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AIAM. La Musica in convegno al Ministero della Cultura
Per la prima volta nella sua storia l'AIAM (l'Associazione italiana attività musicali), viene ospitata al Ministero della Cultura per il convegno dedicato alle attività musicali, tenutosi il 20 giugno, durante il quale ha formulato delle proposte per la stesura del nuovo codice dello spettacolo.
Durante il convegno si è inoltre ribadito, con dati concreti, come il contributo statale all’associazionismo sia da un lato ampiamente restituito sotto forma di contributi e d’altro canto esso sia il primo motore che genera un volano economico capillarmente distribuito su tutto il territorio italiano, nonché occasioni di lavoro per i giovani musicisti formati dal nostro sistema educativo. Per l'occasione, l'on. Gianmarco Mazzi ha dichiarato: “Quello di Aiam è un mondo che noi amiamo molto perché interpreta nel modo giusto i contributi dello Stato come forma di investimento e non come un contributo dovuto. State davvero facendo il massimo e di questo vi siamo grati. Siete la spina dorsale del paese”
I lavori si sono aperti con i saluti e i messaggi di sostegno del Presidente del Senato Sen. Ignazio Larussa, dell’On. Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura, Istruzione e Scienza e del Dottor Gianni Letta.
Il Presidente di AIAM Francescantonio Pollice ha subito ricordato che: “L'Aiam è l’associazione numericamente più grande fra quelle di Federvivo con 195 soci distribuiti su tutto il territorio italiano, ma è soprattutto una comunità d’istituzioni composta da donne e uomini che credono nell’importanza della musica quale potente strumento per la crescita individuale e collettiva della nostra comunità nazionale.” Quindi Pollice entra nel vivo dei temi cruciali per l’associazionismo italiano in musica: “Sia chiaro a tutti che AIAM non rivendica maggiori risorse per i propri comparti a scapito di altri ma ha il diritto e dovere di sottolineare, motivandone le ragioni, che la musica tutta ha bisogno di una significativa inversione di tendenza: altrimenti nei prossimi anni l’intero sistema collasserà. Auspichiamo pertanto un incremento del fondo che venga progressivamente riportato nel rapporto con il PIL ai valori dello 0,08% iniziali atteso che oggi sono attestati introno allo 0,02%.”
Pollice orgogliosamente sottolinea poi come il pubblico sia il primo sostenitore privato delle Associazioni Aiam: “Il nostro pubblico – 1.680.731 italiani pari alla metà dei biglietti venduti in Italia per concertistica e jazz – è vera colonna portante del nostro lavoro: rappresenta infatti con € 11.653.928,50 il 37,95% delle entrate da privati ed equivale al 61,35% del FNSV assegnato alle istituzioni”. Ma è soprattutto sul tema del lavoro che Pollice fa importanti rivendicazioni confermate dai numeri: “Si conferma infatti la natura assai agile e con alta produttività delle istituzioni AIAM rappresentata dal fatto il 94% delle risorse umane è relativo al personale artistico e solo il rimanente 6% a quello di struttura inclusi i consulenti. Dal punto di vista delle retribuzioni l’insieme di esse è di oltre 46 milioni di euro con una percentuale del 71% per il personale artistico e del 29% per la struttura composta da dipendenti a differente titolo e consulenti.”
Anche la restituzione allo Stato attraverso gli oneri e le imposte è punto d’orgoglio di Aiam in quanto, specifica Pollice: “per ogni euro che lo Stato attribuisce agli organismi aderenti all’associazione, gli stessi restituiscono direttamente 71,7 centesimi, a cui sommare gli oneri e le imposte derivanti dall’indotto generato. Quindi ancora una volta è dimostrato come l’investimento dello Stato sia assolutamente produttivo”.
Quindi il Presidente entra nel merito dei numeri della divulgazione capillare sul territorio: “Aiam ha prodotto in tutta Italia 10.084 concerti di cui 7.480 a pagamento e 2.604 ad accesso libero e gratuito. La spesa media nazionale per spettatore è di € 10,06, costo certamente assai competitivo ed accessibile per l’utenza in relazione ad altre attività dello spettacolo dal vivo anche musicali”. Inoltre: “Le istituzioni AIAM hanno realizzato nel 2022 una copertura pressoché completa del territorio nazionale operando in 871 comuni italiani di ben 104 delle 107 aree territoriali italiane, cui si aggiunge l’importante attività svolta all’estero per la diffusione della cultura italiana nel mondo con 250 concerti eseguiti in 96 città di 38 differenti stati di Africa, America, Asia, Europa e Medio Oriente.”
L’intervento si è concluso con una serie di proposte, tra cui la definizione chiara della natura giuridica degli enti beneficiari di FNSV, la conferma del meccanismo competitivo con un giusto equilibrio fra valutazioni oggettive, giudizio artistico, semplificazione burocratica, certezza dei contributi nel triennio, riequilibrio territoriale, rapporto ricco con la scuola e criteri uniformi nei rapporti amministrativi con i vari enti pubblici.
Il Maestro Beatrice Venezi, consigliera del Ministro per la musica, in collegamento da Taormina, chiosa:
“Riconosco e sostengo il valore culturale e sociale delle associazioni concertistiche su tutto il territorio italiano da sempre: il vostro ruolo nell’educazione al bello, all’umanità, alla difesa del nostro patrimonio culturale e anche il volano economico che generate per tanti territori. Senza dimenticare la salvaguardia del lavoro degli artisti e la qualità musicale che producete. I fondi che lo stato vi dà sono di certo ad alta redditività per il paese.”
L'avvocato Michele Lai, Consigliere di Amici della Musica Firenze, aggiunge:
“Come avvocato vorrei sottolineare l’importanza della forma giuridica. Noi veniamo dall’articolo 9 della Costituzione e nell’ottica di una riforma ritengo essenziale che la nostra natura giuridica debba essere ben definita nell’assenza della finalità lucrativa in nome di una crescente trasparenza e per una maggiore dignità. Come parte degli Amici della Musica di Firenze invece mi preme sottolineare la necessità di una maggiore collaborazione tra associazionismo musicale e le Fondazioni lirico-sinfoniche. Noi abbiamo ben cento anni di storia alle spalle; eppure, ancora soffriamo tantissimo l’ombra della Fondazione Maggio Musicale Fiorentino, soprattutto nei suoi ricorrenti momenti di crisi. Il Comune ora ha chiuso tutti i fondi per concentrarsi sul Maggio e anche la Pergola rischia di chiudere.”
La dottoressa Barbara Boganini, Sovrintendente della Camerata Strumentale “Città di Prato” aggiunge un tema importante:
“Dobbiamo trovare sempre più sinergie tra formazione e occasioni di lavoro tra i due ministeri, quello della Cultura e quello dell’Istruzione. Magari con incentivi per chi dà lavoro agli under 35 e una premialità nella formazione dell’organico per favorire la diffusione del patrimonio sinfonico su tutto il territorio.”
Maddalena Da Lisca, Soprintendente del Bologna Festival, sostiene:
“L’algoritmo alla base della distribuzione delle risorse ha reso il meccanismo più trasparente, ma poi ognuno viene valutato in modo comparativo rispetto alle domande pervenute e così in quel punto cade la trasparenza, dato che le domande avanzate non sono rese pubbliche. Benché esista un problema di riservatezza sulla parte artistica e questo è comprensibile, le domande dovrebbero essere rese pubbliche, ovviamente tutelando la riservatezza sul fronte artistico.”
La dottoressa Anna Calabro, Presidente della Fondazione Perugia Musica Classica, solleva il tema essenziale dell’educazione all’ascolto dei giovani sin dall’infanzia:
“Dato che la scuola italiana non educa all’ascolto, nel 2003 due istituzioni importanti della vita musicale dell’Umbria si sono unite per svecchiare il pubblico, iniziando a sperimentare sin dalla prima infanzia. Il pubblico si è davvero svecchiato in 20 anni di attività: oltre 500 concerti, con 130.000 presenze, più di 30 produzioni originali che girano il paese. L’educazione all’ascolto deve essere un criterio per l’erogazione dei fondi. C’è il ‘Teatro per ragazzi’ perché non ci deve essere ‘Musica per ragazzi’?”
Angela Maria Gidaro, socia di Aiam e Presidente di Aiforart, afferma:
“Abbiamo tanti allievi dall’estero che vogliono formarsi in Italia; quindi, noi testimoniamo l’esatto contrario della fuga dei cervelli.”
Il Maestro Peter Kainrath, Presidente di World Federation of International Music Competitions, sottolinea:
“Aiam per noi è una porta importante sulla realtà italiana. Il ruolo dei Concorsi Musicali è cresciuto esponenzialmente dalla fondazione nel 1957 ad oggi, così come si sono moltiplicate negli anni le attività e gli attori coinvolti, tanto che il mercato complessivo della musica colta è cresciuto del 40% in 20 anni. Il pubblico oggi è globale. E se un paese è impegnato a promuovere i giovani talenti, ha una marcia in più.”
Il Maestro Tommaso Rossi, Presidente dell'Associazione Dissonanzen e Direttore Artistico dell'Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli, ritorna sul tema della disparità di andamento fra le varie aree italiane:
“È chiaramente necessario un riequilibrio territoriale. Nel 2021 lo studio che è partito da Agis Campania, ha dimostrato che le premesse del decreto del 2017 sono lontane dall’essersi realizzate. Ci vuole equilibrio tra centro e periferia e tra diversi territori. I territori con PIL basso soffrono di più, quindi fanno meno cultura, ma così il problema si incancrenisce. Dovrebbero esserci forme di perequazione così da avvicinare tutti i soggetti ai valori nazionali per non svantaggiare ampie fasce di popolazione.”
Il dottor Francesco Giambrone, Presidente Agis, ritorna su un altro tema sollevato, cioè la scarsa capacità di accedere ai fondi UE:
“La cultura italiana non è capace di attrarre i fondi europei. Non solo Aiam, ma tutti. Inoltre le vostre richieste sono normali e comprensibili: il decisore pubblico dovrebbe coglierle prontamente. Inoltre è necessario procedere nel lavoro di compimento normativo per ArtBonus, così come il tema del 3% del Fus per i nuovi pubblici. Anche il riequilibrio territoriale è un tema del paese ed è un tema di tutto il mondo Agis.”
Il dottor Marco Parri, Presidente Federvivo, sottolinea:
“Siamo usciti dal biennio buio 2020-21 e siamo di nuovo in una fase di costruzione che guarda al futuro. Le vostre richieste sono nella nostra proposta. Il sistema di competitività non è positivo come base di lavoro e valutazione del mondo dal vivo, magari ha stimolato a fare di più e ad ampliare i territori ma potrebbe aver stimolato a puntare troppo sulla quantità a discapito della qualità. Allora in tal senso bisogna fare un passo indietro per il prossimo triennio. Il vostro documento sarà spunto di riflessione per tutto il mondo dello spettacolo.”
Il dottor Antonio Parente, Direttore Generale dello Spettacolo, ribadisce quanto il sistema rappresentato da Aiam sia un modello sano e virtuoso:
“Il documento AIAM ci dà conto della particolare vivacità delle sue istituzioni rivelatesi sane alla luce delle verifiche amministrativo-contabili a cui sono state sottoposte dagli uffici.”
L'onorevole Gianmarco Mazzi, Sottosegretario di Stato allo Spettacolo, chiude i lavori affermando:
“Quello di Aiam è un mondo che noi amiamo molto perché interpretate nel modo giusto i contributi dello Stato come forma di investimento e non come un contributo dovuto. State davvero facendo il massimo e di questo vi siamo grati. Siete la spina dorsale del paese; siete un presidio di cultura sul territorio, ed io credo che la cultura sia l’unico antidoto ai problemi dei giovani anche sul fronte sociale. Voi siete il sistema circolatorio della cultura in Italia. È la prima volta che venite ospitati dal Ministero e speriamo che in futuro ce ne siano tante altre. Attendo il vostro contributo per il nuovo codice dello spettacolo che inizieremo a costruire da venerdì.”
Sono inoltre intervenuti nel corso dell’incontro i rappresentanti della Conferenza dei direttori dei conservatori Roberto Antonello, di ACRI Donatella Pieri, di ALES Lucia Steri, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Aldo Patruno, dell’ANCI Vincenzo Santoro, e il Ministro plenipotenziario e Direttore generale per la diplomazia pubblica e culturale del MAECI Alessandro De Pedys.
E' stata un'esperienza senz'altro positiva per la cultura e lo scambio di idee ad essa inerenti. Nel campo delle attività musicali è molto importante la collaborazione e il rapporto tra gli operatori e tra essi e lo Stato che ha non solo un onere ma anche il dovere etico di occuparsi della divulgazione del sapere. Poiché è stata la prima volta, dopo più di venti anni di attività, che l'AIAM e gli operatori del settore hanno potuto dialogare e confrontarsi con la politica, possiamo immaginare un futuro importante per la nostra musica. Anche la politica deve comprendere quali sono le problematiche attinenti alle istituzioni musicali, la necessità dei finanziamenti, le difficoltà di divulgazione, gli oneri connessi, i giovani talenti e la loro promozione. Con uno Stato presente che non si limita ad osservare ma che entra dentro il sistema con il fine di comprendere accettando le proposte di coloro che da anni, in piccole e grandi istituzioni, si occupa di questa materia, ci auguriamo di avere presto dei cambiamenti che permettano una migliore divulgazione e attività musicale in Italia.