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Accademia Filarmonica. Quarta dirige La Conversione di Maddalena
La Conversione di Maddalena, lo splendido Oratorio di Giovanni Bononcini (1670-1747),è tornato a rifulgere in tutto il suo splendore nella emozionante interpretazione di Alessandro Quarta, che ha diretto il complesso strumentale Concerto Romano, lo scorso 5 aprile nella Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra.
Giovanni Bononcini, celeberrimo e conteso compositore modenese, fu poi dimenticato, se ne ricordò solo la rivalità con Händel a Londra. A causa della sua attività Bononcini, come molti suoi colleghi, lavorò in diverse città italiane ed europee da questo nasce il problema di ritrovare se non gli autografi, le partiture o gli spartiti della sua vasta produzione musicale, perché queste devono essere ricercate nelle diverse biblioteche europee. De La Conversione di Maddalena esiste l'edizione critica a cura di Raffaele Mellace pubblicata dalla Fondazione Arcadia che da anni si sta occupando di rinvenire e pubblicare le sue opere nell'ambito del "Progetto Bononcini".
Giovanni Bononcini, già famoso e conteso, compose a Vienna nel 1701 l’Oratorio in due parti e a quattro voci La Conversione di Maddalena per Leopoldo I d'Asburgo. L'argomento dell'Oratorio era molto popolare perché aveva al centro il tema della peccatrice pentita, infatti nel personaggio di Maddalena convergono, per una consolidata e antica tradizione, più figure femminili descritte nei Vangeli a cominciare da Maria di Magdala, liberata dai demoni e poi divenuta seguace di Cristo, che sarà tra le donne ai piedi della croce e tra quelle che ne scopriranno la Resurrezione. Si aggiungono la donna che lava i piedi di Cristo con le lacrime, li asciuga con i capelli e li unge nella casa del lebbroso Simone a Betania, Maria sorella di Marta, entrambe sorelle di Lazzaro e l'Adultera. Non è stato possibile stabilire quale sia stato l'autore del libretto messo in musica da Bononcini, la singolarità del testo è data dalla presenza di Marta, sorella di Maria Maddalena, personaggio fondamentale nella conversione della protagonista e sua deuteragonista nel dramma. L'Oratorio successivamente fu eseguito anche a Roma e Firenze nel 1708 e vicino Bologna a Castel San Pietro nel 1723.
La Conversione di Maddalena prevede quattro cantanti, due soprano, Maria Maddalena e l'Amor Divino, un contralto Marta e un basso l'Amor profano, che naturalmente furono tutti uomini. Della corposa compagine orchestrale della Cappella imperiale, circa quaranta elementi messi a sua disposizione da Leopoldo I, Bononcini per la sua composizione utilizzò soltanto gli archi e il clavicembalo, il cui utilizzo è scritto esplicitamente nella partitura. Tra gli archi, sono indicati violini, viole, viola da gamba, violoncello e contrabbasso ma nulla è scritto sull’impiego dell’organo. Gli archi dovevano essere di un numero considerevole, il compositore infatti alterna pagine solistiche per il violino, il violoncello e la viola da gamba, all'uso del basso continuo e al dialogo concertante tra diverse formazioni del Concertino con i Tutti. Nell'aria di Maria Maddalena "Sì, sì, risolvo"della prima parte è prescritto un concertino di due violini in quella di Marta "Quel volto, quel labbro" nella seconda parte ci sono due primi violini,due secondi violini e due viole di concertino che dialogano con i Tutti. Da queste indicazioni Raffaele Mellace ha dedotto che :”non si trattò pertanto di un’esecuzione a parti reali”.
Di particolare interesse è il ruolo di solista del violoncello che sempre secondo Mellace:”forse riservato allo stesso Bononcini, attivo a Vienna anche come virtuoso dello strumento, se non al fratello Antonio.” Nella Seconda Parte il violoncello e il cembalo hanno un ruolo autonomo rispetto al basso continuo nella Sinfonia introduttiva così come nell’aria di Maria Maddalena "Comincio a sospirar". Ancora più intrigante è il rapporto tra l'allora emergente violoncello e la viola da gamba, sino allora dominatrice indiscussa della musica di corte, nel duetto "Goderà ne’ sacri ardori" si distaccano dal "continuo" divenendo due solisti in gara fra loro. Nel 1701 è una testimonianza di straordinario interesse storico della nascente aspra rivalità tra i due strumenti, che si concluse con la vittoria del moderno violoncello d’ascendenza italiana sulla viola da gamba, a cui contribuirono anche i fratelli Bononcini. La rivalità pluridecennale sarà anche all'origine nel 1740 del pamphlet di Hubert Le Blanc. Oltre alle Arie ci sono due Ariosi uno di Maddalena "Sì sì risolvo" e uno dell'Amor Profano “Rasciuga i vaghi lumi” ma anche pezzi di insieme cinque Duetti, un Terzetto e un Quartetto che chiude la Prima Parte, che concorrono alla realizzazione di una drammaturgia scorrevole e coinvolgente,
La maestria di Bononcini nell'uso delle voci e degli strumenti riesce creare una sontuosa tavolozza timbrica che unita ad una rigogliosa inventiva melodica e ritmica concorre a delineare in senso drammatico i due personaggi principali e i dilemmi presenti nell'anima della Maddalena, rappresentati simbolicamente dall'Amor Divino e dall'Amor profano. Si è potuto ascoltare in questa occasione un quartetto vocale ideale per la riuscita dell'Oratorio, ricordiamo che le parti vocali “femminili” furono scritte per castrati, di conseguenza la scrittura vocale, complessa e ricca di abbellimenti richiede una grande padronanza tecnica. Francesca Aspromonte è stata un'intensa Maddalena la sua voce vellutata ed espressiva ne ha interpretato efficacemente gli stati d'animo contraddittori, le esitazioni e i dubbi. Helena Rasker, una vera contralto, è stata Marta e si è imposta come autorevole e persuasiva deuteragonista, Lucia Napoli, mezzosoprano, ha un timbro morbido e si è calata abilmente nel ruolo dell'Amor Divino, infine Mauro Borgioni, baritono con voce calda e suadente, abile a districarsi anche nelle difficoltà della scrittura vocale ha reso brillantemente l'Amor Profano.
La valente direzione di Alessandro Quarta ha reso incalzante la drammaturgia piena di contrasti dell'Oratorio, è stata attenta ad evidenziare la cantabilità della melodia nelle arie di intenso pathos di Maddalena, come la rapida dinamica nell'incalzante esortazione dell'aria di Marta “Di lagrime di gemiti”, così simile alle "arie di furore" del melodramma. Il maestro Quarta ha mostrato una notevole attitudine non solo alla resa degli aspetti timbrici, dinamici, ritmici e d'insieme ma anche alla drammaturgia della partitura, assecondato dalla bravura dei cantanti e dei musicisti di Concerto Romano, tra loro non possiamo esimerci dal menzionare la valentia di Rebeca Ferri al violoncello. I lunghi e calorosi applausi del pubblico che affollava la sala sono stati premiati dal bis del Quartetto che ha concluso la Prima Parte. Ci auguriamo che anche altri abbiano la possibilità di ascoltare questo capolavoro di Bononcini nella superba interpretazione di Concerto Romano diretto da Alessandro Quarta.