine del concerto.