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Al via la seconda stagione di The Handmaid's Tale
Dopo il grande successo, sancito da numerosi premi vinti, dalla prima stagione sulla piattaforma Hulu, è arrivata la seconda stagione di The Handmaid's Tale, dal romanzo distopico di Margaret Atwood, disponibile anche in italiano su Tim Vision.
Stavolta il libro serve solo come ispiratore, perché gli eventi di questa seconda stagione superano quelli narrati nelle pagine di un'opera che risulta profetica sin dalla sua uscita negli anni Ottanta.
Il mondo immaginato da Margaret Atwood, tra le maggiori autrici di fantascienza degli ultimi decenni, è quello di un futuro prossimo in cui una catastrofe ambientale o bellica ha portato ad una netta diminuzione della fertilità umana, soprattutto di quella femminile (anche se si scoprirà che non è proprio del tutto così).
Per questo motivo le donne sono private di ogni diritto, da quello di poter lavorare e avere un conto in banca all'accesso alla contraccezione e all'interruzione volontaria di gravidanza e le poche riconosciute fertili diventano ancelle, grembi a disposizione di uomini potenti e delle loro consorti, presso le cui case vivono allo scopo di restare incinte il più possibile.
In questo mondo terrificante con non pochi richiami alla vita reale e ai regimi totalitari che come prima cosa bloccano sempre la libertà della donna, dall'Afghanistan dei talebani al Cile di Pinochet, emerge il personaggio di June, rinominata Difred dal nome del suo padrone, interpretato dal redivivo Joseph Fiennes, una donna che ha avuto una vita in passato con una figlia oltre che una madre femminista, e che lotta per la sua sopravvivenza contro l'invidia di Serena, moglie del suo padrone, come contro i limiti di un mondo, e che ha come unico aiuto l'amicizia di due donne nella sua stessa situazione, Emily, l'ex ragazzina di Una mamma per amica Alexis Bledel, omosessuale risparmiata da una condanna a morte perché fertile, e Moira, fuggita e finita in un bordello.
La prima stagione si è conclusa con una speranza per June, interpretata dalla brava Elizabeth Moss, nella seconda stagione si scoprono nuovi elementi, a cominciare dal ruolo della Resistenza Mayday, e cosa ha portato ad una situazione improvvisa e dove ogni infrazione è punita severamente.
Una serie indubbiamente su cui riflettere, tenendo conto che anche nel civile Occidente ci sono discriminazioni contro le donne, da leggi restrittive sull'aborto a vergognose campagne pro fertilità, passando per movimenti come Metoo che hanno messo in luce, tra consensi ma anche attacchi, la piaga delle molestie sessuali e dello stalking, ma anche appelli di donne rimaste legate al patriarcato sul perché gli uomini abbiano la libertà di importunare.
Senz'altro c'è bisogno di serie come The Handmaid's Tale, rinnovata anche per una terza stagione, per vedere in uno specchio distorto problemi e questioni dell'oggi e per capire perché non bisogna mai dare per scontati i diritti. Il libro è raccontato come una sorta di manoscritto ritrovato e testimonianza di un'epoca conclusa di oscurantismo, è da vedere come si evolverà la serie.