Il cecchino. Placido dirige un noir con Auteil e Kassovitz

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Il cecchino

La possibilità che il cinema d’autore possiede di indagare sulle origini del male e sul fenomeno del crimine nelle società liberali attraverso la finzione e la rappresentazione di una storia, raccontata per immagini, è fonte di piacere estetico ed occasione di riflessione intellettuale. L’ultimo film di Michele Placido intitolato Il cecchino, approdato nelle sale cinematografiche in questi giorni e coprodotto in Francia e Belgio, oltre che nel nostro paese, appartiene al genere del noir poliziesco.

Alla fine della proiezione di questo film, emozionante e coinvolgente, tanto che lo spettatore non si annoia mai, è riaffiorata nella mia mente una riflessione di James Hillman, il quale, nel suo pregevole saggio Un terribile amore per la guerra, individuava nelle carenze ed ingiustizie esistenti nella società la causa della violenza e l’origine del crimine organizzato.

Nella prima scena viene mostrata una banda di rapinatori che è sul punto di fuggire con il denaro trafugato in una banca, situata in un'elegante via di Parigi. I poliziotti che seguono e scrutano le mosse dei rapinatori sono in procinto di intervenire per catturarli e sventare, in tal modo, la rapina ed il delitto a danno della società.

Tuttavia, proprio mentre tentano di arrestarli e fermarli, un cecchino, collocato sul tetto di un elegante palazzo in stile liberty di Parigi, colpisce con precisione infallibile i poliziotti, dando ai rapinatori la possibilità di fuggire e sottrarsi, in tal modo,  alle loro responsabilità di fronte alla giustizia.

Uno dei rapinatori rimane ferito. Nel film il capitano Mattei, interpretato in modo splendido da Daniel Auteuil, grande attore francese, assume il ruolo del protagonista e subito cerca di capire chi sia il cecchino che dal tetto del palazzo ha vanificato l’azione della polizia.

Il rapinatore ferito viene portato in casa di un medico parigino, che abita in una elegante e raffinata villa. Nel film il dottor Franck incarna il simbolo del male assoluto. Infatti il dottor Franck ha studiato, ha le competenze per esercitare una professione liberale, e, attratto dal potere demoniaco del denaro, inspiegabilmente  si pone al di fuori della legge, divenendo complice di criminali privi di scrupoli e spietatissimi.

Il cecchino viene arrestato. Trovandoselo di fronte, il capitano Mattei nota ed osserva, scrutandone l’animo, che è un uomo lucido e freddo, capace di dissimulare le sue emozioni e di sopportare le durezze del carcere senza cedere alla tentazione di collaborare con le autorità e la magistratura.

Il cecchino, Vincent Kaminski, interpretato splendidamente da Mathieu Kassovitz, ha una storia d’amore con una donna avvocato, a cui si rivolge per essere liberato dal carcere. Da questo momento nel film si assiste, e questo è lo schema tipico e caratteristico dei film noir, ad uno scatenamento del conflitto tra i diversi membri della banda dei rapinatori, ognuno dei quali vorrebbe impossessarsi del bottino, frutto della rapina compiuta in banca.

Una successioni di azioni violente e truci che culminano in diversi delitti e omicidi, la cui efferatezza è resa sullo schermo con immagini di crudo realismo. Il cecchino riesce a fuggire dal carcere e tenta di impossessarsi del bottino.

Tuttavia, anche se le scene di azione prevalgono su quelle descrittive e rappresentative, l'identità dei criminali è delineata con uno sguardo profondo e penetrante, tanto da fare pensare ai libri meravigliosi di Georges Simenon.

Sono uomini che agiscono e sono mossi dalla bramosia del denaro e nella cui anima il confine tra bene e male è stato cancellato da una scellerate ed aberrante  scelta di vita dedita esclusivamente al crimine ed alla cieca violenza.

Vi è nel film una struggente storia d’amore tra una giovane donna, interpretata in modo perfetto da Violante Placido, ed il rapinatore rimasto ferito durante il compimento della azione criminale.

Il capitano Mattei, che incarna il principio dell'autorità e la maestà della legge, a tutela della sicurezza dei cittadini contro la violenza criminale, scopre la vera identità del cecchino. Infatti, incredulo e sgomento, il capitano Mattei apprende che si tratta di un ex membro del contingente militare che ha operato in Afghanistan, luogo in cui suo figlio è stato ucciso.

Con questo riferimento alla situazione conflittuale che vi è in Afghanistan, sia lo sceneggiatore sia il regista Michele Placido hanno voluto mostrare che esiste la guerra contro il terrorismo e quella, non meno pericolosa per le sorti della democrazia, contro il crimine organizzato, sempre più feroce e potente.

Le scene del film, bello ed emozionante, sono girate in luoghi che hanno sullo sfondo le strade meravigliose ed eleganti di Parigi, ritratte con una fotografia di rara perfezione, e la campagna che si trova oltre i confini della capitale francese.

Il film riserva molte sorprese e merita di essere visto. Alla fine della proiezione, proprio perché il fenomeno criminale è tanto presente nel nostro paese e in Europa, ci si chiede quale strategia bisogna adottare per arginarlo e sconfiggerlo sul piano giuridico e politico.

Pubblicato in: 
GN25 Anno V 30 aprile 2013
Scheda
Titolo completo: 

Il cecchino
(Le guetteur)
GENERE: Drammatico, Poliziesco
REGIA: Michele Placido
SCENEGGIATURA: Cédric Melon, Denis Brusseaux
ATTORI: Daniel Auteuil, Mathieu Kassovitz, Olivier Gourmet, Francis Renaud, Nicolas Briançon, Jerome Pouly, Luca Argentero, Violante Placido, Michele Placido

Uscita al cinema 1° maggio 2013

FOTOGRAFIA: Arnaldo Catinari
MONTAGGIO: Sébastien Prangère, Consuelo Catucci
MUSICHE: Nicolas Errèra, Evgueni Galperine, Sacha Galperine
PRODUZIONE: Babe Film, Ran Entertainment, Climax Films, Filmarno, StudioCanal, France 2 Cinéma, Appaloosa Films, Apidev 2010, Radio Télévision Belge Francophone (RTBF), Casa Kafka Pictures, Belfius, Rai Cinema, Canal+, Ciné+, France Télévision, Cinémage 6, Palatine Étoile 9 , Cofimage 23
DISTRIBUZIONE: 01 distribution
PAESE: Belgio, Francia, Italia 2012
DURATA: 88 Min
FORMATO: Colore

NOTE: Presentato fuori concorso al Festival di Roma 2012