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Casa del Cinema. La Governance della Cultura ed il suo peso motore
Gianni Minà apre ed accoglie il dibattito sulle sorti della Casa del Cinema di Roma il 31 maggio 2010 alle 11 di fronte all’Assessore alla Cultura del Comune di Roma Croppi: “Non esiste niente di uguale al mondo. Qui gli autori vengono gratis – scorre l’elenco poi di tutti gli attori, registi , filmaker che hanno partecipato dal 2004, l’anno dell’apertura – perché si sentono stimolati dalla creatività che vi si respira”.
La Casa del Cinema di Roma, che fino alla fine del 2010 farà parte della gestione o governance nelle parole di Croppi, dell’Azienda Speciale Palaexpo (non si sa in effetti perché sua stata affidata ad un ente competente per quanto riguarda i musei, sic!) dopodiché passerà nelle mani di Zetema. Sei mesi sono stati dati per accordarsi in qualche modo. Inverosimile forse, visto che è stato chiesto all’attuale Direttore Artistico Felice Laudadio di fare da tutor a quattro persone indicate da Croppi (o Zetema: non abbiamo capito) perché le istruisse su come gestire lo spazio che è del Comune di Roma ma in quanto ad attrezzature le perderebbe poiché date in affido dalla Lux e dalla Kodak per questo progetto specifico della Casa del Cinema. In sostanza Laudadio chiede che si renda la Casa del Cinema autonoma anche di proporre dei contratti d’affitto alla Caffetteria Palombini equi: ad oggi pagano soltanto 5000 euro al mese per uno spazio di 1500 metriquadri a due passi da Via Veneto e, nonostante questo, rimandono chiusi la sera.
I conti vengono alla luce: la Casa del Cinema costa 800.000 euro l’anno e solo nel 2009 ha sforato. Laudadio chiede che siano rispettati i termini del contratto della Caffetteria (sembra quasi una vicenda alla Scajola, sic!) per rimettere a posto i disavanzi che nel 2009 è stato di 405.000 euro, ed in questo caso anche la libreria affittata anch’essa a prezzi da periferia, concorrerebbe mantenendo gran parte delle proiezioni gratuite. Altri introiti potrebbero derivare dall’affitto degli spazi, già impiegati per proiezioni stampa tutto l’anno, ad altre manifestazioni come Roma si libra che non ha pagato invece nulla, oppure per il Festival del Cinema Bulgaro, anch’esso ospitato gratuitamente.
Inoltre, visto che il cinema attira molti sponsoraggi, tra cui quelli venuti meno quest’anno di Lottomatica e RAI Trade - e questo spiegherebbe il disavanzo che negli altri anni non c’è stato anche per il finanziamento di questi due sponsor – ed altri nuovi non difficili da trovare per la forza di attrazione mediatica del cinema stesso.
Il taglio di 232 istituzioni tra ricerca e fondazioni è stato rimosso dalla Finanziaria ma molti enti come l’ETI Ente Teatrale Italiano sono stati soppressi e sono così destinati a morire. Inoltre sono stati colpiti fondazioni scientifiche e religiose oltreché musicali come l’Accademia Filarmonica e l’Orchestra Mozart di Abbado. La cultura non è un peso, ma un’opportunità: quello che ci stanno dicendo è in controtendenza con tutto ciò che è promulgato dagli altri stati europei, lì si taglia su auto blu e spese politiche non indispensabili come in Gran Bretagna, e si promuove sia la cultura sia gli ammortizzatori sociali. La cultura non è un capitolo di spesa ma un motore della spesa.
Le associazioni che hanno partecipato al dibattitto
100 AUTORI (Associazione della autorialità cinetelevisiva)
AIC (Associazione italiana autori della fotografia cinematografica)
AMC (Associazione italiana montaggio cinematografico e televisivo)
AIDAC (Associazione italiana dialoghisti adattatori cinetelevisivi)
ANAC (Associazione nazionale autori cinematografici)
Sezione Produttori e Sezione Distributori dell’
ANICA (Associazione nazionale industrie cinematografiche)
APT (Associazione produttori televisivi)
ART (Associazione registi televisivi)
ASC (Associazione italiana scenografi, costumisti e arredatori)
FIDAC (Federazione italiana di 13 associazioni cineaudiovisive)
LARA (Libera associazione rappresentanti artisti)
SACT (Scrittori associati di cinema e televisione)
SAI (Sindacato attori italiani)
SNCCI (Sindacato nazionale critici cinematografici italiani)
SNGCI (Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani)