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74°Teatro Lirico Sperimentale. Gli Intermezzi di Scarlatti e Pergolesi
Il programma della Stagione 2020 ha proposto lo scorso venerdì 11 settembre una nuova interessante proposta: due Intermezzi Pericca e Varrone di Alessandro Scarlatti, presentato per la prima volta nell’edizione critica a cura di Roberta Mangiacavalli e uno celeberrimo, La serva padrona su libretto di Gennaro Antonio Federico messo in musica da Giovanni Battista Pergolesi.
La rappresentazione dell’edizione critica di Pericca e Varrone di Alessandro Scarlatti, è stata resa possibile dalla collaborazione con il Centro Studi Pergolesi dell’Università degli Studi di Milano, che dura da diversi anni, anche grazie al sostegno del Professor Claudio Toscani - Presidente del Centro Studi Pergolesi e Professore associato di Storia del Melodramma e Filologia musicale presso l’Università degli Studi di Milano. La produzione è resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Francesca, Valentina e Luigi Antonini.
Pericca e Varrone sono protagonisti delle scene buffe inserite nella rappresentazione del 1714 a Napoli di Scipione nelle Spagne su musica di Alessandro Scarlatti. L’opera era stata rappresentata per la prima volta nel 1710 a Barcellona su libretto di Apostolo Zeno, libretto che seguiva i caratteri della riforma dell’opera seria che non prevedeva scene comiche. Nella pratica barocca teatrale e melodrammatica alle scene drammatiche venivano accostate scene comiche, pratica già usata da Claudio Monteverdi ne L'incoronazione di Poppea e ne Il ritorno di Ulisse in patria, ma anche da Lope de Vega in Fuenteovejuna e nel Macbeth di Shakespeare nella “scena del portiere” che a lungo non fu considerata opera del bardo.
Nella rappresentazione napoletana dove compaiono per la prima volta le scene comiche per venire incontro al gusto del pubblico non viene citato l’autore né del libretto originario, né delle scene aggiunte. Roberta Mangiacavalli ci ha spiegato che ha consultato tre fonti diverse per la partitura estrapolando le scene comiche che hanno un organico orchestrale ridotto. Dopo la rappresentazione napoletana Scipione nelle Spagne cadde nell’oblio mentre Pericca e Varrone continuarono a vivere come intermezzi e nel 1730 venne pubblicato il libretto La dama spagnola ed il cavalier romano con poche varianti rispetto all’originale.
Pericca è la dama di compagnia della protagonista femminile dell’opera, Sofonisba, e compare solo nelle scene comiche, Varrone che si presenta come” maestro di spada, di ballo e poesia” è il servo di Scipione e appare anche nella parte seria. Sono scene farsesche che si prendono gioco dei comportamenti galanti resi ridicoli dalla goffaggine di Varrone, ma i due si piacciono e così tutto finisce bene. La musica di Scarlatti giocosa e raffinata è perfetta teatralmente per evidenziare la vivacità dei dialoghi serrati in cui si svolgono le vicende dei due protagonisti.
La regia di Andrea Stanisci ha sfruttato le attuali limitazioni per il Covid per mettere in risalto gli aspetti farseschi in una messa in scena giocosa, ideando un contrappunto surreale ai dialoghi dei protagonisti per i due bravi mimi, Diletta Masetti ed Enrico Toschi. Dyana Bovolo è stata una spumeggiante Pericca, provocante, puntigliosa e abile nel travestimento in dama spagnola, sa ben usare la voce sia nei recitativi che nel canto dando la necessaria espressione teatrale e si muove con disinvoltura sul palcoscenico. Alfred Ciavarrella ha ben impersonato il tronfio e goffo Varrone, che cade in tutte le insidie di Pericca. La direzione di Pierfrancesco Borrelli in perfetto accordo con la regia ha impresso dinamicità alla vicenda teatrale mettendo in piena luce la vivacità raffinata della musica di Scarlatti.
L'opera seria Il Prigionier Superbo con gli intermezzi, La serva padrona, su libretto di Gennarantonio Federico messo in musica da Giovanni Battista Pergolesi, andò in scena il 5 settembre 1733 al Teatro San Bartolomeo di Napoli. Il Prigionier Superbo cadde nel dimenticatoio mentre La serva padrona, ebbe un imperituro successo iniziato dopo la rappresentazione romana a Teatro Valle nel 1735. La serva padrona per la sua ambientazione borghese, il testo ironico e non convenzionale di Gennarantonio Federico a cui la splendida musica di Pergolesi riesce mirabilmente a fondersi rendendolo estremamente godibile e divertente, innescò, con la sua rappresentazione a Parigi nel 1752, la nota Querelles des bouffons.
La serva padrona non è una farsa, il suo testo la rende affine alla “commedia in musica” e la regia di Andrea Stanisci ha reso con acuta ironia la psicologia dei personaggi, le limitazioni sono diventate opportunità sceniche per delineare lo svolgimento della vicenda. Tosca Rousseau è stata una Serpina convincente vocalmente e scenicamente, briosa e subdola dominatrice che sa ben sfruttare la sua femminilità. Luca Simonetti ha ben delineato la fragilità psicologica del personaggio e la sua sterile aggressività, nel canto ha esibito una bella voce scura, ma forse i suoi recitativi sono sembrati eccessivamente impetuosi. La direzione di Pierfrancesco Borrelli è stata efficace teatralmente e ha messo in luce la vivace inventiva musicale di Pergolesi, coadiuvato in entrambi gli Intermezzi dai bravi musicisti dell’Ensemble strumentale del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli" e dalla proficua collaborazione di Livia Guarino al cembalo. I costumi di Clelia De Angelis hanno ben interpretato le intenzioni del regista, delizioso quello ideato per Pericca, e così le luci di Eva Bruno hanno ben contribuito alla riuscita dello spettacolo, Applausi scroscianti per tutti gli esecutori