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Casa delle Culture. Federica Bern e la luminescenza parisienne
Il progetto teatrale di Federica Bern, lei, unica su un doppio palco ad interpretare una ragazza ed un'adulta, la madre di perle, insieme a Francesco Villano che si occupa della regia, è tratto dalla vita e dalle opere di Irène Nemirovsky, autrice ebrea ucraina trasferitasi in Francia nel 1919, e la cui lingua d'adozione diventò naturalmente quella francofona. Il titolo della pièce, Sonata per ragazza sola, in scena alla Casa delle Culture fino al 3 febbraio 2013, suona adatto sia alla madre sia alla figlia, le due donne protagoniste del dramma.
Gli anni Venti a Parigi, le Folies Bergère, Josephine Baker con i due puntini sul seno prospiciente e sensuale nelle sue mise adornate di piume di struzzo, la Ville Lumière che si accendeva al crepuscolo come nei racconti dell'adolescente mentre scruta dalla finestra di Mademoiselle Yvette prendendo odiose lezioni di piano nel gelo più assoluto (metaforico e concreto). La chanson che recita “Je cherche un visionnaire”, Edith Piaf, la schiccheria di un ricevimento baldanzoso di due emigrati ormai consolidatisi nella loro belle maison parisienne, dipingono una soirée perfetta, caviale, invitati, foie gras, ancora invitati, presentazioni, e le curiosità onnivore di una sedicenne in piena crisi e invidiosa di maman, sempre col collo luminscente di perle.
Un pacchettino da spedire, le cartes d'invitation (gli inviti), nelle mani di una ragazza piuttosto sconsiderata, tutta afflitta dall'apparire una donna che non è, l'ovvia noia che la attornia e la rende svogliata trasformerà in dramma e confessione il monologo intenso della madre, gran pezzo di bravura per la Bern, ed il climax che giunge all'apice nella danza col manichino veramente struggente.
Regia virtuosa di Villano e luci ben dosate da Fulvio Melli: ginnica prova di Federica Bern, saltellante nella sua natura adolescente e raffinatamente Madame Chanel come madre e donna delusa alla soglia dei quarant'anni, che ora, anacronisticamente rispetto a prima, rappresentano un'età di mezzo dove si comincia qualcosa, forse tutto, come se niente fosse (stato).