Il berretto a sonagli. Le tre corde della mente umana

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
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Nella critica contemporanea vi è chi è convinto che vi sia la esigenza di riproporre i classici della letteratura in una nuova forma, per coglierne meglio il significato poetico ed estetico. Risponde in modo convincente a questa esigenza di innovazione stilistica dei testi della drammaturgia della nostra storia letteraria Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello, che Edoardo De Filippo riscrisse in una nuova versione basata sul ricorso alla lingua dialettale napoletana, colma di espressioni icastiche ed enfatiche. Questa versione del Berretto a Sonagli di Pirandello è in programmazione, con la regia di Luigi De Filippo, al Teatro Parioli di Roma dal 27 febbraio al 23 marzo 2014. 

Nella prima scena della commedia, la signora Beatrice, sposata con un ricco commerciante, il Cavaliere Fiorica, ha una conversazione con una donna, la Saracena, abituata a commentare le vicende che accadono nel piccolo paese, in  cui entrambe  vivono. La Saracena, che per il suo linguaggio diretto e privo di ogni reticenza incarna la figura della donna che conosce ogni aspetto della vita delle persone del suo ambiente, raccoglie l'amara confessione della signora Beatrice.

La signora Beatrice sospetta che il marito abbia una relazione sentimentale ed adulterina con la moglie del signor Ciampa, un uomo colto e per bene. Ciampa lavora come impiegato nella gioielleria del cavaliere Fiorica. Per questo motivo, dopo avere discusso dei suoi fondati sospetti con la Saracena,  la signora Beatrice ritiene di dovere agire, per cogliere sul fatto il marito, in compagnia della bella moglie di Ciampa, per smascherarlo e squarciare il velo dell'ipocrisia che dissimula i comportamenti immorali e deplorevoli tenuti  dal cavaliere Fiorica. Beatrice, per mettere in atto il suo piano e scoprire la verità, si rivolge al Commissario Spanò, amico della sua famiglia.

Rispetto al testo drammaturgico di Pirandello, Il Berretto a Sonagli nella versione di Edoardo de Filippo rappresenta la vicenda sullo sfondo di una città della Campania, Caserta, città evocata nello spettacolo con immagini letterarie molto efficaci. Nella casa di Beatrice si presenta suo fratello Federico, il quale le ha portato, come restituzione di un debito, una somma di denaro  che aveva ricevuto in prestito per pagare un debito contratto al tavolo da gioco del circolo del Paese. Appena Beatrice riceve il denaro, essendo il marito lontano da casa e trovandosi nella città di Napoli per affari, decide di chiamare Ciampa. A Ciampa, per allontanarlo dalla sua abitazione e dal luogo di lavoro, Beatrice affida il compito di recarsi a Napoli per riscattare alcuni gioielli, che aveva dato in pegno per ottenere la somma di denaro.

Inoltre Beatrice con un discorso pieno di allusioni misteriose, che turba profondamente l’animo e la mente del signor Ciampa, gli chiede di acquistarle una collana di perle, simile ad un’altra comprata in una gioielleria di Napoli per una donna di Caserta. Il signore Ciampa, un mite intellettuale di provincia che ama scrivere e coltiva interessi culturali, in presenza della signora Beatrice, che gli appare in preda all'agitazione, pronuncia un celebre monologo, capace di rivelare il significato letterario di questa grande commedia di Pirandello.

Per Ciampa nella mente umana vi sono tre corde, la corda pazza, quella civile e, infine,  quella seria. Se a prevalere nei rapporti umani fosse sempre la corda pazza, la convivenza tra le persone nella società diventerebbe impossibile,  poiché si scatenerebbe un conflitto costante ed infinito tra gli individui. Sul palcoscenico e il teatro del mondo, afferma Ciampa in questo meraviglioso monologo, siamo Pupi, poiché ci troviamo costretti dalle circostanze della vita ad interpretare la parte che la società ci assegna. Questo è il momento nello spettacolo in cui si ha la possibilità di cogliere e comprendere i grandi temi della poetica di Pirandello, vale a dire il conflitto insanabile esistente tra la forma e la vita, tra la finzione e la verità, tra l’apparenza e la realtà, in un mondo privo di un fondamento ultimo, in cui l’uomo scopre, angosciato, di trovarsi da solo. Ciampa, intuendo i sospetti che nutre la signora Beatrice, afferma che tiene la moglie segregata in casa e che prima di partire per Napoli, per essere sereno e tranquillo, le porterà la chiave di casa, perché la custodisca.

La signora Beatrice ha nella sua casa un dialogo sincero con il commissario Spanò, al quale confida che ha maturato di denunciare il marito per adulterio. Per poterlo fare, tuttavia, è necessario coglierlo in flagrante con la moglie di Ciampa. Infatti a dividere il negozio del cavaliere Fiorica dall'abitazione di Ciampa, dove si trova la sua bellissima moglie, vi è semplicemente un piccolo ed angusto uscio. Il commissario Spanò, esortato a condurre l’inchiesta dalle parole persuasive pronunciate dalla signora Beatrice, accetta di aprire una inchiesta.

Nella seconda parte della commedia gli eventi precipitano verso la conclusione della vicenda. In casa della signora Beatrice, in preda allo sconforto ed alla preoccupazione, si recano suo fratello Federico e sua madre, dopo che lo scandalo è esploso nel Paese. Infatti, come racconta in casa della signora Beatrice il commissario Spanò, un suo collaboratore, il brigadiere Laudato, ha tratto in arresto sia il cavaliere Fiorica sia la moglie di Ciampa. In realtà nel verbale, redatto in seguito all’arresto, non si fa riferimento all’adulterio, poiché il cavaliere Fiorica è stato arrestato per avere reagito in modo violento, trovandosi in presenza del brigadiere. La moglie di Ciampa è stata arrestata, invece, poiché era vestita in modo succinto ed esibiva il suo decolté.

Appena rientrato da Napoli, Ciampa, sconvolto per lo scandalo, si reca nella casa della signora Fiorica. Le consegna i gioielli che ha riscattato. Ciampa, con l’animo affranto e sgomento,  in presenza del fratello di Beatrice Federico e del commissario Spanò, ammette e riconosce che la sua esistenza è oramai rovinata e compromessa.

Per tutelare la sua dignità, sarà costretto ad uccidere sua moglie ed il cavaliere Fiorica. Infatti adesso nel Paese, poiché ogni persona è a conoscenza dell’adulterio di sua moglie, verrà schernito e disprezzato, sicché potrà uscire per la strade indossando un berretto a sonagli. Ciampa, in preda al dolore ed alla disperazione, afferma che la verità nella vita non può mai essere detta e proclamata in società. Soltanto i pazzi, che sfidano le regole e la convinzioni ipocrite su cui si basano le relazioni umane, possono avere l’ardire di dire la verità. A questo punto, per trovare un rimedio e ristabilire la finzione, sicché sia restituita la onorabilità a Ciampa ed a sua moglie, i protagonisti di questa vicenda hanno una geniale intuizione.

Di fronte alla società del piccolo Paese si dirà che quanto è accaduto non corrisponde alla verità, poiché la signora Beatrice si è inventata tutto,  dopo che è uscita di senno, divenendo pazza. Infatti la commedia si conclude con la signora Beatrice che, per un breve periodo, viene condotta in una casa di cura. Spettacolo emozionante e coinvolgente questo adattamento del Berretto a Sonagli di Luigi Pirandello. 

Pubblicato in: 
GN18 Anno VI 13 marzo 2014
Scheda
Titolo completo: 

Teatro Parioli "Peppino De Filippo"

Il Berretto a Sonagli 

27 febbraio - 23 marzo 2014

commedia in due parti di Luigi Pirandello

versione di Eduardo De Filippo

Regia di Luigi De Filippo. Interpreti: Stefania Ventura, Stefania Aluzzi, Francesca Ciardiello, Giorgio Pinto, Luigi De Filippo, Vincenzo De Luca, Claudia Balsamo, Marisa Carluccio.