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Il Cavaliere D’Harmental. L'inedito di Alexandre Dumas
Un grande classico della letteratura può suscitare l’interesse del lettore per diversi motivi, soprattutto nel caso in cui sia un autentico capolavoro, in cui vi è la felice e poeticamente riuscita descrizione di un'epoca che appartiene al passato ed alla storia dei secoli scorsi. Il Cavaliere D’Harmental di Alexandre Dumas, che rientra nel genere letterario dei romanzi storici, è stato da poco pubblicato in Italia per la prima volta dall’editore Donzelli, a cura del grande studioso francese Claude Scoop, che sta riproponendo in Francia i capolavori del grande scrittore.
Alexandre Dumas era considerato dagli storici del suo tempo un autore e scrittore eruditissimo, poiché nelle sue opere l’invenzione romanzesca e la documentazione storica si fondevano e mescolavano mirabilmente. Questo romanzo, Il Cavaliere D’Harmental, è la prima opera in cui vengono raccontate e rappresentate da Dumas vicende storiche realmente accadute; venne dato alle stampe alcuni anni prima dei Tre Moschettieri ed uscì sulla rivista Siècle a puntate dal 1841.
Nella prima scena di questo memorabile e intenso libro, dal ritmo narrativo incalzante e coinvolgente, viene narrato un duello. Il Cavaliere D’Harmental, offeso nel suo onore per come alcuni uomini avevano parlato della donna di cui era innamorato, insinuando che era la favorita del Reggente Filippo il Duca D’Orléans, sfida al duello l’uomo che lo ha umiliato. Questa scena iniziale, tutta basata sulla descrizione del duello, introduce il lettore nel contesto storico in cui la vicenda, che è al centro del romanzo, è ambientata.
Siamo a Parigi nel 1718: morto da poco Luigi XIV, essendo Luigi XV, suo successore, ancora un bambino incapace di guidare la monarchia, il Duca D’Orléans ha assunto la reggenza del regno di Francia. D’Harmental, come emerge dall’episodio del duello, nutre sentimenti di odio personale verso il Reggente, sia perché gli ha portato via la donna che amava, sia perché gli ha tolto il comando di un reggimento. Nel libro colpisce l’abilità letteraria di Dumas nell'evocare i fatti storici, grazie ad una scrittura di inarrivabile eleganza e raffinatezza stilistica, al centro dei quali pone in un ruolo da protagonisti i suoi personaggi d’invenzione. Infatti D’Harmental partecipa alla congiura ordita nel 1718 contro il Duca D’Orléans dalla Duchessa Del Maine e da altri aristocratici, episodio storico realmente accaduto.
Come gli studiosi di letteratura hanno ipotizzato, le notizie relative alla ricostruzione storica del periodo della reggenza, nel quale deve essere collocato l’evento politico rappresentato dalla Congiura di Cellamare (così è passato alla storia), Dumas le ha attinte leggendo i libri di memorie di autori grandissimi e testimoni di queste vicende come I Memoires di Saint-Simon e l'Histoire du Palais-Royal di Jean Vatout. Il lettore, grazie alla felice descrizione degli eventi, comprende le ragioni politiche per le quali i congiurati vorrebbero prendere prigioniero il Duca D’Orléans, sottraendogli la reggenza del regno e affidandone la guida a Filippo V, Re di Spagna e parente della duchessa del Maine. Il cavaliere, che prende parte alla cospirazione, si muove tra le strade della Parigi del primo Settecento descritta ed evocata da Dumas con immagini letterarie di rara bellezza e grande realismo.
D’Harmental è l’uomo d’azione che deve preparare ed eseguire il piano per rendere possibile il sequestro del Duca D’Orléans, in base alle diposizioni che ha ricevuto dai congiurati. Per questo, assumendo una falsa identità, abbandona la sua abitazione, e, sostenuto dai congiurati, si trasferisce a vivere in una mansarda di Parigi. Dalla mansarda, dove si è nascosto, il cavaliere D’Harmental scopre che nella casa di fronte abita una giovane donna, dotata di una grazia femminile rara e sorprendente. Dalla sua finestra il cavaliere osserva quella donna, il cui nome è Bathilde, con ostinazione ed insistenza: e infine se ne innamora, dopo averne ammirato la voce, il viso e la figura. Nel libro è raccontata in modo straordinario la passione amorosa che unisce in un vincolo affettivo profondo ed intenso i due giovani, il Cavaliere e Bathilde.
Costei è una giovane aristocratica che, dopo avere perso entrambi i genitori, rimasta orfana, è stata educata e mantenuta dal signore Buvat, uomo buono e generoso, impiegato presso la biblioteca del regno e copista. Il primo tentativo di sequestrare il Duca di Orléans, malgrado fosse stato concepito in modo intelligente proprio dal Cavaliere D’Harmental, non riuscirà. I congiurati, di cui nel libro vengono descritte le dimore sontuose, frequentate dal Cavaliere stesso, non abbandonano il loro piano. Il Cavaliere D’Harmental affida al copista Buvat, che vive nella stessa casa di Bathilde, il compito di trascrivere i documenti inviati dai congiurati al Re di Spagna. Il copista, appena scopre e si rende conto del contenuto dei documenti che sta trascrivendo, temendo di essere coinvolto nella congiura, si rivolge al segretario del Cardinale Dubois, primo ministro del reggente.
Sorprendenti ed indimenticabili appaiono i ritratti umani, delineati nel libro da Dumas, di personaggi realmente esistiti come Filippo d’Orléans, il cardinale Dubois e la duchessa del Maine. Proprio il Cardinale Dubois, grazie ai documenti di cui è entrato in possesso, riuscirà a scongiurare la congiura contro il reggente, fatto storico realmente avvenuto, e verranno smascherati i suoi responsabili. Tuttavia, l’unico che verrà catturato e processato sarà il Cavaliere D’Harmental. Bathilde, innamorata del cavaliere, riuscirà a salvargli la vita, sicchè vivranno insieme dopo essersi sposati.
Tuttavia, questa'ampia narrazione, al di là della perfezione letteraria con cui è stata immaginata da Dumas, è importante poiché mostra in che modo avveniva la lotta per la conquista del potere negli ambienti aristocratici della Francia del primo Settecento nell'Ancien Régime. Inoltre rivela la filosofia della storia che Dumas, in alcune parti del libro, dimostra di avere maturato, secondo la quale non sempre sono gli uomini con l’arte della politica e con le loro azioni, per quanto ben predisposte, a decidere lo sviluppo delle vicende umane e storiche. La narrazione incanta il lettore perché gli restituisce sulla pagina il clima politico e intellettuale che dominava l’epoca della Reggenza, spensierata e felice e gioiosa, dopo il lungo regno di Luigi XIV. Un libro che conferma il potere conoscitivo della grande letteratura.